Il treno dei dazi statunitensi ha già travolto il Messico e il Canada, proprio come promesso dal presidente Donald Trump. I suoi piani per colpire anche l’Europa renderanno molto più costose per gli americani le esportazioni di prodotti alimentari – tra cui quelle di champagne o di parmigiano – per un valore di 38 miliardi di euro.
Gli Stati Uniti e l’Europa fanno affidamento gli uni sull’altra per il commercio di vari beni, dai prodotti medici alle automobili. Tuttavia, l’abisso tra le importazioni e le esportazioni europee è ormai ampio da tempo e Trump ha minacciato di affrontare la questione ricorrendo ai dazi.
L’anno scorso la sola possibilità di imporre tariffe ha danneggiato le esportazioni di champagne francese, mentre i produttori erano alle prese con l’incertezza dovuto ai cambiamenti politici.
I dazi di Trump su acciaio e alluminio del 25% scatteranno alla fine del mese, con un impatto diretto sull’Europa. Altri potrebbero seguire nei prossimi mesi, dato che il presidente ha flirtato con l’imposizione del 25% anche sui prodotti dell’Unione. Il mese scorso ha affermato che l’Unione Europea è stata “costituita per fregare gli Stati Uniti” e che finora è riuscita a fare un “buon lavoro”.
Colpendo i prodotti simbolo dell’Europa, come il vino, lo champagne e il formaggio, le tariffe ne renderebbero più costosa la vendita negli Usa. “C’è un intero pubblico negli Stati Uniti che sembra aver bisogno della cultura europea”, ha dichiarato al Financial Times Alexandre Chartogne, alla guida del produttore di champagne Chartogne-Taillet, che vende negli Stati Uniti un terzo di ciò che produce. “Possono provare a copiare, ma sarà sempre e solo un’imitazione”, ha aggiunto.
Occhio per occhio
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ha giurato di reagire ai dazi e sta valutando di bloccare le importazioni di alcuni prodotti agricoli statunitensi. Trump ha già avvertito che l’Ue “pagherà un prezzo molto alto” per aver esportato molto più di quanto importa dagli Stati Uniti.
Questo è particolarmente vero per i prodotti alimentari e agricoli, hanno sottolineato in una nota gli analisti di Rabobank Barend Bekamp e Hosang Wu, con un valore delle esportazioni europee più che doppio rispetto alle importazioni. “Il mercato statunitense è interessante per le aziende dell’Ue grazie alle sue dimensioni e alla capacità di pagare prezzi alti”, hanno scritto. Il vino, i prodotti lattiero-caseari e gli alcolici distillati sono tra i prodotti alimentari europei venduti nei mercati americani e potrebbero essere colpiti dalle tariffe.
I prodotti alimentari e agricoli destinati agli Stati Uniti rappresentano il 13% delle esportazioni totali dell’Ue e se la storia ci suggerisce qualcosa per il futuro, i dazi e le promesse di contromisure potrebbero rapidamente far degenerare una guerra commerciale tra le due regioni, destabilizzando il commercio globale.
Almeno, questo è quanto accaduto negli anni ’60, quando è scoppiata la cosiddetta “guerra dei polli” tra le maggiori economie europee, Germania e Francia, e gli Stati Uniti. All’epoca, l’Europa impose dazi sul pollame americano, poiché la dipendenza della regione da questo prodotto metteva in difficoltà gli allevatori dell’Europa occidentale. Gli Stati Uniti risposero con tariffe su vari beni, dai camion al brandy.
Le importazioni europee di pollame dagli Stati Uniti crollarono del 50%, ma gli effetti a catena si estesero ben oltre il settore alimentare e agricolo. I produttori di automobili europei furono danneggiati, trovandosi improvvisamente a dover affrontare le montagne dei dazi americani, mentre i giganti americani dell’auto non potevano modernizzarsi senza avere accesso alla concorrenza estera. Queste politiche hanno spostato in modo significativo le dinamiche commerciali tra le due regioni.
Sebbene sia difficile ipotizzare quanto possano essere probabili i dazi a tappeto di Trump, il presidente ha adottato misure simili durante il suo primo mandato in risposta a una disputa sull’Airbus tra Europa e Stati Uniti, che ha danneggiato il vasto mondo del vino, del formaggio e dell’olio d’oliva europei, ma senza colpire eccessivamente il commercio. Tuttavia, una nuova serie di tariffe potrebbe avere un impatto più evidente, soprattutto quando i Paesi si riprenderanno da un’inflazione alle stelle.
Questa storia è stata pubblicata originariamente su Fortune.com