I mercati azionari sono saliti giovedì dopo che la Casa Bianca ha condiviso i contorni di un accordo commerciale con il Regno Unito. Si tratta del primo accordo del genere dopo che il presidente Donald Trump aveva sospeso, un mese fa, i dazi reciproci con il resto del mondo. L’intesa ha dato a Wall Street la speranza che gli Stati Uniti possano proseguire i negoziati commerciali e, auspicabilmente, evitare una recessione.
L’S&P 500 e il Dow Jones hanno chiuso in rialzo dello 0,6%, dopo essere saliti fino all’1,3% nel corso della giornata. Il Nasdaq, a forte componente tecnologica, è cresciuto dell’1,1%.
Il Bitcoin è salito a 101.500 dollari e i prezzi del petrolio greggio sono aumentati, mentre l’oro è sceso, segno che gli investitori sentono meno il bisogno di rifugi sicuri.
L’accordo mantiene un dazio base del 10% sulle importazioni dal Regno Unito, ma riduce le tariffe su automobili, acciaio e alluminio. In cambio, il Regno Unito si è impegnato ad acquistare più manzo ed etanolo dagli Stati Uniti e a ridurre i dazi su 2.500 prodotti americani.
Trump ha elogiato l’accordo, lasciando intendere che sarà il primo di una lunga serie. “Fareste meglio ad andare a comprare azioni adesso”, ha detto ai giornalisti nello Studio Ovale, aggiungendo che l’economia “sarà come un razzo”.
Ha anche accennato ai negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina previsti per il weekend, dicendo di aspettarsi discussioni importanti. A proposito dei dazi ha affermato: “Al momento, non si può andare oltre. Siamo a 145. Quindi sappiamo che scenderanno”.
Nel frattempo, forti risultati trimestrali da parte di varie aziende hanno contribuito a far salire l’S&P 500. Tapestry, proprietaria dei marchi di moda Coach, Kate Spade e Stuart Weitzman, è cresciuta del 3,7% grazie a vendite e profitti superiori alle attese, trainati da un maggior appeal verso i clienti più giovani. Axon Enterprise, produttrice del Taser, ha guadagnato il 14,1% grazie alla forte crescita e a una revisione al rialzo delle previsioni di fatturato.
Nonostante un calo della fiducia tra consumatori e CEO, l’economia si è finora dimostrata resiliente: il mese scorso sono stati creati 177.000 posti di lavoro, proprio mentre venivano annunciati i dazi, la spesa è rimasta stabile e le richieste di sussidi di disoccupazione sono rimaste basse.
Tuttavia, le case automobilistiche hanno lanciato un avvertimento tramite l’American Automotive Policy Council (AAPC), che rappresenta Ford Motor Company, General Motors e Stellantis. In una dichiarazione, il presidente del consiglio ha sottolineato che l’industria automobilistica statunitense è “fortemente integrata con Canada e Messico; lo stesso non si può dire per Stati Uniti e Regno Unito”.
“Siamo delusi che l’amministrazione abbia dato priorità al Regno Unito rispetto ai nostri partner nordamericani”, ha dichiarato Matt Blunt. “Con questo accordo, ora sarà più economico importare un veicolo britannico con pochissimi componenti americani, rispetto a un veicolo conforme all’USMCA proveniente da Messico o Canada e composto per metà da parti statunitensi”.
Blunt ha affermato che questo danneggia le case automobilistiche americane, i fornitori e i lavoratori del settore.
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