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Cdp, piano da 81 mld (+24%) per attivarne 170: tutti i numeri

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Velasco25 Articolo

Ottantuno miliardi di euro per attivare 170 miliardi di investimenti: Cassa Depositi e Prestiti approva il suo nuovo piano strategico 2025-2027, e mette al centro la competitività del Paese, la coesione sociale e territoriale, la sicurezza economica e la ‘Just Transition’. In sostanza, Cdp aumenta i soldi a disposizione del piano e prevede di cambiare le proprie regole di finanziamento in maniera da poter aiutare anche imprese più piccole, con l’obiettivo di renderle sempre più grandi.

A presentare ai giornalisti le priorità del piano approvato dal consiglio di amministrazione di Cdp sono stati il presidente Giovanni Gorno Tempini e l’amministratore delegato e direttore generale Dario Scannapieco. Che ha ricordato come in questi anni il mondo sia cambiato, e Cassa Depositi e Prestiti con lui. E che adesso tra gli obiettivi, anche alla luce del piano Draghi, ci sia quello di non consegnare l’Europa a una decrescita felice. “Le persone passano, è la cultura quella che deve rimanere”, spiega Scannapieco. “Vogliamo una Cassa più attiva. Ai giornalisti dico sempre che non siamo una cassaforte, una cassaforte è una cosa ferma. Vogliamo essere più al fianco delle imprese e rafforzeremo l’advisory per la pubblica amministrazione. Vogliamo che sia un motore di sviluppo sostenibile e inclusivo. Dobbiamo essere più attivi in Europa ed essere un centro di competenze”.

Tra le novità principali del piano di Cdp ci sono quelle che riguardano il territorio, con la creazione di hub macroregionali (saranno a Napoli, Palermo, Milano, Verona e Bologna, oltre che a Roma) e il lancio del ‘Service Housing’ a favore dei lavoratori del settore privato e dei servizi pubblici essenziali.

Da tempo, come vuole il Governo, Cdp insiste molto sui fondi messi a disposizione per i progetti italiani sull’Africa, nel quadro del Piano Mattei. Anche durante la presentazione del piano i vertici non hanno mancato di ricordare il focus africano all’interno delle operazioni di cooperazione internazionale.

Il confronto con il piano Cdp precedente

Nel piano Cdp precedente (2022-2024) i soldi da mobilitare erano stati fissati nel target dei 65 mld (raggiunti nel terzo trimestre di quest’anno).

Nell’arco del prossimo triennio le risorse per imprese, infrastrutture e Pubblica Amministrazione sono quindi in aumento del 24%, grazie alle attività di Simest dal punto di vista del sostegno internazionale alle imprese, che nel piano precedente non erano incluse. Anche gli investimenti sbloccati da quei fondi aumentano per circa 170 miliardi (in crescita del 32% rispetto all’obiettivo di 128 miliardi del precedente Piano) anche grazie all’attrazione di capitali di terzi.

Il contesto attuale e la trasformazione di Cdp

“Partiamo da dove ci siamo lasciati”, ha esordito Scannapieco. “Nel vecchio piano abbiamo provato a trasformare Cassa in una banca promozionale. Abbiamo integrato la sostenibilità in tutto quello che facciamo e adottato un modello che considera l’impatto generato per la crescita del Paese. Abbiamo fatto il primo piano Esg di Cassa, e raggiunto risultati di rating molto significativi”, ha riassunto l’Ad a pochi minuti dalla fine del Cda che ha approvato i risultati.

“Ma il mondo è totalmente cambiato. Quando siamo entrati qui le persone avevano la mascherina, nel 2021”, ricorda. Superata la pandemia, i problemi sono altri. “Il 2023 è stato l’anno con più conflitti dalla fine della Seconda guerra mondiale. Ventotto di questi sono in Africa”. Anche il commercio è cambiato. “La politica ora si sta organizzando su scambi commerciali per blocchi, nel 2023 il 42% delle imprese europeo ha dichiarato di voler seguire frendshoring rispetto a percentuali molto inferiori degli anni precedenti”.

Intanto, anche se il risparmio postale per Cdp è ancora importantissimo, Scannapieco spiega sempre più sui bond emessi negli scorsi anni, dagli yankee bond alla “piccola perla” (come la chiama l’Ad) di un bond completamente digitale creato su blockchain.

Gli obiettivi raggiunti

Intanto Cdp ha raggiunto i suoi obiettivi. “Alla fine del terzo trimestre di quest’anno abbiamo superato il target di risorse impegnate (65 mld) e abbiamo superato i 3 mld di utili per la prima volta”, dice Scannapieco, che spiega come sia arrivato il momento di concentrarsi su sfide nuove e sempre più urgenti. Cdp ha creato “un nuovo programma settoriale di investimenti per far crescere capifiliera o aziende con potenziale di aggregazione”, spiega Scannapieco.

Aziende sempre più grandi

L’obiettivo è dar vita ad aziende più grandi, puntando anche su private equity e venture capital.  “Nel venture capital abbiamo solo 37 operatori presenti e nonostante ci siano segnali di crescita, in Francia e Germania ce ne sono 130. Questo è importante, perché Cdp Venture Capital ha fondi importantissimi per creare un ecosistema di AI di cui l’Italia ha bisogno, e speriamo che ci siano anche investitori privati da coinvolgere in questa iniziativa”. Il veicolo di Cdp dedicato al capitale di rischio infatti gestisce fondi miliardari dedicati all’AI, di cui 500 mln attraverso l’accordo con i creatori di ChatGpt, OpenAI.

Attualmente le imprese che possono essere aiutate economicamente da Cdp hanno dei limiti dettati da un livello minimo di fatturato. Quella soglia verrà rivista, spiega Scannapieco. “Vogliamo ridurre questa soglia minima di fatturato per intercettare migliaia di imprese in più, ma vogliamo intervenire in maniera diretta e maggiore per pmi e Mezzogiorno”.

Infatti quella soglia dimensionale esclude proprio molte aziende del Sud rispetto a quelle del Nord.

“Servono imprese più grandi. In media il numero medio di addetti nella manifattura è 10,6 rispetto ai 38 della Germania: vogliamo ingrandire le aziende perche così si sostiene la loro capacità di innovazione”, dice l’Ad.

Tutti i numeri del piano Cdp

Le risorse del piano verranno mobilitate verso il tessuto economico lungo i cinque pilastri attraverso i quali si indirizzerà l’azione del Gruppo nei prossimi tre anni: Business, Advisory, Equity, Real Asset e Internazionale.

– Oltre 70 miliardi di euro saranno destinati alle attività di Business: di questi circa 9 miliardi a sostegno dello sviluppo infrastrutturale del Paese e circa 11 miliardi a beneficio della pubblica amministrazione, attraverso attività di finanziamento e gestione di risorse pubbliche.

– Per quanto riguarda le imprese, l’obiettivo è fissato a 52 miliardi di volumi, potendo far leva, a partire da questo Piano, sulle sinergie con Simest, la società del Gruppo CDP che sostiene la crescita delle imprese italiane nel mondo. “È incredibile quanto poco gli investitori sanno dell’Italia”, dice Scannapieco. Cassa investirà in imprese in determinati settori in imprese caratterizzate da innovatività tecnologica e un forte impatto sociale e industriale.

– Nel settore dell’equity si prevede un programma di investimenti di circa 4 miliardi per sostenere le imprese in portafoglio e realizzare nuove operazioni in aziende strategiche e fondi.

– Sul fronte real asset sarà impegnato circa 1 miliardo nella riqualificazione degli asset in portafoglio anche per interventi di rigenerazione urbana, nel sostegno al settore turistico e, in collaborazione con le Fondazioni bancarie, per l’ampliamento dell’offerta sul fronte dell’abitare sociale, con il debutto nel nuovo segmento del Service Housing’ a favore dei lavoratori del settore privato e dei servizi pubblici essenziali.

– Sul fronte della cooperazione internazionale, attraverso l’impiego di circa 5 miliardi di euro di risorse in stretta collaborazione con il Sistema italiano della Cooperazione, verrà rafforzata ulteriormente l’attività di finanziamento e di assistenza tecnica, con focus soprattutto sull’Africa e in linea con gli impegni assunti dal Paese, grazie anche alla piena attivazione di fonti e strumenti disponibili.

– Tutto ciò si tradurrà, anche grazie a un maggior contributo delle attività di Advisory, in investimenti sostenuti nel prossimo triennio per circa 170 miliardi di euro.

I dossier, da Open Fiber a Nexi

L’Ad di Cdp ha anche fornito nuove informazioni su alcuni dei dossier principali ai quali è stato avvicinato il nome di Cassa Depositi e Prestiti.

  • Poste. ”Il risparmio postale è importante. La discesa del Mef dalla quota partecipazione in Poste non cambia il nostro rapporto di collaborazione”, ha detto l’Ad rispondendo alle domande su Poste italiane.
  • Open Fiber. Si è parlato anche Open Fiber, vicina a un aumento di capitale. Sebbene la struttura industriale attuale non sia ottimale, ci sono piani per migliorare la copertura della rete. “Una rete nazionale deve essere perseguita”, ha detto Scannapieco. “In questo momento non abbiamo progetti di liquidare la nostra quota”, ha detto Scannapieco su Open Fiber, spiegando come la società sia stata “puntellata” con il commitment dei soci e delle banche.
  • Nexi. Il leader nei pagamenti digitali, è stata descritta come un’infrastruttura strategica per l’Italia e l’Europa. “Nexi è un’impresa europea”, ha sottolineato Scannapieco, indicando l’importanza di sostenere progetti di crescita e rafforzamento di questa azienda. Sul presunto interesse di Cassa per la rete interbancaria nazionale, riguardo al dossier Nexi, “guardiamo diversi file sulle infrastrutture strategiche. Una di queste è Nexi dove abbiamo il 13,8%. Nexi è una impresa quotata e con loro c’è sempre un dialogo molto attivo e rispettoso”.
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