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Microsoft, il piano per l’Italia raccontato dall’Ad Vincenzo Esposito

Vincenzo Esposito, Ad di Microsoft Italia.
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Velasco25 Articolo

Intervista a Vincenzo Esposito (Microsoft Italia) che racconta il piano dell’azienda per diffondere l’AI sul territorio italiano.

Quando intervistiamo Vincenzo Esposito nella sala riunioni della Microsoft House affacciata su Porta Volta, a Milano, l’Ad della filiale italiana del colosso americano sta per partire per Seattle. Ad aprile Microsoft ha festeggiato i suoi 50 anni annunciando nuove funzioni per il suo assistente di AI Generativa Copilot, come la capacità di agire in autonomia, di ‘ricordare’ le informazioni più importanti e, nelle intenzioni, di diventare un vero ‘compagno’ digitale.

Mentre Redmond sforna novità, la filiale italiana  (che in concomitanza compie 40 anni) conferma il proprio radicamento sul territorio e continua a spingere per diffondere l’intelligenza artificiale. Per farlo può contare su un mix di infrastruttura (i suoi data center) e network (un esercito di 15mila aziende partner). Sempre con uno sguardo attento alla sicurezza, dice l’Ad.

Non è un caso se dagli Usa piovono investimenti: 4,3 mld di euro in due anni in Italia su cloud e AI, ma anche sullo sviluppo delle competenze digitali. Esposito racconta che i data center lombardi servono ormai più di 5mila clienti.

Mezzo secolo di storia dell’azienda, 40 anni di presenza in Italia e Copilot che ha ormai oltre 15 mesi di attività nel nostro Paese: il 2025 per voi è un anno importante.

Assolutamente, e vogliamo continuare a essere rilevanti. Oggi la nostra cloud region conta oltre 5.000 clienti attivi, non solo italiani: ci scelgono anche aziende internazionali che operano nel Sud Europa e nel Mediterraneo. Stiamo espandendo la region ampliando l’infrastruttura e aumentando i servizi – il tutto con la massima attenzione a resilienza e sicurezza. A breve, verranno lanciati i servizi di AI quali Azure OpenAI e Copilot direttamente dalla regione italiana.

La rete italiana è pronta a supportare questi data center? E qual è la posizione di Microsoft sul tema del cloud sovrano?

Nel progettare i nostri data center, adottiamo sempre tecnologie di ultimissima generazione. Questo vale non solo per le prestazioni computazionali, ma anche per l’efficienza energetica. Inoltre, acquistiamo esclusivamente energia da fonti rinnovabili.

Sul tema del cloud sovrano, stiamo investendo fortemente in soluzioni che, pur sfruttando la struttura del cloud pubblico in termini di scala e innovazione, diano al cliente il pieno controllo dei dati, archiviati e gestiti in conformità con le normative e le politiche locali, con la possibilità di residenza nei nostri data center in Italia. Ci impegniamo affinché i dati restino nel Paese e nell’Ue. Per i clienti che richiedono standard ancora più stringenti – come quelli della Pa o dei settori strategici – offriamo il controllo completo dei dati e la gestione autonoma della crittografia, rendendoli indipendenti da Microsoft.

In ambito Psn, il Polo strategico nazionale, la chiave di crittografia può essere gestita da una terza parte, in questo caso il nostro partner Leonardo, garantendo così un cloud sovrano al 100%.

Il leadership team di Microsoft Italia.
Il leadership team di Microsoft Italia.

Ha citato il Psn, nel quale Microsoft è coinvolta insieme ad altri ‘hyperscaler’. Che ‘palestra’ è stata per voi?

I risultati del primo anno e mezzo sono molto positivi: molte pubbliche amministrazioni stanno migrando. Questo approccio può diventare un riferimento anche per altri Paesi: ha fatto da ‘apripista’ a livello internazionale anche all’interno della stessa Microsoft. Si riescono a unire la necessità di tecnologie all’avanguardia e una gestione sicura e compliant dei dati, senza dover investire ulteriormente in infrastrutture dislocate sul territorio.

Ci auguriamo che la Pa non solo continui a migrare sul cloud, ma che vada oltre, dando avvio a processi di vera innovazione a vantaggio di una maggiore efficienza e di un miglior servizio ai cittadini. Anche nel settore privato, molte realtà italiane hanno già migrato gran parte – se non la totalità – dei loro servizi sul cloud. Il fatto di poter contare su data center italiani ha accelerato ulteriormente questa adozione. Ora il passo successivo è l’AI. Eseguire modelli localmente, direttamente nei nostri data center italiani, consente prestazioni migliori e un uso più esteso degli strumenti AI.

Le Pmi rischiano di essere escluse?

In realtà, la rivoluzione AI e cloud è un’enorme occasione di democratizzazione tecnologica. Venti anni fa solo le grandi aziende potevano permettersi certe strutture informatiche. Oggi anche una piccola realtà può accedere a tecnologie avanzate grazie a un modello a consumo. Abbiamo lanciato il progetto AI L.A.B. e collaborato con oltre 400 aziende per aiutarle nell’adozione dell’intelligenza artificiale. Per raggiungere le piccole imprese abbiamo anche avviato un programma in collaborazione con Confapi e i nostri partner per portare l’AI a livello territoriale. Inoltre, stiamo investendo nella formazione: quest’anno formeremo un milione di persone. Il vero gap oggi non è tecnologico, ma di conoscenza.

Ora una domanda scontata, che vale la pena fare a chi guida un gigante del tech nel nostro Paese. L’intelligenza artificiale cancellerà o creerà posti di lavoro?

La storia ci insegna che le grandi innovazioni creano più opportunità di quante ne distruggano. Il vero tema è la transizione. Come accompagnare chi lavora oggi verso un futuro in cui la produttività media (e quella italiana oggi è obiettivamente ferma) aumenterà grazie alla tecnologia? Per questo investiamo tanto nello ‘skilling’: per non lasciare nessuno indietro e far sì che il Paese colga davvero questa occasione. L’introduzione degli agenti AI (anche utilizzando Copilot Studio o Azure AI Foundry per crearne di personalizzati), richiede un approccio per gradi. Il consiglio è partire dai propri dati. Non serve sempre il modello di ultima generazione: serve il più adatto ai propri casi d’uso. Il modello perfetto non esiste, esiste il continuo adattamento alle applicazioni dell’azienda.

Avete un approccio aperto a tutti i modelli AI: su Azure AI Foundry ce ne sono oltre 1.800, tra cui quello italiano di iGenius. Cosa rappresentano per voi le realtà del nostro Paese che sviluppano Llm? Finora una sola startup italiana è stata acquistata da Microsoft: Solair, nel 2016.

Siamo una piattaforma: è nostro interesse mettere a disposizione tutti i modelli più performanti. Monitoriamo il mercato, selezioniamo le soluzioni più promettenti e le proponiamo per il nostro marketplace. Far leva su tecnologia italiana, da italiano mi rende orgoglioso. Sarebbe bello vedere sempre più aziende italiane innovative distinguersi e aiutarle a scalare anche valutando acquisizioni. Tutto si basa sulle soluzioni e sulla rilevanza per il cliente, che guida le nostre scelte strategiche.

Quest’anno avete presentato Majorana 1, il processore quantistico che potrebbe tagliare i tempi di costruzione di questi computer grazie a uno stato della materia mai osservato prima, il che vuol dire possibilità infinite per l’ingegneria e la scienza.

Abbiamo investito venti anni in questo progetto. Ora siamo in una fase di sperimentazione, ma cominceremo a integrare i primi chip quantum anche nella nostra infrastruttura.

La cover del numero di maggio di Fortune Italia

L’Italia avrà un ruolo nel futuro del quantum computing? Ci sono diverse di queste macchine in costruzione nel nostro Paese…

Credo proprio di sì. Ci sono eccellenze nel supercalcolo e un investimento crescente nella ricerca. Il nostro approccio è ecosistemico e l’Italia è parte integrante di questo ecosistema da 40 anni.

Lei festeggia in questi giorni i due anni alla guida della filiale: bilanci e prospettive future?

È stato un biennio di grande dinamismo. E posso dire con un certo orgoglio per la nostra squadra che l’anno scorso la filiale italiana si è distinta per crescita e impatto rispetto ad altri paesi dove Microsoft opera, a conferma della spinta innovativa dell’Italia.

Stiamo vivendo un momento di svolta. L’adozione dell’intelligenza artificiale sta accelerando a un ritmo mai visto. Nei prossimi 3-5 anni vedremo un cambiamento radicale nel modo di lavorare, interagire, fare ricerca. Come Microsoft dobbiamo essere la benzina di questo motore, ma anche fare in modo che il Paese sia pronto, con competenze e cultura adeguate.

Una lista infinita di progetti

Dalla ricerca alla produttività, passando per la cultura: ecco alcune iniziative targate Microsoft in Italia

 

Tra i suoi tanti compleanni italiani, Microsoft ha recentemente festeggiato quello dell’AI L.A.B, che in poco più di un anno ha portato a 600 progetti diversi con 400 aziende e 35 partner coinvolti. Intanto è partita anche la AI National Skills Initiative, per formare 1 milione di italiani. Una lista lunghissima alla quale si aggiungono anche altre iniziative, come quella di un ‘gemello virtuale’ della Basilica di San Pietro. Abbiamo chiesto a Esposito quali siano i suoi progetti preferiti.

  • Pangenoma – Iniziativa internazionale del Crea, prevede l’utilizzo di Azure e dei data center italiani di Microsoft per esaminare quantità enormi di dati e trovare un grano più resistente ai cambiamenti climatici.
  • R&D – La storica azienda italiana Brembo usa l’AI generativa di Microsoft per scoprire nuovi materiali. “Stiamo usando questo approccio anche nel pharma e nella chimica”, dice Esposito.
  • Il tempo è denaro – L’AI ha permesso di automatizzare i processi più ripetitivi (“in media con Copilot si possono risparmiare 10-12 ore al mese per persona”, secondo l’Ad). Nel caso di Sace quel tempo viene reinvestito anche in progetti sociali.
  • La Basilica di San Pietro: AI-Enhanced Experience – La tecnologia consente a visitatori di tutto il mondo di ammirare e interagire con la Basilica di San Pietro anche nei suoi punti inaccessibili. Esposito racconta che tutto è nato da una visita del presidente Microsoft Brad Smith in Vaticano. Due anni e 400mila immagini ad alta risoluzione dopo, anche San Pietro ha il suo gemello digitale.

 

L’articolo originale è stato pubblicato sul numero di Fortune Italia del maggio 2025 (numero 4, anno 8)

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