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Conclave, il 7 maggio la Cappella Sistina accoglierà i 133 cardinali elettori

I Cardinali alla congregazione per la preparazione del Conclave.
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Velasco25 Articolo

Inizieranno, a partire dal 7 maggio, i lavori del Conclave che porteranno all’elezione del nuovo Pontefice. Dopo la formula “Extra omnes”, ossia ‘fuori tutti’, le porte della Cappella Sistina si chiuderanno e i 133 porporati elettori, inizialmente 135 prima che i cardinali Antonio Canizares Llovera e Vinko Pulji si ritirassero per motivi di salute, prenderanno avvio le consultazioni per nominare il successore di Papa Francesco che sarà annunciato con la consueta fumata bianca e la formula “Habemus Papam.

Il passo indietro del cardinale Becciu

Dopo l’annuncio della data di apertura del Conclave, è arrivata la notizia del passo indietro del cardinale Angelo Becciu, inizialmente uno dei più stretti collaboratori di Papa Francesco, il cui nome è legato a uno dei maggiori scandali finanziari che hanno colpito la Santa Sede negli ultimi anni: la compravendita da 200 milioni di euro del palazzo di Sloane Avenue, a Londra, pagato molto più del suo effettivo valore.

A seguito di questa inchiesta, Papa Francesco, pur lasciandogli il titolo da cardinale, aveva chiesto a Becciu di rinunciare ai diritti connessi a questo titolo. Il cardinale, dimessosi nel 2022, era tornato a presenziare a tutti gli eventi pubblici svoltisi in Vaticano, tra cui anche i funerali del pontefice di sabato scorso.

Becciu, condannato in primo grado nel 2023 e ora in attesa dell’appello, aveva sempre rivendicato il suo diritto a partecipare al Conclave, finché un’inchiesta del quotidiano ‘Domani’ non ha portato alla luce due lettere firmate dal Papa con una semplice ‘F’, una datata 2023 e l’altra risalente allo scorso marzo, in cui si esclude la sua partecipazione.

La decisione di fare un passo indietro sarebbe arrivata dopo che il cardinale Parolin, uno dei favoriti alla successione, avrebbe mostrato a Becciu le due lettere nella giornata di giovedì scorso.

“Avendo a cuore il bene della Chiesa, che ho servito e continuerò a servire con fedeltà e amore, nonché per contribuire alla comunione e alla serenità del Conclave, ho deciso di obbedire come ho sempre fatto alla volontà di Papa Francesco e di non entrare in Conclave pur rimanendo convinto della mia innocenza”, ha scritto Becciu in una nota.

Chi sono i 133 che comporranno il Conclave

I 133 porporati chiamati a eleggere il nuovo Pontefice, a partire dal pomeriggio del 7 maggio, provengono da 71 paesi in tutti e cinque i continenti: 17 provengono dall’Africa, 15 dal continente americano, 17 dall’Asia, 18 dall’Europa e 4 dall’Oceania. Si tratta del Conclave più globale della storia, in cui la componente europea è stata, praticamente, dimezzata.

Tra di loro il più giovane è il cardinale australiano Mikola Bychok, 45 anni; mentre il più anziano è il porporato spagnolo Carlos Osoro Serra, 79 anni.

Tra questi 135, ci sono 5 “veterani” creati da Papa Giovanni Paolo II: il francese Philippe Barbarin, il croato Josip Bozanic, il bosniaco Vinco Pulic e il ghanese Peter Turkson; altri 22 sono stati nominati da Benedetto XVI, mentre i restanti 108 (quasi l’80% del totale) hanno ricevuto la berretta cardinalizia da Papa Francesco.

Dei cardinali componenti il Conclave, 33 provengono da famiglie religiose: cinque dai salesiani (Charles Maung Bo, Virgilio Do Carmo da Silva, Ángel Fernández Artime, Cristóbal López Romero, Daniel Sturla Berhouet), quattro dai consacrati dell’Ordine dei frati minori (Luis Cabrera Herrera, Pierbattista Pizzaballa, Jaime Spengler e Leonardo Steiner), altri quattro dai gesuiti (Stephen Chow Sau-yan, Micheal Czerny, Jean-Claude Höllerich e Ángel Rossi), tre dai francescani conventuali (François-Xavier Bustillo, Mauro Gambetti e Dominique Mathieu), due dai redentoristi (Mykola Bychok e Joseph Tobin), altri due dai verbiti (Tarcisio Kikuchu e Ladislav Nemet). C’è poi l’agostiniano Robert Prevost, il capuccino Fridolin Ambongo Besungu, il carmelitano scalzo Anders Arborelius, il cistercense Orani João Tempesta, il clarettiano Vicente Bokalic Iglic, Gérald Lacroix dell’Istituto secolare Pio X, il lazzarista Berhaneyesus Demerew Souraphiel, il missionario della consolata Giorgio Marengo, il missionario del Sacro Cuore di Gesù John Ribat, lo scalabriniano Fabio Baggio e lo spiritano Dieudonné Nzapalainga.

Quali le procedure

Lunedì 5 maggio, alle 17:30, avverrà presso la Cappella Paolina il giuramento di riservatezza degli officiali e addetti al Conclave i cui lavori apriranno ufficialmente alle 16:30 di mercoledì 7 maggio. La mattina di mercoledì alle 10:00, invece, il cardinale Giovanni Battista Re, Decano del collegio cardinalizio che ha officiato i funerali di Papa Francesco, presiederà la messa per l’elezione del Romano Pontefice presso la Basilica di San Pietro.

Subito dopo la messa si svolgerà la processione verso la Cappella Sistina all’interno della quale i cardinali intoneranno l’inno “Veni, creator Spiritus” e presteranno giuramento. La Cappella michelangiolesca sarà allestita, per l’occasione, con banchi per gli scrutini e la stufa dove saranno bruciate le schede per le votazioni.

Sono previsti quattro scrutini al giorno, due la mattina e due al pomeriggio, e dopo la 34esima votazione si passerà al ballottaggio tra i due cardinali con il maggior numero di preferenze nell’ultima votazione, anche se rimane ferma la maggioranza dei due terzi. I due cardinali non potranno partecipare direttamente ai voti, se per un candidato si raggiunge la maggioranza dei due terzi questo è canonicamente proclamato Papa.

Una volta avvenuta l’elezione, l’ordine dei Cardinali diaconi richiama il maestro delle Celebrazioni liturgiche e il segretario del Collegio cardinalizio che chiederanno al neo eletto “Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?” (Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?), se la risposta sarà affermativa seguirà la domanda “Quo nomine vis vocari?” (Come vuoi essere chiamato?) alla quale il neo eletto dovrà rispondere con il proprio nome pontificale.

In seguito saranno bruciate le schede in modo che in piazza San Pietro si possa vedere la fumata bianca. Dopo l’accettazione il nuovo pontefice si ritirerà nella sacrestia della Cappella Sistina, conosciuta come la “Stanza delle lacrime”, dove indosserà i paramenti papali con i quali si presenterà ai fedeli. Seguirà la preghiera per il nuovo pontefice e l’intonazione del “Te Deum” che segnerà la fine del Conclave. Da qui l’annuncio “Habemus papam”, seguito dall’apparizione del nuovo eletto al Soglio Pontificio preceduto dalla croce astile, che impartirà la benedizione “Urbi et Orbi”.

Date le due presenze in meno tra i cardinali elettori, si abbassa anche il quorum necessario per eleggere il nuovo pontefice per il quale, ora, basteranno 88 voti.

 

 

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