Una divisione di servizi di Credit Suisse si è dichiarata colpevole ed è stata condannata lunedì per il suo coinvolgimento in un piano volto a nascondere conti di cittadini statunitensi facoltosi alle autorità, secondo quanto riferito dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.
Tra il 2010 e il luglio 2021, Credit Suisse AG avrebbe lavorato con i propri dipendenti e con titolari di conti statunitensi ultra-ricchi per occultare denaro e beni depositati presso la banca svizzera, secondo le autorità.
Questo avrebbe permesso ai clienti statunitensi della banca di eludere il pagamento delle tasse, mentre Credit Suisse favoriva il piano offrendo servizi di private banking, come indicato nell’accordo di patteggiamento.
“Tra gli atti fraudolenti compiuti, i banchieri di Credit Suisse hanno falsificato documenti, elaborato carte di donazioni fittizie e gestito oltre un miliardo di dollari in conti senza documentazione attestante la conformità fiscale”, ha dichiarato il Dipartimento di Giustizia in un comunicato.
Il patteggiamento richiama l’accordo raggiunto nel 2014 tra la banca svizzera e le autorità, in cui Credit Suisse fu multata per 2,6 miliardi di dollari per aver aiutato contribuenti statunitensi a presentare dichiarazioni fiscali false. L’accordo del 2014 imponeva a Credit Suisse l’adozione di programmi per garantire il rispetto delle leggi statunitensi. Lunedì, le autorità hanno affermato che, negli anni successivi, Credit Suisse ha “commesso nuovi crimini e violato l’accordo di patteggiamento del maggio 2014 con gli Stati Uniti”.
Tra il 2014 e giugno 2023, Credit Suisse AG Singapore ha mantenuto conti non dichiarati per cittadini americani facoltosi, con contanti e beni per un valore superiore a 2 miliardi di dollari, secondo le autorità. Nel 2023, dopo l’inizio del processo di fusione tra Credit Suisse e UBS, UBS ha scoperto i conti presso Credit Suisse AG Singapore. UBS li ha congelati, ha avviato un’indagine e ha fornito informazioni al Dipartimento di Giustizia. In una dichiarazione, UBS ha affermato di aspettarsi un credito finanziario per la propria collaborazione.
Il colosso bancario svizzero ha accolto con favore la risoluzione di quella che ha definito “un’altra questione ereditata da Credit Suisse”, lunedì.
“UBS non è stata coinvolta nei comportamenti sottostanti e ha tolleranza zero per l’evasione fiscale”, ha dichiarato la banca in un comunicato. La stessa UBS aveva firmato un accordo di differimento del procedimento penale con le autorità statunitensi nel 2009 per cospirazione finalizzata a frodare gli Stati Uniti ostacolando la riscossione dell’IRS. UBS aveva accettato di pagare 780 milioni di dollari tra multe, sanzioni, interessi e risarcimenti.
Secondo la Securities & Exchange Commission, UBS gestiva circa 6.200 miliardi di dollari in attività a livello globale, di cui 2.000 miliardi gestiti negli Stati Uniti al 30 settembre 2024. Nel suo rapporto annuale di quest’anno, la direzione del gruppo UBS ha concluso che, a causa di problemi ereditati da Credit Suisse, esisteva una debolezza significativa nei controlli interni sulla rendicontazione finanziaria alla fine del 2024.
UBS ha dichiarato che, nonostante Credit Suisse non sia più un’entità legale separata, molti dei suoi sistemi di contabilizzazione, gestione contabile e del rischio sono ancora in uso. Considerando che nel 2024 le attività di migrazione erano ancora in corso, “la direzione ha concluso che al 31 dicembre 2024 esisteva una debolezza significativa nei controlli interni sulla rendicontazione finanziaria,” si legge nel rapporto annuale di UBS.
L’articolo originale è su Fortune.com
