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Sì, viaggiare: il futuro del turismo raccontato dal Ceo di Alpitour World

Il futuro del turismo secondo il Ceo di Alpi Tour.
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Velasco25 Articolo

Oltre il 90% della clientela dei nostri hotel di lusso è internazionale, ma dovremmo migliorare la capacità di vendere il lusso italiano all’estero”.

Gabriele Burgio è presidente e amministratore delegato di Alpitour World, uno dei maggiori player europei nel settore turistico nonché proprietario dei più importanti marchi italiani di Tour Operating e della compagnia aerea italiana Neos.

Il gruppo è stato di recente oggetto dell’interesse di Msc che, mirando al socio di minoranza Andrea Ruben Levi, ha spinto poi il club deal guidato da Giovanni Tamburi a salire al 95% delle quote.

A conferma del suo ruolo di primo piano nel panorama italiano dei viaggi organizzati.

Un po’ di numeri. Che anno è stato il 2024?

Direi molto positivo. Siamo cresciuti del 7% rispetto al 2023, con un fatturato che ha sfiorato i 2,1 mld di euro.

E questo nonostante il perdurare dell’incertezza in Medio Oriente che aveva inizialmente fatto crollare l’interesse per alcune destinazioni, tra cui l’Egitto.

Quali sono invece gli obiettivi per il prossimo futuro?

Pensiamo di fare ancora meglio dello scorso anno: la domanda di esperienze turistiche continua ad aumentare.

Grazie anche alle tecnologie AI stiamo riuscendo a ridurre i costi e ad essere più efficienti. Abbiamo aggiunto un volo diretto per la Colombia e uno per una nuova zona della Repubblica Domenicana.

In fondo, dobbiamo essere un po’ come una casa di moda: mostrarci attenti alle nuove esigenze e innovarci di continuo.

Il turismo di lusso si sta affermando anche in Italia.

Circa il 20% del nostro fatturato si basa sul lusso e quindi su una clientela altospendente. Abbiamo una collezione di hotel di lusso, VRetreats, composta ormai da nove strutture, di cui l’ultima a Matera inaugurata pochi giorni fa.

Oltre il 90% della clientela di questi hotel è internazionale, ma dovremmo migliorare la capacità di vendere il lusso italiano all’estero.

Con Turisanda1924, il brand di viaggi più longevo d’Italia, cerchiamo di muoverci in questa direzione, offrendo esperienze personalizzate e servizi su misura.

Cosa fare per combattere l’overtourism?

Ci confrontiamo con una domanda crescente e soluzioni definitive non ce ne sono. È recente ad esempio l’esplosione del turismo cinese nei piccoli paesi italiani.

Tra i residenti regna il malcontento e sui social si sconsigliano alcune destinazioni in cui i servizi non riescono a reggere l’invasione dei turisti.

Non credo però che quello di introdurre limiti alle presenze, discriminando sulla base delle possibilità economiche, sia una buona idea.

La cosa più sensata da fare oggi è puntare su una strategia dynamic pricing a livello città, quindi variare i prezzi in base alle stagioni.

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