Parla Bashar Alawadhi, amministratore delegato di Q8 Italia.
Una transizione equa e inclusiva, in linea con il principio leave no one behind dell’Agenda Onu 2030, garantisce contemporaneamente sicurezza energetica per il sistema Paese e per i singoli, neutralità tecnologica come valorizzazione di tutte le tecnologie esistenti e diversificazione delle fonti, attraverso l’uso di tutte le fonti ed i vettori energetici sulla base delle loro caratteristiche. Ne parla Bashar Alawadhi, amministratore delegato di Q8 Italia.
Innanzitutto qual è il punto di vista sullo scenario energetico mondiale di un’azienda come Q8 Italia collegata a una Noc (National oil company)?
Si prevede che la domanda globale di energia continuerà a crescere fino al 2050, superando anche i miglioramenti ottenuti grazie all’efficientamento energetico. Questo è quanto sostenuto, tra le altre agenzie, dall’Opec nel World oil outlook pubblicato lo scorso settembre e dall’Energy information administration (Eia) statunitense nel suo International energy outlook 2024, pubblicato nell’ottobre scorso. Tali previsioni si basano anche su un significativo aumento della popolazione mondiale, con proiezioni che indicano un aumento a 9,7 miliardi entro il 2050 rispetto ad un livello attuale di poco superiore agli otto miliardi. Una crescita guidata principalmente dall’aumento demografico nelle regioni non Ocse.
Attualmente il 94% della domanda mondiale di trasporto è soddisfatta da prodotti petroliferi. Si prevede che questa percentuale sarà di circa il 91% nel 2030 (compresa la quota crescente di biocarburanti), per poi scendere al 78% entro il 2050. In questo contesto, il trasporto su strada rappresenta il 75% del totale.
Come si colloca l’Europa in questo scenario?
L’Europa, con la sua politica energetica e ambientale, svolge un ruolo fondamentale portando avanti l’obiettivo di essere il primo continente al mondo a emissioni zero. Traguardare gli ambiziosi obiettivi europei necessiterà di tempo, pianificazione strategica e solida collaborazione. Un quadro di riferimento che richiede partnership e cooperazione tra gli stakeholder in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, in particolare con l’Obiettivo 17, che sottolinea come la partnership sia uno strumento vitale per il raggiungimento di tutti gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Ad esempio oggi i progetti per l’energia rinnovabile devono affrontare procedimenti di autorizzazione lunghi e complessi, che rallentano il progresso, e che ci auguriamo diventino a breve più snelli.
Come Q8 siamo pronti a fare la nostra parte, costruendo alleanze strategiche con tutti i nostri stakeholder per traguardare gli obiettivi fissati. Sia Q8 Italia che la nostra società madre, KPC, hanno già abbracciato, infatti, una strutturata strategia di transizione energetica.
In linea con la propria missione, Q8 è fermamente impegnata a condurre le proprie attività salvaguardando l’ambiente e promuovendo il benessere delle comunità in cui opera, in un’ottica di responsabilità globale.
Quali sono i fattori essenziali da tenere in considerazione per raggiungere l’obiettivo net zero entro il 2050?<
Dobbiamo garantire che tutte le dimensioni Esg della sostenibilità siano rispettate in questo percorso, bilanciando tre fattori essenziali: sicurezza energetica, diversificazione delle fonti e neutralità tecnologica.<
L’attuale panorama internazionale, caratterizzato da avversità e imprevedibilità come guerre, crisi economiche e mercati estremamente volatili, ha enfatizzato l’importanza cruciale della sicurezza energetica, intesa quale disponibilità continuativa di fonti energetiche a prezzi accessibili, in quantità sufficienti e in modo sostenibile, atta a salvaguardare la prosperità economica e la qualità della vita della popolazione, facendo al contempo avanzare gli sforzi di decarbonizzazione.<
Da questo punto di vista, Q8 Italia, con i suoi forti legami con la società madre KPC, è ben posizionata per dare un contributo significativo alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico in tutta la regione mediterranea, compresa la fornitura di prodotti finiti.
È essenziale, inoltre, garantire una transizione equa, sostenendo i paesi e i settori più colpiti dalla decarbonizzazione senza correre il rischio di una deindustrializzazione dell’Europa e dell’Italia in particolare.
Il primo pilastro essenziale per raggiungere l’obiettivo net zero è la sicurezza energetica. Per quanto riguarda il secondo, cosa intendete per diversificazione delle fonti?
Come Q8 siamo aperti a tutte le soluzioni che l’innovazione tecnologica offrirà, con l’obiettivo di servire la mobilità con i vettori energetici che saranno disponibili e sostenibili nei prossimi anni. Considerando che nell’Ue circolano attualmente circa 300 milioni di veicoli, il 99% dei quali dotati di motori a combustione interna – veicoli stradali, ma anche navi e aerei – per arrivare in tempi brevi all’obiettivo zero emission in tutte le forme di trasporto nel 2050, è necessario rendere anche i motori a combustione interna a zero emissioni; questo è possibile solo utilizzando un mix di fonti e vettori energetici che possano dare tutti il proprio contributo alla riduzione della CO2, come i biocarburanti, gli e-fuel e i recycled carbon fuel.
Si tratta di prodotti che possono essere utilizzati nell’attuale parco auto e che garantiscono la just transition, una transizione giusta, imparziale e inclusiva, che non lascia indietro nessuno e si fa carico delle comunità e delle fasce finanziariamente più vulnerabili della società, in modo da garantire a tutti il diritto alla mobilità e alla circolazione accessibili. Allo stesso tempo, i prodotti carbon neutral possono ridurre significativamente le emissioni di CO2, potenzialmente di quasi il 100% nelle emissioni Well-to-Wheel (e non Tank-to-Wheel), a seconda delle materie prime e del processo produttivo utilizzato. Inoltre, offrono il vantaggio di essere compatibili con le infrastrutture, la logistica ed i sistemi di distribuzione esistenti.
Nel contesto della diversificazione delle fonti, quale ruolo vede per la mobilità elettrica?
La ricarica elettrica da fonti rinnovabili può avere un ruolo nella mobilità leggera, anche se attualmente la rete italiana non è del tutto pronta a supportare un’adozione su larga scala della mobilità elettrica. Questo obiettivo, anche considerando le recenti esperienze, non può essere realizzato nel breve periodo. Occorrono investimenti sostanziali e un aggiornamento dell’infrastruttura esistente, poiché la crescente adozione di veicoli elettrici (stimata tra il 20% e il 30%) comporterà un aumento della domanda di energia e la necessità di infrastrutture di ricarica diffuse. In merito a questo scenario, The European House Ambrosetti in collaborazione con Enel, uno dei principali fornitori di energia in Italia, ha stimato che l’investimento per rendere efficiente la rete elettrica italiana necessita di circa 60 miliardi in 10 anni – uno sforzo enorme.
Inoltre, con la crescente adozione di veicoli elettrici e il calo dei consumi di benzina e gasolio, le corrispondenti entrate fiscali diminuiranno di conseguenza. È, quindi, necessario trovare un equilibrio tra la politica di transizione all’elettrico e la necessità di garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche.
Neutralità tecnologica: il terzo pilastro che sembra essere invocato ormai da più parti.
Come sapete, la neutralità tecnologica si riferisce al concetto di non predeterminare quali tecnologie debbano essere utilizzate per raggiungere un determinato obiettivo. In questa prospettiva, le raffinerie possono continuare a svolgere un ruolo importante nella just transition, investendo nella produzione di bioliquidi sempre più neutrali dal punto di vista del carbonio, che possono già sostenere la decarbonizzazione dei trasporti e, in futuro, altri prodotti neutri dal punto di vista carbonico, come gli e-fuels e i recycled carbon fuels.
Per il solo mondo petrolifero, l’investimento globale necessario fino al 2050 è di 17,4 trilioni di dollari. Policymaker e stakeholder devono collaborare per garantire un clima favorevole agli investimenti a lungo termine, che soddisfi le esigenze sia dei produttori che dei consumatori, sia delle economie industrializzate che di quelle emergenti.
Qual è, in poche parole, la sua visione del futuro?
Sono fiducioso che il settore energetico globale diventerà un simbolo di resilienza e innovazione in grado di affrontare le sfide del cambiamento climatico, migliorare la qualità della vita di tutti e garantire la sicurezza energetica per le generazioni future. I nostri sforzi collettivi faranno dell’energia una forza positiva per il progresso e la prosperità. Ci attendono molte sfide complesse, ma sono fiducioso che insieme sia possibile guidare una transizione giusta, che abbia un impatto significativo e positivo a livello ambientale, economico e sociale.