Niente carte di credito, solo contanti. File interminabili per prendere un taxi. Semafori spenti. Chi il 28 aprile si trovava in Spagna racconta così l’incubo senza luce in cui è precipitata la penisola iberica. Un evento che si è risolto solo nella mattinata del giorno successivo. Il gigantesco blackout che ha colpito Spagna e Portogallo ha paralizzato la vita quotidiana e creato disagi infiniti. Mentre si indaga sulle sue cause, un’altra domanda è quella sulle conseguenze economiche.
Le ipotesi sulla causa del blackout: guasto sulla rete legata al solare
Il gestore della rete elettrica spagnola Ree (Red Eléctrica de Espana) avrebbe individuato due possibili guasti nella rete di produzione legata all’energia solare (in particolare nel Sud-Est del Paese), ma ha avvertito che le informazioni per ora non sono complete. Pedro Sanchez, premier spagnolo, ha escluso che il problema tecnico all’origine del blackout sia un “eccesso di produzione da parte delle rinnovabili”, una delle ipotesi che stanno circolando in queste ore e secondo cui alle origini dei guasti ci sarebbe lo sbilanciamento tra la quantità di energia da rinnovabili immessa in rete e, dall’altra parte, la domanda in grado di assorbirla.
Blackout, Spagna al buio in 5 secondi
Secondo il gestore alle 12.33 del 28 aprile la rete ha sofferto di una perdita di generazione elettrica, un evento seguito un minuto e mezzo dopo da un secondo episodio simile e dall’interruzione della connessione tra Spagna e Francia dovuta all’instabilità della rete. Una variazione nel flusso di energia che ha innescato una perdita di generazione “significativa” e che i sistemi della rete spagnola non sono riusciti a gestire. In 5 minuti la produzione di energia solare fotovoltaica sarebbe scesa da oltre 18 gigawatt a soli 8 gigawatt: al momento del blackout il 59% dell’elettricità spagnola era di produzione solare, prima di vento (12%), nucleare (11%) e gas (5%).
Per ora la stessa Red Electrica ha escluso il cyberattacco, anche se l’Alta Corte spagnola ha dichiarato che avrebbe aperto un’indagine per determinare la causa del blackout. Sanchez ha detto che il governo comunque non “esclude nessuna ipotesi” e che ci sarà una commissione di inchiesta del Consiglio nazionale di sicurezza. “Il governo chiederà conto delle responsabilità degli operatori privati”, ha detto.
Escluso anche il fenomeno meteo. In Spagna l’Asociación Estatal de Meteorología (Aemet) ha negato in modo categorico qualsiasi legame tra il mega blackout e un fenomeno meteorologico o atmosferico “insolito”, come si pensava in un primo momento. L’Aemet ha puntualizzato che “nella giornata del 28 aprile non è stato rilevato in Spagna nessun fenomeno meteorologico o atmosferico insolito, né sono state rilevate variazioni brusche della temperatura nella nostra rete di stazioni meteorologiche”.
I costi del blackout
Gli esperti sono ancora cauti, ma in Spagna nel pomeriggio di ieri già circolavano stime particolarmente fosche, con l’ipotesi che il blackout avrebbe potuto provocare danni sul Pil del Paese per 4,5 mld di euro.
Il punto di riferimento è, appunto, il prodotto interno lordo: in un giorno la Spagna produce una ricchezza che equivale a quattro miliardi e mezzo. Da qui la stima, relativa quindi a un blackout totale (come quello spagnolo) che duri un intero giorno lavorativo. La banca d’investimento RBC, ad esempio, ha valutato che il costo economico del blackout potrebbe variare tra 2,25 e 4,5 miliardi di euro.
In realtà nel caso della Spagna il blackout è durato di meno: è iniziato alle 12 e 30 del 28 aprile e alle 6 di mattina del 29 l’operatore spagnolo ha annunciato il ripristino del 99,16% della fornitura di energia elettrica in tutto il Paese. In ogni caso, gli esperti spagnoli stimano che il costo del blackout per il sistema economico spagnolo, considerando che non tutte le attività produttive vengono colpite allo stesso modo, sia stato di almeno un miliardo.
Gli altri grandi blackout della storia
Per impatto quello che ha colpito Spagna e Portogallo (che a sua volta ha subito conseguenze importanti) sembra uno dei maggiori blackout della storia, ma non è il più grave.
Tra gli altri più rilevanti si ricordano quello in India nel 2012, che colpì la metà della popolazione del Paese per due giorni consecutivi, e quelli in Sud America nel 2019 che colpirono in Argentina, Uruguay e Venezuela.
Un altro blackout rilevante fu quello nel Nord-Est degli Stati Uniti e Canada nell’agosto del 2003, e per cifre probabilmente quello più costoso di sempre. Con circa 50 milioni di persone colpite in otto Stati degli Usa, e nella provincia canadese dell’Ontario, e una durata che è arrivata, in alcune aree, anche a quattro giorni. In quel caso fu stimato un costo economico tra 6 e 10 miliardi di dollari, con un impatto da un miliardo di dollari solo per New York.
Sempre nel 2003 ci fu il famoso blackout che lasciò al buio 56 milioni di italiani per colpa di un albero caduto su una linea ad altissima tensione in Svizzera: in quel caso si stabilì che aveva contribuito alla gravità dell’evento la dipendenza del Paese dall’energia proveniente dall’estero. Nel caso spagnolo, invece, sotto accusa è stata messa la produzione domestica troppo legata a una singola fonte energetica.