Secondo l’Apollo Global Management, la stagflazione è la combinazione tra crescita lenta e inflazione in aumento, con le guerre commerciali a rappresentare uno “shock da stagflazione”. In una nuova ricerca, il cui coautore è il capo economista Torsten Slok, la società prevede una serie di eventi che potrebbero portare alla catastrofe economica.
Le spedizioni di container dalla Cina agli Stati Uniti hanno subito un rallentamento dopo il discorso del Presidente Trump sui dazi annunciati nel Liberation Day. Considerando un tempo di viaggio di 20-40 giorni, i container spediti verso i porti statunitensi potrebbero fermarsi a maggio. Ciò significherebbe un rapido rallentamento della domanda di autotrasporti, seguito da una riduzione delle scorte nei negozi. Con questi segnali, si arriverebbe a un rallentamento delle vendite in primavera, mentre i licenziamenti nei settori della vendita al dettaglio e del trasporto potrebbero arrivare tra la fine di maggio e l’inizio di giugno. Poi, nell’estate del 2025, potrebbe prendere piede una vera e propria recessione.
Il rapporto Apollo, redatto dal capo economista Torsten Slok, dal direttore associato Rajvi Shah e dall’associato Shruti Galwankar, delinea una prospettiva economica desolante ed è essenzialmente un avvertimento sul fatto che l’economia statunitense si sta rapidamente avviando verso una recessione a causa delle interruzioni del commercio.
I segnali di allarme ci sono già, anche se il piano di Trump è stato annunciato solo qualche settimana fa. Il rapporto Apollo identifica specificamente le guerre commerciali come fonte di shock da stagflazione, perché generano un ritardo dell’attività economica a causa delle interruzioni nella catena di approvvigionamento e dei minori volumi commerciali. Allo stesso tempo, gli stalli commerciali fanno tipicamente aumentare i prezzi dei beni importati, riducendo la concorrenza. La temuta stagflazione deriva da una combinazione di crescita lenta o stagnante e aumento dell’inflazione. Non c’è stato un periodo prolungato di stagflazione importante per quattro decenni.
La nota di ricerca di Apollo avverte che importanti indicatori del sentiment delle imprese stanno calando in breve tempo e il modo in cui i consumatori stanno rispondendo è motivo di seria preoccupazione.
Calo della fiducia degli amministratori delegati
L’ultima indagine di Chief Executive sulla fiducia degli amministratori delegati mostra un calo dell’ottimismo, con il 62% degli alti dirigenti che ora prevede un rallentamento o una recessione entro sei mesi.
Gli amministratori delegati intervistati che hanno previsto una grave recessione sono passati dal 9% di marzo al 14% di aprile, secondo l’indagine mensile di Chief Executive. Inoltre, circa l’84% dei Ceo ha dichiarato di aver previsto una crescita dei ricavi all’inizio dell’anno, mentre solo il 49% l’ha prevista nel 2025 ritornando sulla questione ad aprile.
Ancora, solo il 9% degli amministratori delegati prevedeva una diminuzione dei ricavi all’inizio dell’anno, rispetto al 44% del sondaggio di aprile. Il forte calo dell’ottimismo dei Ceo si accompagna a un’analoga diminuzione delle prospettive positive dei consumatori.
Crollo del sentiment dei consumatori
In un nuovo grafico pubblicato domenica, Slok ha rilevato che una nuova quota record di famiglie effettua solo pagamenti minimi stando ai saldi delle carte di credito.
La Federal Reserve Bank di Philadelphia ha rivelato che i saldi delle carte di credito stanno mostrando segni di “sofferenza dei consumatori”. La percentuale di conti che effettuano pagamenti minimi ha raggiunto il massimo degli ultimi 12 anni secondo i dati della Fed, mentre le metriche di morosità sono state vicine o hanno stabilito nuovi massimi.
Allo stesso tempo, le persone sono sempre più preoccupate di perdere il lavoro, come mostra il rapporto Apollo.
Il Survey of Consumers dell’Istituto di Ricerca Sociale dell’Università del Michigan ha visto il suo Consumer Sentiment Index scendere a 52,1 in aprile, rispetto a 57 di marzo. Circa due terzi dei consumatori pensano che la disoccupazione aumenterà quest’anno, il doppio rispetto a sei mesi fa, secondo il direttore dell’Istituto ed economista Joanne Hsu, citato in un aggiornamento.
“In uno sviluppo allarmante, i consumatori sono sempre più preoccupati che anche le loro prospettive di reddito possano peggiorare”, ha continuato. Meno del 50% pensa che il proprio reddito aumenterà quest’anno e circa due terzi ritiene che il proprio potere d’acquisto si ridurrà nei prossimi mesi, ha rivelato l’indagine del Michigan.
Questo articolo è stato pubblicato originariamente su Fortune.com
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