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Pirelli, dopo il voto del Cda decade il controllo di Sinochem

Pirelli, il vicepresidente esecutivo Marco Tronchetti Provera.
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Velasco25 Articolo

Il Cda di Pirelli, poco prima di approvare il bilancio al 31 dicembre 2024 con il voto favorevole di 9 consiglieri su 15, ha deliberato con voto di maggioranza la decadenza del controllo di Sinochem “ai sensi del principio contabile Ifrs 10”.

A esprimersi favorevolmente sono stati il vicepresidente esecutivo Marco Tronchetti Provera, il Ceo Andrea Casaluci e sette consiglieri indipendenti. La risoluzione ha visto, invece, i voti contrari del presidente Jiao Jian e i consiglieri Chen AihuaZhang HaitaoChen QianFan Xiahoua oltre che l’astensione Tang Grace. Il Cda, adesso, procederà proponendo all’assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo per azione pari a 0,25 euro per un totale di 250 milioni di euro.

La deliberazione sembra risolvere quell’impasse che, lo scorso 26 marzo, aveva reso necessario rinviare l’approvazione del rendiconto. Tuttavia Sinochem ritiene di possedere ancora il controllo dell’azienda, per tanto è disposta a mantenere al suo interno quel dissenso emerso nel corso della votazione.

La questione principale che ha portato il Cda a votare per la decadenza di Sinochem riguarda i dazi imposti dagli Stati Uniti, che si abbatterebbero su auto e componenti con alle spalle produttori o fornitori cinesi. Per questo, prodotti come i Cyber Tyre Pirelli, dotati di sensore che consente di dialogare con la centralina dell’auto, si troverebbero colpiti dai dazi a causa del ruolo di Sinochem.

Inoltre nonostante, dopo questa deliberazione, Sinochem rischi di vedere il suo ruolo nella governance aziendale ridimensionato, mantenendo solo una leadership azionaria, questo non è ancora sufficiente per esentare Pirelli dalle ripercussioni derivanti dalle norme Usa sui “connected vehicles” che entreranno in vigore tra il 2027 e il 2030.

Dopo l’intervento del governo con il Golden Power, tutt’ora al vaglio del comitato di Palazzo Chigi, che ha portato Sinochem ha un’erosione della propria influenza nel Cda, è iniziato un confronto tra Milano e Pechino per trovare un punto di equilibrio e che, invece, ha creato uno stato di tensione arrivato fino a questa deliberazione.

Ora sembra riaprirsi la partita sul riassetto dell’azionariato Pirelli, su cui i mercati stanno scommettendo da tempo. In questo contesto, sembra farsi strada Camfin, salita al 26,4% delle quote, con la possibilità di arrivare al 29,9%.

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