Tra gli argomenti dei ‘Dialoghi sulla competitività’ non poteva certo mancare quello al centro delle notizie del giorno: i dazi di Trump. E proprio dalle tariffe, annunciate ieri sera nel giardino delle rose dal presidente degli Stati Uniti, è partito l’ultimo dei panel dell’evento ‘Strategie di crescita e fiscalità – Innovazione e governance per competere nel futuro’, primo appuntamento del format targato Fortune Italia organizzato in partnership con il centro di ricerca Strategic Change ‘Franco Fontana’ della Luiss.
Un finale che ha visto la partecipazione del vice ministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, e del rettore dell’Università Luiss Guido Carli Paolo Boccardelli, impegnati in un confronto sulla competitività fiscale del Paese nella ‘Conversation’ moderata dal direttore di Fortune Italia, Annalisa Chirico.
La reazione del governo italiano ai dazi
La premier Giorgia Meloni ha annullato gli impegni di oggi per concentrarsi sulle azioni da intraprendere in seguito agli annunci di Donald Trump, discusse in una task force con i ministri competenti.
Proprio da qui è partito il dialogo con il vice ministro Leo che, a proposito delle tariffe del presidente Usa e di quella che sembra essere l’idea del governo italiano – ossia puntare sul negoziato – ha detto: “L’attenzione dell’Italia in questo momento è massima e la task force di oggi ha proprio l’obiettivo di trovare soluzioni che devono essere necessariamente condivise con gli altri partner europei. La nostra buona interlocuzione con gli Stati Uniti faciliterà il rapporto“.
Boccardelli è intervenuto poi sul rischio di guerre commerciali connesso alle tariffe: “Il tema vero è fare in modo che le nostre imprese possano essere competitive a livello globale“. E qui, per il rettore, sono quattro le questioni a cui guardare: costo dell’energia, infrastrutture logistiche, materie prime e digitalizzazione. “Nei prossimi cinque anni – ha infatti sottolineato Boccardelli – il vantaggio competitivo sarà connesso all’uso dell’AI“.
Lo stato dell’arte della riforma fiscale
Dopo i dazi, la riforma fiscale. “Abbiamo fatto notevoli passi avanti con 15 decreti già approvati e 4 testi unici. Ci ripromettiamo di proseguire in questa direzione”, ha esordito Leo.
Tra i punti centrali della riforma, il nuovo rapporto tra Fisco e contribuente che, come ha spiegato lo stesso Leo, si sviluppa su due direttrici. “La prima è quella delle imprese di minori dimensioni, con il concordato preventivo biennale; la seconda, per le imprese più strutturate, il rafforzamento della cooperative compliance“.
Sulle tematiche della fiscalità internazionale, il vice ministro ha poi ribadito l’impegno nel cercare di “favorire l’ingresso in Italia di imprese che risiedono al di fuori dell’Europa e dello Spazio economico europeo, con il cosiddetto reshoring, una misura che dovrà essere autorizzata dall’Unione europea”.
Leo è intervenuto anche sul concordato preventivo: “Intanto bisogna tenere presente che non si fanno sconti né condono. Il concordato è un modo con cui il contribuente di minori dimensioni si mette d’accordo con il Fisco”. In questo modo, ha sottolineato il vice ministro, “in un colpo solo” sono stati resi ‘affidabili’ 190mila contribuenti. “Bisogna trovare le risorse – ha aggiunto il vice ministro – per intervenire su due filoni: ceto medio e imprese. E quindi sulla stabilizzazione dell’IRES premiale”.

Europa e neutralità tecnologica
I costi energetici sono spesso penalizzanti per le imprese italiane: il principio di neutralità tecnologica potrà dunque farsi strada anche in Europa?
“Oggi l’Unione europea – ha evidenziato Boccardelli – attiva circa il 30% degli investimenti in ricerca e sviluppa nelle ‘Clean tech’ ma produce esclusivamente il 20% del valore in quest’area. Questo accade perché la precedente politica di transizione ecologica era basata su una serie di filiere industriali che non sono europee”.
“La verità fondamentale – secondo il rettore – è che si deve dare il tempo all’industria europea di costruire le catene del valore“, che al momento non ci sono. Per Boccardelli ci stiamo scoprendo indifesi rispetto ad altre regioni del mondo più preparate dal punto di vista industriale. Dunque, “la neutralità tecnologica potrebbe essere uno strumento per consentire alla regione in cui viviamo di rendere il settore industriale in grado di affrontare la transizione in maniera completa“.
Natalità e “pavimenti appiccicosi”
Gli ultimi dati dell’Istat registrano un ulteriore record negativo sul calo delle nascite: ancora 10 mila nati in meno rispetto all’anno precedente. Ma quella della natalità è solo una questione economica o anche culturale? Per Leo “Entrambe le cose si reggono”. Secondo il vice ministro “il governo ha cercato di fare il massimo per la natalità anche attraverso le misure sul lavoro, ma la strada da percorrere è ancora lunga”.
E proprio sulle opportunità lavorative delle donne è intervenuto anche il rettore Boccardelli. La maggioranza degli iscritti alla Luiss, infatti, è composta da studentesse, ma se si guarda ai ruoli apicali la situazione si capovolge e c’è una prevalenza maschile: è il fenomeno dello ‘sticky floor’ o del ‘pavimento appiccicoso’, che fa perdere l’importante contribuito delle donne alla produttività del Paese.
“Nell’avvio delle carriere non c’è distinzione – spiega Boccardelli – però nel percorso, dopo circa 5 anni, si assiste a una differenziazione delle opportunità di crescita professionale“. Le cause di questo trend, per il rettore sono da ricercarsi anche nell’ “attitudine culturale dei manager ad organizzare il lavoro in modo da non renderlo conciliabile con la vita familiare, dove il carico non è distribuito equamente” tra uomo e donna. Inoltre, ha concluso Boccardelli, manca un’offerta “di servizi adeguati alla genitorialità e questo fa sì che nel percorso di carriera le donne si trovino meno preparate a ricevere opportunità“.