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Primo maggio in cifre tra emergenza infortuni e salari

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“Il lavoro non può separarsi mai dall’idea di persona, dalla unicità e dignità irriducibile di ogni donna e di ogni uomo”. Sono parole dense e precise quelle pronunciante dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della celebrazione per la Festa dei lavoratori.

Parole che, in questo Primo maggio, dovranno servire da monito contro le storture di un mondo del lavoro sempre più afflitto dalla piaga delle morti e dal problema dei salari inadeguati, come sottolineato sempre dal Capo dello Stato.

Per far fronte all’emergenza, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla vigilia della festa dei lavoratori ha annunciato lo stanziamento di altri 650 milioni di euro destinati a “mettere in campo nuove misure concrete”. Fondi che “insieme ai 600 milioni già disponibili dei bandi Inail, destinati a cofinanziare gli investimenti delle imprese in questi ambiti, portano a oltre 1 miliardo e 200 milioni le risorse disponibili per migliorare la sicurezza sui posti di lavoro“. E per l’8 maggio il Governo ha annunciato un tavolo di confronto con i sindacati.

Ma guardiamo ai numeri.

Le vittime del lavoro

In Italia, nel 2024, di lavoro sono morte più di mille persone – in media quasi tre al giorno – e solo nei primi due mesi di quest’anno, rispetto allo stesso periodo dello scorso, le vittime sono aumentate del 16%: a gennaio e febbraio 2025 si contano già 138 decessi, 19 in più dell’anno precedente. Nell’ultimo quadriennio poi, dal 2021 al 2024, sono 4.442 le persone che nel nostro Paese hanno perso la vita sul lavoro.

Come evidenzia l’analisi dei dati Inail dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, il settore delle Costruzioni è quello in cui il numero di decessi è maggiore, con 564 vittime. Le aree con il rischio più alto sono al Centro e al Sud: Basilicata e Umbria sono in zona rossa da quattro anni consecutivi, seguite da Campania e Valle d’Aosta. Ad essere più vulnerabili i lavoratori over 65 e quelli stranieri, che registrano un tasso di mortalità doppio rispetto a quelli italiani. Colpisce anche il dato sugli studenti, (cresciuto di una unità tra il 2023 e il 2024): sono 13 quelli coinvolti in incidenti mortali sul lavoro.

Per quanto riguarda gli infortuni, nel 2024 in Italia se ne contano in totale 589.571 (+0,7% se paragonati al 2023), di cui ben 1.090 si sono rivelati fatali (+4,7% rispetto all’anno precedente). Nello stesso periodo si sono registrate invece 88.499 denunce (aumentate del 21,6% rispetto al 2023) di malattie professionali.

I salari inadeguati

Nel suo intervento dedicato al Primo maggio, Mattarella ha insistito anche sulla questione salariale, citando l’ultimo Rapporto mondiale 2024-2025 dell’Organizzazione internazionale del lavoro, in cui si nota che l’Italia nel lungo periodo ha una dinamica negativa, con salari reali inferiori a quelli del 2008.

“I salari inadeguati sono un grande problema, una grande questione per l’Italia: incidono anche sul preoccupante calo demografico, perché i giovani incontrano difficoltà a progettare con solidità il proprio futuro. Resta, inoltre, alto il numero di giovani, con preparazione anche di alta qualificazione, spinti all’emigrazione” ha sottolineato il presidente della Repubblica.

Il nostro Paese continua a fare i conti con l’elevato costo del lavoro: stando al rapporto annuale ‘Taxing Wages’ dell’Ocse, in Italia è aumentato il peso della tassazione complessiva sui salari. Il cuneo fiscale dei single senza figli è salito nel 2024 al 47,1%, con un balzo di 1,61 punti sul 2023, contro una media dei Paesi avanzati del 34,9% (+0,05 punti). Si tratta dell’aumento più significativo dell’area Ocse ed è l’unico superiore a 1 punto percentuale assieme a quello della Slovenia.

Per cuneo fiscale l’Italia si colloca quindi al 35esimo posto sui 38 Paesi dell’Ocse e al 23esimo per retribuzione netta dei dipendenti, con un salario netto di 41.438 dollari, contro una media di 45.123 dollari.

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