PGIM_970x250_HEADER

Conclave, Fabio Marchese Ragona: “Dalla Chiesa di Papa Francesco non si tornerà indietro”

Papa, prossimo a riunirsi il Conclave che eleggerà il successore di Francesco.
PGIM_970x250_ARTICOLO
Velasco25 Articolo

Le porte della Cappella Sistina stanno per chiudersi alle spalle dei 133 cardinali che, dalle 16:30 di mercoledì 7 maggio, si riuniranno per eleggere il nuovo pontefice. Saranno consultazioni complesse, dal momento che l’elezione del successore di Papa Francesco al Soglio di San Pietro appare come una delle più attese degli ultimi anni.

A destare curiosità, oltre al toto nomi esploso negli scorsi giorni, è la frattura all’interno del Conclave tra conservatori e progressisti che oggi appare molto più netta di ieri. Tante sono le tematiche in gioco: la politica estera dalla Russia alla Cina, le questioni etiche che riguardano i divorziati e le coppie di fatto, la continuità o meno con la missione di Papa Francesco per una Chiesa più aperta e globale.

“In questo scenario sarà fondamentale trovare una sintesi tra una Chiesa più tradizionalista e una più pastorale”, spiega Fabio Marchese Ragona, vaticanista Mediaset e co-autore dell’autobiografia di Papa Francesco “Life”.

Il vaticanista Fabio Marchese Ragona, co-autore dell’autobiografia di Papa Francesco “Life”.

Le divisioni interne al Conclave sembrano più marcate rispetto al passato, ad esempio su temi come la comunione per i divorziati e la benedizione delle coppie omosessuali, su quale soluzione si potrebbe convergere?

Attualmente si sta cercando di capire quale profilo dovrà avere il nuovo papa, una questione non facile. Nonostante si siano fatti tanti nomi, non è da escludere che la scelta del nuovo pontefice possa ricadere su una figura di cui non si è mai parlato. È già successo in passato e potrebbe riaccadere in futuro.

Occorre tener conto che molti dei cardinali che si riuniranno ancora non si conoscono, questo vale soprattutto per i porporati più giovani e che provengono dai paesi più periferici.

Si tratta di un momento particolarmente importante, in cui è perfettamente normale che emergano le due diverse anime in seno alla Chiesa. Secondo me non ci saranno grossi passi indietro e non avranno seguito posizioni particolarmente estreme, in un senso o in un altro.

Alla fine, credo che si convergerà su una figura che possa mettere in dialogo questi due mondi, garantendo una sintesi tra di loro. Una figura che possa incarnare le istanze dei cardinali più legati alla tradizione ma mantenendo, al contempo, un profilo pastorale che ricordi quali sono state le priorità di Papa Francesco e le porti avanti.

Chi sono i tre candidati italiani per la successione a Papa Francesco

L’accordo provvisorio con la Cina sulla nomina dei cardinali a Pechino, l’apertura all’Islam e la mediazione nel conflitto russo-ucraino. Queste le sfide internazionali che attendono il nuovo pontefice. Quale rotta crede che seguirà?

Credo che su tutti e tre i fronti la strada potrebbe essere quella della continuità.

Per quanto riguarda l’accordo con la Repubblica Popolare Cinese, serve del tempo e occorre continuare a dialogare per avere ulteriori progressi. Il Vaticano ha dovuto confrontarsi con un mondo complesso, che ha una storia molto antica; quindi c’è ancora da fare per trovare un accordo in mezzo a queste importanti differenze culturali.

Per quanto riguarda l’apertura con l’Islam, nonostante le resistenze e gli inviti alla prudenza che arrivano da altri cardinali [come il cardinale Robert Sarah], credo che questo sia uno dei punti sui quali non si possa retrocedere. Chiunque prenderà il posto di Papa Francesco avrà la priorità di proseguire questo dialogo religioso, sia con l’Islam che con altre confessioni.

Sul fronte russo-ucraino, il Vaticano più volte si è proposto come attore di mediazione. Importanti sono state le missioni del cardinal Zuppi a Mosca, passate molto sottotraccia, per trattare il rilascio degli ostaggi e soprattutto per la questione dei bambini ucraini rapiti dalla Russia. Il ruolo di mediatore del Vaticano è stato molto importante, particolarmente su quest’ultimo punto, e credo che là dove sarà possibile continuerà a muoversi per il dialogo e la pace.

Il Papa ha profondamento riformato la Banca Vaticana, funestata da numerosi scandali, un traguardo importante. Ora occorre cercare di rimettere in pari i bilanci ancora in rosso (-74 mln di euro nel 2024 e un buco da 750 mln nel fondo pensione per i dipendenti) e portare a termine l’iter per inserire la scomunica ai mafiosi nel codice di diritto canonico. Cosa manca ancora per risolvere questi punti?

La riforma di Papa Francesco sulla Banca Vaticana è stata fondamentale e il suo successore dovrà portare avanti percorso e completarlo per rendere le finanze vaticane il più trasparenti possibile. Non sarà facile, lo stesso Papa Francesco nel corso del suo pontificato ha più volte ribadito di aver incontrato numerose resistenze, ma è una priorità assoluta.

Per ripianare i bilanci del Vaticano il nuovo papa dovrà circondarsi di persone competenti che si occupino della spending review e della razionalizzazione delle spese. Tuttavia, non va tutto male su questo fronte. I bilanci del governatorato sono abbastanza buoni così come sembrano buoni i bilanci dell’Apsa (Amministrazione del patrimonio della sede apostolica), entrambi infatti sono in attivo.

Tutti questi obiettivi costituiscono un’importante responsabilità che Papa Francesco ha lasciato in eredità al suo successore. Tra questi compiti c’è anche il contrasto agli abusi sui minori che devono terminare una volta per tutte. Una terribile malattia che ha colpito la Chiesa e che ancora non si è riusciti a sconfiggere. Chi prenderà il posto di Jorge Mario Bergoglio al Soglio Pontificio dovrà impegnarsi su questo fronte: facendo chiarezza, garantendo vicinanza alle vittime e punendo il più possibile non solo i colpevoli ma anche chi li copre.

Papa Francesco ci lascia con una Chiesa più trasparente, vicina agli ultimi e soprattutto globale. Crede che questa tendenza sia davvero irreversibile?

Mi sembra ovvio che anche su questo punto non si tornerà indietro. Il nuovo papa dovrà continuare a incarnare una Chiesa aperta al mondo e che sa far sentire la propria voce ovunque ci sia disperazione e sofferenza. Dovrà assolutamente mantenere quella vicinanza ai più poveri e alle periferie del mondo che Francesco ha avuto lungo tutto il suo pontificato.

Ad anticipare le consultazioni del Conclave l’allarme su un Occidente “vuoto di valori”, cosa dovrà fare il nuovo pontefice per colmare questo vuoto?

Tutto dipende, innanzitutto, dalla società in cui si vive. Papa Francesco, citando il filosofo Zygmunt Bauman, ha parlato di una società ormai ‘liquida’ in cui si sta perdendo la certezza su valori che prima ritenevamo inscalfibili.

La Chiesa deve fare una riflessione su come far sentire di nuovo la propria voce e riportare i suoi figli a parlarsi. Questa è un’esigenza fondamentale perché le chiese si stanno svuotando, soprattutto in Occidente e nel Nord Europa. Per questo è importante che il nuovo papa sappia proseguire la missione pastorale di Francesco, è importante che sappia parlare alle persone e rimettersi in contatto con i giovani e i ragazzi che popolano i social network. Credo sia questo il profilo che emergerà.

PGIM_300x600_ARTICOLO side
PS25 Box

Leggi anche

Ultima ora

Iscriviti alla nostra Newsletter

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.