Ieri i mercati azionari hanno iniziato la giornata male e l’hanno conclusa peggio, dopo che i produttori di chip hanno riportato cali di fatturato a causa della guerra commerciale con la Cina e un discorso aggressivo del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha riacceso i timori sugli effetti stagflazionistici dei dazi.
L’indice S&P 500 ha perso il 2,2%, trascinato al ribasso dalle vendite nel settore tecnologico. Il Dow Jones ha ceduto l’1,7%, mentre il Nasdaq, fortemente orientato alla tecnologia, è sceso del 3,1%.
Nvidia ha chiuso in calo del 7% dopo aver rivelato che le restrizioni imposte da Donald Trump potrebbero costare all’azienda 5,5 miliardi di dollari. La politica vieta al colosso da mille miliardi di dollari di esportare un chip fondamentale in Cina, un mercato che secondo gli analisti rappresenta il 10% dei suoi ricavi. Anche la rivale Advanced Micro Devices ha perso il 7%, dopo aver segnalato che tali limitazioni potrebbero comportare un impatto fino a 800 milioni di dollari.
L’incertezza già esistente sulle politiche commerciali è stata ulteriormente accentuata da un discorso del presidente della Fed Jerome Powell, tenuto mercoledì pomeriggio, in cui ha avvertito che i dazi potrebbero creare uno “scenario impegnativo” per la banca centrale, caratterizzato da “maggiore inflazione e crescita più lenta”, ovvero una ricetta per la stagflazione.
“Non esiste un’esperienza moderna su come affrontare” la politica commerciale della Casa Bianca, ha dichiarato Powell in un discorso all’Economic Club di Chicago.
I rendimenti obbligazionari sono calati dopo le parole di Powell, segno del pessimismo degli investitori riguardo a una possibile recessione negli Stati Uniti. Il rendimento dei titoli del Tesoro decennali è sceso al 4,27% nel tardo pomeriggio, rispetto al 4,35% del mattino e al 4,48% della settimana scorsa, quando i mercati obbligazionari sono stati colpiti da un crollo legato alla guerra commerciale.
“I mercati stanno facendo fatica a gestire tutta questa incertezza, e ciò significa volatilità,” ha aggiunto Powell.
Il dollaro ha guadagnato terreno sull’euro mercoledì, ma ha perso circa il 6% del suo valore nell’ultimo mese, poiché gli investitori stanno riconsiderando il suo ruolo di bene rifugio. L’oro è rimasto vicino al suo massimo storico, a 3.352 dollari per oncia troy.
Nel corso della giornata, i dati sulle vendite al dettaglio hanno mostrato che molti consumatori si sono affrettati ad acquistare auto, elettronica e altri beni costosi il mese scorso, prima che i dazi facessero ulteriormente aumentare i prezzi.
Attualmente, gli Stati Uniti applicano un dazio di base del 10% sulla maggior parte dei Paesi, con un dazio combinato del 145% sui prodotti provenienti dalla Cina. Le merci provenienti da Canada e Messico sono soggette a dazi fino al 25%, così come le importazioni di auto, acciaio e alluminio. La Cina ha risposto la scorsa settimana imponendo un dazio del 125% sui beni statunitensi. I dazi dovrebbero far salire ulteriormente i prezzi al consumo e hanno contribuito a un crollo della fiducia dei consumatori, in calo per il quarto mese consecutivo.
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