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La mobilità europea tra innovazione, equità e sostenibilità

Mobilità e innovazione
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Velasco25 Articolo

L’evoluzione della mobilità europea, tra innovazione, opportunità e criticità analizzata dal professor Fabio Pressi.

La mobilità sta attraversando un cambiamento epocale, guidato dalle grandi aziende tecnologiche che, con il loro controllo sulle piattaforme digitali e sugli algoritmi di instradamento, stanno ridefinendo non solo il nostro modo di spostarci, ma anche il tessuto stesso delle città e delle nostre vite quotidiane. Questa trasformazione porta con sé rischi concreti: la perdita di sovranità sui dati, la crescente dipendenza da pochi attori globali e l’affievolirsi del controllo pubblico sulle infrastrutture critiche.

In questo contesto di profondo cambiamento, è importante mettere ordine tra le tante dinamiche che stanno ridisegnando il settore della mobilità, dando una chiave di lettura chiara su come si sia arrivati alla situazione attuale, sulle mancate opportunità e su quelle che, invece, ancora possiamo cogliere per il futuro.

Il volume che ho appena pubblicato per Luiss University Press, dal titolo ‘Mobilità digitale’, si inserisce nel dibattito sul futuro dell’auto europea, nel solco del recente Automotive Action Plan pubblicato dalla Commissione europea all’inizio di marzo, nel quale è stata ribadita la necessità di investire sul software che guiderà i nostri veicoli, sempre più connessi, autonomi ed elettrici.

Si tratta di una trasformazione di portata storica, come sottolineato dal Rettore dell’Università Luiss, Paolo Boccardelli, nella postfazione che chiude questo lavoro. Non solo un’evoluzione tecnologica, ma la ridefinizione dell’architettura stessa del potere economico e sociale del XXI secolo. Il futuro della mobilità, come osserva Boccardelli, rappresenta un banco di prova decisivo per la nostra capacità di condurre la rivoluzione digitale preservando i valori fondanti della società democratica.

Mobilità ed energia

La convergenza tra mobilità ed energia, incarnata all’interno del libro dall’acronimo “C.A.S.E.” (Connected, Autonomous, Shared, Electric), emerge come fattore critico in questa evoluzione e nasconde una dimensione più profonda: quella della ‘Egemonia’. Infatti, in un periodo di forti domini industriali e bellici, con la presenza di player globali – definiti tra le pagine del volume come ‘Signori della Mobilità’ – il dibattito sull’automotive va ben oltre i confini della produzione, intersecandosi profondamente con la politica estera.

Inoltre, l’elettrificazione dei trasporti sta ridefinendo non solo il concetto di veicolo ma l’intero ecosistema energetico urbano. I veicoli elettrici stanno diventando nodi attivi nelle reti, con potenziali implicazioni rivoluzionarie per la gestione dell’energia e la stabilità dell’infrastruttura.

La sfida per il futuro risiede nella capacità di implementare questa visione in modo inclusivo e sostenibile, bilanciando innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e equità sociale.

Nel mio libro, ho voluto costruire un quadro che consenta di comprendere questa rivoluzione della mobilità digitale e di individuare soluzioni concrete da poter attuare. Partendo dall’avvento del Gps e arrivando fino alla guida autonoma, ho analizzato le scelte industriali e politiche che hanno segnato questa evoluzione e ho evidenziato come possiamo governarla nel rispetto dell’autonomia tecnologica e della privacy dei cittadini.

La digitalizzazione della mobilità

La crescente digitalizzazione della mobilità sta trasformando non solo il settore dei trasporti, ma anche il nostro rapporto con la tecnologia e con lo spazio urbano. Le scelte che facciamo oggi influenzeranno profondamente il futuro della mobilità e il modo in cui le città si svilupperanno nei prossimi decenni. Per questo motivo, è essenziale promuovere una maggiore consapevolezza sulle implicazioni di questa trasformazione.

Mobilità digitale’ vuole essere uno strumento di consapevolezza e di orientamento in un contesto in cui le decisioni di oggi determineranno il mondo di domani, fornendo una prospettiva critica e necessaria per comprendere le implicazioni profonde della trasformazione in atto.

La capacità di guidare questa transizione, definendo standard e controllando le tecnologie chiave, determinerà non solo il futuro dei trasporti ma plasmerà l’assetto energetico, economico e sociale delle nostre città.

Un ruolo importante in questa riflessione è scaturito dall’Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School, che si pone come punto di riferimento per l’analisi delle trasformazioni del settore.

L’Osservatorio, grazie a un approccio multidisciplinare, studia le implicazioni economiche, tecnologiche e sociali dei cambiamenti in corso, fornendo strumenti utili per affrontare le sfide della mobilità di oggi e di domani. Attraverso ricerche, analisi di scenario e proposte concrete, l’Osservatorio contribuisce a delineare strategie per un futuro in cui la mobilità sia più sostenibile, equa e accessibile a tutti, sottolineando l’impegno della Luiss Business School, di cui sono peraltro docente, su questi temi.

La nostra mobilità, un tempo simbolo di libertà individuale, rischia di trasformarsi in uno strumento di sorveglianza e manipolazione. I veicoli connessi, gli algoritmi di routing, e i sistemi di trasporto intelligenti promettono efficienza e sicurezza, ma allo stesso tempo introducono profondi cambiamenti nella natura della privacy e dell’autonomia personale. Solo sviluppando consapevolezza potremo guidare il cambiamento anziché esserne trasportati passivamente.

Fabio Pressi

Entra a far parte del Gruppo A2A a partire da gennaio 2021 come amministratore delegato e presidente di A2A E-Mobility. Docente alla Luiss Business School (Major in Management dei trasporti e mobilità sostenibile dell’Executive master in Advanced management e corso di Smart mobility nell’ambito dei precorsi Cross MBA Electives), ha maturato un’esperienza ventennale come top manager nel campo delle tecnologie intelligenti per la mobilità. Da marzo 2024 è presidente dell’Associazione Motus-E.

L’articolo originale è stato pubblicato sul numero di Fortune dell’aprile 2025 (numero 3, anno 8)

 

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