L’ultimo rapporto Ivass svela: costi Rc auto maggiorati per sinistri, strade e risarcimenti, ma il 54% è un mistero. Un sistema predatorio che pesa sui cittadini onesti e intasa la giustizia.
La delinquenza ha un prezzo: paghiamo la polizza Rc auto 60 euro in più rispetto al resto d’Europa e siamo pure migliorati perché fino a pochi anni fa erano 200. Il dato lo rileva l’ultimo rapporto dell’Ivass, l’authority di vigilanza, riferito al 2023, ed è l’effetto del ricarico imposto dalle compagnie assicurative per difendersi dalle truffe.
Con 42,1 milioni di veicoli assicurati il conto per il Paese è di 4,2 miliardi. Un salasso che mina la competitività. Fonti dell’authority segnalano che il 46% di questi 60 euro è dovuto al fatto che abbiamo un numero più elevato di sinistri, strade messe peggio e risarcimenti più generosi in caso di decessi. Resta l’altro poco comprensibile 54%, che indirettamente va a pesare anche sui contribuenti poiché frodi e truffe stanno intasando la macchina giudiziaria che paghiamo con le nostre tasse.
In Italia si è registrato un premio medio di 286 euro rispetto ai 226 della media degli altri Paesi. Solo il Regno Unito registra un premio più alto, mentre sono più contenuti i prezzi in Spagna e Francia, rispettivamente a circa 176 euro e 186 euro.
Oltre al premio medio, è da sottolineare come il 2022 sia stato un anno negativo per i mercati assicurativi, tutti caratterizzati da margini per polizza negativi. Il margine tecnico per polizza – calcolato sottraendo al premio medio di tariffa, al netto delle tasse, il premio medio puro e le spese di acquisizione e gestione dei clienti – è stato inferiore di 22,8 euro in Italia, il più basso dopo quello del Regno Unito.
Di vincitori in questa storia se ne trovano pochi, ma ci sono.
Un sistema predatorio e subdolo, nutrito da una schiera di professionisti a libro paga delle organizzazioni mafiose, che hanno costruito un indotto a basso rischio giudiziario e ad alto rendimento vista la dimensione dei risarcimenti.
Medici che fabbricano referti falsi. Periti che certificano incidenti mai avvenuti. Finti testimoni che giurano di aver visto una macchina accartocciarsi o un pedone investito sulle strisce, dopo essere stati remunerati con apposito prezzario stabilito dai capizona della Camorra. Giudici di pace che lavorano per le compagnie assicurative come consulenti e al tempo stesso stabiliscono l’entità dei danni. Avvocati che scrivono pareri per maxi-ristori su sinistri inesistenti, incassando commissioni a mo’ di parcella.
La ricaduta è che a Napoli il cittadino onesto paga la polizza più alta d’Italia. Esempio: un’Audi Q3 se intestata ad un automobilista residente a Bologna costa 500 euro di Rc auto, che diventano 1.040 a Napoli. E così succede che a Trento (dove le polizze sono meno care) una finta società si è intestata 340 contratti di clienti residenti a Napoli.
L’articolo originale è stato pubblicato sul numero di Fortune Italia dell’aprile 2025 (numero 3, anno 8)