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Parlare con l’AI per avere compagnia rende più soli

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Velasco25 Articolo

Affidarsi a ChatGPT per avere compagnia? Potrebbe renderti più solo. Due nuovi studi del MIT Media Lab e di OpenAI hanno scoperto che chi frequenta i chatbot sperimenta più solitudine e dipendenza emotiva: l’uso prolungato di ChatGPT potrebbe essere cioè collegato a livelli più elevati di solitudine.

“In generale, un utilizzo giornaliero elevato, in tutte le modalità e i tipi di conversazione, è correlato a una maggiore solitudine, dipendenza, uso problematico. E a una minore socializzazione”, hanno affermato i ricercatori nell’abstract dei due studi paralleli.

Le ricerche si prefiggevano di indagare in che misura le interazioni con ChatGPT influenzassero la salute emotiva degli utenti, concentrandosi sull’uso della modalità vocale avanzata del chatbot, e hanno incluso uno studio randomizzato controllato (RCT) del MIT, in cui 1.000 partecipanti hanno utilizzato ChatGPT per quattro settimane, oltre a un’analisi automatizzata di quasi 40 milioni di interazioni con ChatGPT condotta da OpenAI.

In tutti gli studi, i ricercatori hanno scoperto che chi ha tendenze più forti all’attaccamento emotivo prova più solitudine. Al contrario, chi ha un livello più alto di fiducia nel chatbot sperimenta una maggiore dipendenza emotiva.

I risultati suggeriscono che gli “utenti esperti” sono più propensi a pensare al chatbot come a un “amico” o a considerarlo come qualcuno che prova emozioni simili a quelle umane. Gli studi hanno anche scoperto che le conversazioni “personali” con il chatbot sono correlate a livelli più alti di solitudine tra gli utenti.

“I risultati hanno mostrato che mentre i chatbot basati sulla voce inizialmente sembravano utili nell’attenuare la solitudine e la dipendenza rispetto ai chatbot basati sul testo, questi vantaggi diminuivano a livelli di utilizzo elevati, specialmente con un chatbot con voce neutra”, hanno affermato i ricercatori.

I rappresentanti di OpenAI non hanno risposto alla richiesta di commento di Fortune.

La compagnia dell’AI

ChatGPT ha circa 400 milioni di utenti attivi settimanali in tutto il mondo, con un numero crescente di persone che si rivolgono al bot per consigli personali e compagnia.

Per alcune persone è stato anche un sostituto della terapia, nonostante gli operatori sanitari mettano in guardia da questo tipo di utilizzo. Secondo un sondaggio YouGov del 2024, più della metà dei giovani americani di età compresa tra 18 e 29 anni si sentiva a suo agio a parlare con l’AI di problemi di salute mentale.

Un altro studio suggerisce persino che il chatbot di OpenAI fornisce consigli personali migliori rispetto ai giornalisti professionisti.

Mentre alcuni utenti affermano che il bot aiuta ad alleviare la solitudine, c’è stata una crescente attenzione sugli effetti negativi dell’interazione con i chatbot AI. Le aziende di AI che mirano principalmente a offrire compagnia, come Replika e Character.ai, sono state ovviamente le più colpite.

Character.ai sta attualmente affrontando due cause legali separate riguardanti interazioni con minori, mentre Replika ha attirato l’attenzione degli enti di regolamentazione italiani.

I ricercatori hanno affermato che le nuove scoperte “sottolineano la complessa interazione tra le scelte di progettazione del chatbot (ad esempio, l’espressività della voce) e i comportamenti degli utenti (ad esempio, il contenuto della conversazione o la frequenza di utilizzo). E adesso guardano a ulteriori studi per indagare “se la capacità dei chatbot di gestire i contenuti emotivi senza alimentare la dipendenza o sostituire le relazioni umane avvantaggi il benessere generale”.

Questo articolo è stato pubblicato originariamente su Fortune.com

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