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Medusa Film, le Prospettive per il 2025: intervista a Paolo Orlando

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Velasco25 Articolo

Si deve (anche) a Paolo Orlando il grandissimo successo nelle sale di “Un mondo a parte”, il film di Riccardo Milani che, lo scorso anno, si è imposto per tutta la stagione come il film più visto prima dell’arrivo di “Parthenope” di Paolo Sorrentino e de “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, la commedia con Albanese e Raffaele, distribuita da Medusa, si è aggiudicata il biglietto d’oro superando 1,1 milioni di presenze per un incasso totale di circa 8 milioni di euro.

Paolo Orlando è direttore theatrical di Medusa Film ed è lui il frontman della società di Viale Aventino al cospetto degli esercenti cinematografici. Laddove Giampaolo Letta indica, Lazzarin, Mazzola, Cereda e Ravera pianificano, è Orlando ed il suo team a tradurre in straordinaria concretezza il tutto in date, sale e schermi, contribuendo, con competenza ed acume, anche ad un allargamento del brand Medusa, storicamente connotato con la commedia, ora sempre più vicino a film d’autore come “Nostalgia”, o più recentemente “Familia”.

È in sala in queste settimane, con un ottimo riscontro da parte di critica e pubblico, “L’abbaglio”, il film che Medusa ha coprodotto insieme a Rai Cinema, Bibi Film e Tramp che vede riuniti di nuovo Ficarra, Picone, Servillo per la regia di Roberto Andò (distribuisce 01). Squadra che vince non si cambia.

Medusa da sempre ha creduto e crede nelle sinergie. Già da prima del cambiamento generale causato dalla crisi sanitaria e dal lockdown avevamo tenuto a battesimo Vision Distribution seguendone la distribuzione per un paio di anni ed in questo periodo storico così tanto straordinario abbiamo fortemente creduto che occorrano collaborazioni straordinarie. In quest’ottica nasce il progetto di “La stranezza” che prevedeva già in origine la possibilità di un secondo film con la stessa squadra produttiva ma con diversi accordi di sfruttamento. Visto il sorprendente successo per “L’abbaglio”, come d’accordo si sono invertite le parti e la distribuzione cine- matografica è stata curata da Rai Cinema attraverso 01 Distribution, mentre il primo passaggio televisivo sarà di Mediaset.

 

Il cast al completo della commedia “10 giorni con i suoi”
Il cast al completo della commedia “10 giorni con i suoi”


Altro team collaudato è quello Genovesi-De Luigi-Lodovini nella commedia franchise, che vi vede anche distributori, “10 giorni coni suoi”.

Sempre a proposito di squadre vincenti abbiamo ritrovato Colorado. Un team di grandi professioni- sti ma anche amici coi quali abbiamo condiviso alcune tra le pagine più creative e di maggior successo della storia di Medusa che ha, tra gli altri progetti, ideato il franchise di “10 Giorni…” creando di fatto il genere popolare della commedia family in Italia. La famiglia Rovelli, capitanata da Fabio De Luigi e Valentina Lodovini è cresciuta con gli spettatori tanto grazie al grande successo cinematografico del primo fortunato episodio, quanto grazie a quello ottenuto dal secondo che a causa del lockdown dovette necessariamente uscire in piattaforma.

Come procede la vostra collaborazione con Be Water e quanto è importante oggi il tema delle collaborazioni e partnership tra società?

La nostra partnership con Be Water, dopo neanche un anno, ha già portato ottimi frutti: dalla scommessa vinta con “Il segreto di Liberato”, uscito con una sorta di nuova formula di evento settimanale, all’ottimo incasso ottenuto dal thriller/ horror “Longlegs” fino ad arrivare alla collaborazione in ambito produttivo attraverso la quale abbiamo realizzato “Cortina Express” che Medusa ha distribuito a Natale. Altri stimolanti progetti saranno sicuramente sul mercato nel 2025.

Il vostro film di Natale con Lillo e De Sica, pur non avendo fatto l’incasso di Pieraccioni-Siani o quello stratosferico di Ozpetek è andato bene. Sono stati questi due competitor a togliervi qualche manciata di spettatori?

Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto da “Cortina Express”. Si trattava di un esperimento dall’esito tutt’altro che scontato perché, se da una parte De Sica e Lillo sono due nomi di grandissimo richiamo, dall’altra la novità di questa “strana coppia” poteva generare un rifiuto nello spettatore anche e soprattutto in considerazione di un tipo di film che andava ad omaggiare, più che ripercorrere, i fasti del classico cinepanettone. Una coppia molto più inconsueta dal punto di vista della comicità dell’altra composta da Siani e Pieraccioni. A mio parere il pericolo è stato brillante- mente scongiurato anche grazie alla regia moderna e brillante di Eros Puglielli che ha confezionato il tutto conferendo al film anche atmosfere e ritmo diversi, pertanto non parlerei di spettatori persi o sottratti da parte di nessuno.

 

una scena di “Muori di lei”

Natale e Gennaio si confermano periodi fondamentali per il box-office.

Sicuramente le festività appena trascorse sono state, per fortuna, piuttosto performanti dal punto di vista degli incassi e questo ha generato un grande ritorno al cinema in sala, con un’offerta piuttosto variegata e di vario richiamo in termini di pubblico e target. A mio parere alcuni titoli avrebbero potuto senza dubbio trovare maggiori soddisfazioni se collocati in date diverse ma come ahimè sappiamo spesso i distributori vengono colti da una sorta di frenesia della competizione illudendosi che in un periodo dell’anno dove il mercato è sulla carta potenzialmente più ricco ci sia spazio un po’ per tutti. Invece, come anche quest’anno abbiamo visto in modo abbastanza chiaro, anche se la torta è più grande non è detto che si riesca a mangiarne una fetta sufficientemente soddisfacente.

Pensa che il 2025 possa essere l’anno del definitivo pareggio ovvero del ritorno ai numeri del 2019 con 100 milioni di biglietti venduti a fronte dei 70 di oggi?

Onestamente questa fine e questo inizio d’anno, al netto di dubbi e scaramanzie, ci impongono proprio di crederci secondo me. Il pubblico sembra aver definitivamente riscoperto il piacere dell’esperienza cinematografica, grazie anche al cinema italiano che è tornato ad essere attraente ed ingaggiante per il pubblico nazionale, fatto questo di cui dobbiamo solo rallegrarci tutti, addetti ai lavori e non. È il momento giusto per amplificare e potenziare in tutti i modi e con tutti i mezzi questo “rinascimento della sala”: continuando certo a proporre un’offerta variegata e promettente, a patto che poi si mantengano tali promesse. Ma anche comunicando all’esterno in modo serio, puntuale ed approfondito lo stato delle cose, per evitare quella pessima abitudine, tutta nostrana, di celebrare con ogni mezzo il “de profundis” del cinema italiano e dei cinema italiani. Basta recuperare qualsiasi giornale di 30-40-50 anni fa per trovare titoli ed articoli apocalittici sull’argomento… anche basta!

A proposito di mercato: quali sono secondo lei le priorità sulle quali puntare per andare verso l’auspicata crescita?

Al netto di alcune ovvie considerazioni, che partono dalla qualità e varietà dell’offerta per finire all’insieme di strumenti d’aiuto e tutela che devono essere garantiti a supporto del prodotto nazionale e delle sale, direi che si potrebbe intanto intervenire in modo piuttosto rapido e risoluto su alcuni temi che sono dei veri e propri evergreen sui quali da tempo si dibatte e soprattutto ci si divide in modo a mio parere piuttosto autolesionistico.

Ad esempio?

L’affollamento delle date ingolfa oltremodo le sale creando una sorta d’iste- ria collettiva che travolge distributori, agenti ed esercenti in egual misura e che nella migliore delle ipotesi fagocita i titoli, anche dello stesso distributore, cannibalizzando l’offerta, con l’unico risultato che il pubblico rischia spesso e volentieri di non trovare più in sala il film che vuole andare a vedere. Basterebbe razionalizzarle e spalmarle su tutti i mesi dell’anno.

Le uscite di giovedì sono un altro tema sul quale in più di un’occasione lei e Giampaolo Letta vi siete pubblicamente espressi.

I numeri ci dicono che già da qualche tempo dopo l’introduzione di questo cambiamento (era il 2012, ndr), che portò ad un momentaneo beneficio, la giornata di giovedì ha via via perso la sua spinta propulsiva nei confronti dei film in uscita con l’unico effetto di rafforzare i titoli a grande chiamata tipo i blockbuster USA che non seguono alcuna “prassi” e escono spesso anche di mercoledì. Debuttare in giorni di bassa affluenza significa depri- mere oltremodo le partenze del prodotto nazionale, che tradizionalmente ha bisogno di qualche giorno per esprimere il proprio potenziale. Ciò ha un effetto immediato sulle programmazioni: gli esercenti mettono mano alla programmazione il venerdì mattina in modo tale da aggiustare il tiro e passare un weekend quanto più “tranquillo” possibile. Inoltre, in un’era in cui la comunicazione viaggia alla velocità della luce, coi social che in tempo reale “bollano” un film come un successo o un fiasco, il rischio sempre più reale è che ci sia una “narrazione” sbagliata facendo passare per flop qual- siasi cosa, basti ricordare nel 2020 il caso “Tolo Tolo”! C’è poi un altro tema sul quale secondo me non è più possibile procrastinare…

Dica pure.

È quello delle anteprime nel weekend precedente all’uscita, che di fatto anticipano la release di un titolo. Ci sono poi i cosiddetti eventi speciali che ormai si sono via via allargati al weekend mentre fino a poco tempo fa assolvevano alla funzione di arricchire l’offerta nei giorni feriali più deboli da un punto di vista di presenze aumentando, a volte in modo anche utile, l’affluenza in sala. Entrambe queste pratiche, a mio parere, sono profondamente distorsive del mercato e della corretta concorrenza perché genera- no degli effetti immediati, tangibili e negativi sulla pianificazione delle uscite e soprattutto sulla percezione ultima da parte dello spettatore, il quale viene subissato da una marea di informazioni, appuntamenti e offerta. Sono convinto che il combinato di questi temi fornisca una buona motivazione che spinge una larga fetta di pubblico a restarsene a casa propria. Magari passando la serata a scegliere qualcosa da vedere sulle piattaforme, che poi facilmente non vedrà.

 

Aldo Giovanni e Giacomo
Aldo Giovanni e Giacomo

Tornando all’offerta di vostri nuovi titoli. Medusa ora riprende a sfornare commedie e film comici di un certo peso, prossimamente arriveranno Aldo Giovanni e Giacomo, Ficarra e Picone, Bisio e Siani. Tornate, insomma, a fare sul serio…

Non credo si possa dire che abbiamo mai smesso di dare il nostro importante contributo al mercato. Certo un’azienda totalmente privata come la nostra, che è proprietà di un editore che prima di tutto è un broadcaster televisivo tra i più importanti al mondo, conosce bene e rispetta profondamente il valore degli investimenti per cui c’è una grande attenzione all’andamento del mercato di riferimento. Questi anni hanno rapidamente ridisegnato anche i gusti e le modalità di fruizione del prodotto da parte del pubblico e noi abbiamo sin da subito cercato di adeguarci alle richieste del mercato, in tal senso mi fa piacere ricordare che “La Stranezza” è stato il film italiano che, ancora nel mezzo della pandemia, ha segnato il primo vero ritorno in sala da parte del pubblico popolare, al quale poi sono seguiti titoli che sono già dei “classici” della nostra cinematografia come “Il grande giorno” o “Un mondo a parte”. Ritrovere mo quindi tutti i “principi della commedia” come Aldo, Giovanni e Giacomo, Ficarra e Picone, Bisio e Siani, Riccardo Milani e tanti altri che speriamo di poter presto rivelare ma ci tengo a dire che col nostro ottimo editoriale e con i nostri partner produttivi siamo costante- mente orientati all’esplorazione di nuove storie, talent e progetti. Uno fra questi, di cui spero sentiremo molto parlare, sarà “Cena di classe” di Francesco Mandelli con Herbert Ballerina, Brenda Lodigiani, Roberto Lipari, Beatrice Arnera e tanti altri.

In attesa di Checco Zalone: c’è un’idea su un suo ritorno?

Siamo tutti in attesa del ritorno del Checco nazionale… da quanto si legge in giro pare che si debba pazientare solo un altro po’… ma io sono uno che
ha fede.

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