La fornitura di gas della Russia verso l’Europa non si è mai interrotta nonostante la chiusura della rotta ucraina che approvvigionava proprio l’Italia. Se lo stop alle forniture nel 2022 imponeva pesanti piani di razionamento a famiglie ed industrie, scenario che non si è verificato anche perché a Mosca è sempre convenuto da un punto di vista finanziario abbeverare l’Europa col metano, ora la situazione sarebbe più tranquilla. E invece scopriamo che nel 2024 l’importazione di gas russo in Europa è aumentata del 18%, sostiene l’ultimo rapporto di Ember che evidenzia come questo dato confligga con l’obiettivo dichiarato da Bruxelles.
Le importazioni di gas russo sono aumentate del 18% nel 2024 (da 38 a 45 miliardi di metri cubi), soprattutto a causa dell’aumento delle importazioni in Italia (+4 miliardi di metri cubi), in Repubblica Ceca (+2 miliardi di metri cubi) e Francia (+1,7 miliardi di metri cubi). E, secondo il think tank energetico con sede nel Regno Unito, le importazioni russe sono destinate a crescere nel 2025. La stessa Commissione ha annunciato lo slittamento a data da destinarsi della pubblicazione – prevista per il 26 marzo – della road-map verso lo stop all’import russo, anche visti gli attuali scenari di possibile tregua in Ucraina fortemente favoriti dalla presidenza Trump.
L’aumento è stato in gran parte determinato dalle crescenti importazioni di gas naturale liquefatto (Gnl) russo. Questa tendenza continua nel 2025, con una media di 74,3 milioni di metri cubi al giorno di importazioni di gas russo a febbraio, con un aumento mensile dell’11%. Il gas di Mosca arriva in Europa a bordo delle cosiddette «navi fantasma». Una rete complessa (e segreta) di navi, armatori, porti e passaggi sicuri dominati da Paesi disposti a trattare con la Russia. Una rete opaca fatta di intermediari, di carichi nascosti privi di coperture contro i danni ambientali, polizze fantasma, trasbordi di metano liquido in mezzo agli Oceani da una nave all’altra. Una rete costituita da navi gasiere battenti bandiere di comodo, con triangolazioni in Europa tra Cipro e Malta. Ci sono personaggi sconosciuti che hanno comprato navi vecchie per costruire questo mercato parallelo. Componendo una flotta «dark», che naviga nell’ombra.
È il caso della Germania, che è riuscita ad aggirare il divieto di acquistare direttamente gas da Mosca, continuando ad importarlo attraverso altri porti europei. Tutto è reso possibile – dicono gli analisti di Ember – dalla mancanza di trasparenza. Alcune informazioni non vengono raccolte, altre che vengono reperite a livello nazionale non sono comparabili a livello europeo perché raccolte in modi diversi, o sono di difficile accesso. Ma anche le importazioni dalla Russia via gasdotto continuano, nonostante il mancato rinnovo dell’accordo di transito per l’Ucraina con la rete Uregony-Pomary-Uzhorod, avvenuto il primo gennaio 2025. Nel febbraio 2025 l’Unione Europea ha ricevuto 56 milioni di metri cubi al giorno di gas russo attraverso il gasdotto TurkStream, con un aumento mensile dell’11%. In totale, le importazioni di combustibili fossili russi da parte dei 27 hanno raggiunto 21,9 miliardi di euro nel 2024, superando i 18,7 miliardi di euro di aiuti finanziari forniti all’Ucraina.