Da questo semestre autunnale, le scuole primarie e secondarie di Pechino offriranno almeno otto ore di lezioni sull’AI per ogni anno accademico: a partire dai sei anni agli studenti verrà insegnato come usare chatbot e altri strumenti oltre che nozioni generali sulla tecnologia ed etica dell’AI.
In una recente dichiarazione, la Commissione municipale per l’istruzione di Pechino ha affermato che le scuole possono integrare i corsi con quelli già esistenti, come informatica o scienze, oppure svolgerli a parte. Inoltre, ha delineato i piani per la costruzione di un curriculum pluriennale sull’AI, per la creazione di un sistema generale di istruzione e formazione, per l’introduzione di un sistema di supporto e per la promozione dello studio.
La capitale cinese spera che questo tipo di formazione rafforzi il Paese per permettergli di vincere le guerre dell’AI, soprattutto dopo l’ingresso esplosivo di DeepSeek sulla scena. Gli sforzi sono ben avviati: lo scorso dicembre, il Ministero dell’Istruzione cinese ha annunciato di aver selezionato 184 scuole cinesi per sperimentare modelli e programmi nel curriculum sull’AI, che serviranno come base per una programmazione più ampia. Huai Jinpeng, ministro dell’agenzia governativa, ha dichiarato che l’intelligenza artificiale è la “chiave d’oro” per il sistema educativo del Paese.
Le scuole di Pechino potrebbero cercare di replicare il successo ottenuto dalla Zhejiang University di Hangzhou, dove si sono laureati due dei più importanti leader tecnologici cinesi, Liang Wenfeng di DeepSeek e Wang Xingxing di Unitree. Avvicinando gli studenti all’AI in età scolare, la capitale del Paese potrebbe diventare protagonista di un’esplosione di innovazione, se riuscirà a tenere il passo di altri Paesi che stanno integrando l’AI nei programmi scolastici.
Formare gli studenti nella corsa globale all’AI
La Cina non è l’unico Paese a voler insegnare l’uso dell’AI ai bambini.
Il mese scorso il governo estone ha annunciato una partnership con OpenAI per dotare gli studenti delle scuole secondarie e gli insegnanti di ChatGPT Edu, una versione personalizzata per i sistemi scolastici. La collaborazione prevede anche l’assistenza tecnica, lo snellimento delle attività amministrative, il supporto allo studio e la pianificazione delle lezioni.
“Stiamo iniziando un nuovo capitolo nello sviluppo del nostro sistema educativo e della società digitale”, ha dichiarato il presidente estone Alar Karis. “L’intelligenza artificiale ha cambiato il mondo in modo permanente e, come tutti i settori, anche il sistema educativo deve adattarsi a questi cambiamenti”.
Anche altri Paesi, come il Canada e la Corea del Sud, hanno integrato la tecnologia avanzata negli studi K-12, utilizzando anche libri di testo digitali alimentati dall’AI e programmi per gli insegnanti per integrare l’intelligenza artificiale in classe. Una scuola privata del Regno Unito ha lanciato l’anno scorso una classe “senza insegnanti”, in cui circa 20 studenti hanno utilizzato cuffie per la realtà virtuale e piattaforme di AI, senza esseri umani. Il fornitore americano del settore istruzione McGraw Hill ha lanciato due strumenti genAI per le classi nel 2024: AI Reader per la correzione dei libri digitali e Writing Assistant per ottenere un feedback specifico nel processo di scrittura.
Nonostante l’AI possa fare il suo ingresso nell’apprendimento, le aziende e i ministeri dell’istruzione sono cauti nell’affidarsi eccessivamente agli strumenti tecnologici. La tecnologia avanzata ha la capacità di essere il tutor personale di chiunque, senza costi aggiuntivi, a cui si può accedere comodamente da qualsiasi dispositivo. Ma ci sono anche dei rischi. Le Nazioni Unite hanno posto l’accento sulla sicurezza dei bambini propendendo per l’uso di strumenti di intelligenza artificiale inclusivi, stabilendo linee guida chiare, enfatizzando l’“umanità” al centro dei programmi di studio e gestendo i pericoli. I leader del settore dell’istruzione fanno eco alle stesse considerazioni.
“I nostri livelli di fiducia nel marchio sono così alti che il rischio maggiore per noi non è quello di muoverci troppo lentamente con l’AI, ma troppo velocemente”, ha dichiarato a Fortune Dylan Arena, Chief data science and AI officer di McGraw Hill.
Questa storia è stata pubblicata originariamente su Fortune.com