L’apparente riluttanza di Tesla a sviluppare nuovi modelli di veicoli elettrici in grado di espandere il marchio in nuovi segmenti del mercato automobilistico globale, comprese le auto compatte, sta tornando a perseguitarla.
Mercoledì scorso, l’Associazione cinese delle autovetture (Cpca) ha pubblicato dati secondo cui Tesla, il mese scorso, ha consegnato 58.459 berline Model 3 e crossover Model Y dalla sua fabbrica GigaShanghai.
Si tratta di un calo del 6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, che aveva lo stesso numero di giorni lavorativi e rappresenta il settimo calo mensile consecutivo su base annua. È anche il dato più basso dal 2022, quando lo stabilimento ha faticato a funzionare a pieno ritmo a causa dei lockdown in tutta la città dovuti all’epidemia della variante Omicron del Covid. Di conseguenza, le attività di Tesla a Shanghai sono scivolate al quarto posto nella classifica nazionale dei maggiori produttori di veicoli elettrici e ibridi plug-in (o “veicoli a nuova energia”, secondo la terminologia cinese), dietro a Geely e SAIC-GM-Wuling, nonché al leader di mercato Byd.
“Le speranze di Tesla per una ripresa sostenuta in Cina sono svanite poiché la concorrenza si sta facendo più agguerrita”, ha dichiarato Eric Han, senior manager della società di consulenza Suolei di Shanghai, al South China Morning Post. “I suoi rivali cinesi, puntando sui nuovi modelli e su strategie di prezzo aggressive, hanno attirato un maggior numero di consumatori”.
La domanda di veicoli elettrici Tesla sta calando rapidamente, in particolare in Europa
Tesla non è affatto l’unica azienda occidentale ad affrontare difficoltà nel mercato cinese delle auto elettriche, caratterizzato da una concorrenza spietata e ormai completamente dominato dai marchi locali. Tuttavia, è l’unica che vale più delle dieci maggiori case automobilistiche messe insieme. In genere, il primo mese di ogni trimestre Shanghai destina all’esportazione da un terzo alla metà del proprio volume.
Poiché i dati all’ingrosso includono le auto prodotte sia per il mercato interno che per quelli esteri come l’Australia, il calo continuo segnala una più ampia debolezza della domanda di Tesla. TSLA China ha registrato 7,3 mila immatricolazioni assicurative nella settimana dal 28 aprile al 4 maggio.
Considerando le festività cinesi dal 1° al 5 maggio, TSLA Giga Shanghai è rimasta aperta solo 3 giorni lavorativi la scorsa settimana. Dopo cinque settimane, il secondo trimestre registra un calo del 9,1% su base trimestrale e del 14,5% su base annua.
La Cpca non ha ancora fornito una ripartizione esatta, i dati saranno disponibili alla fine del mese, ma i dati settimanali sulle assicurazioni in Cina indicano che le vendite nazionali di Tesla nel trimestre sono in calo del 15% finora. Questo dato si aggiunge ai dati più recenti che mostrano come la domanda delle sue auto in Europa sia crollata del 37% nel primo trimestre e abbia continuato a precipitare ad aprile.
Musk punta tutto su due cavalli: Cybercab e Optimus
Ciò potrebbe imputarsi al passaggio del Model Y a una versione più recente, che può rallentare le linee di assemblaggio mentre vengono risolti i problemi iniziali. Tuttavia, durante la conference call sui risultati del primo trimestre di Tesla alla fine del mese scorso, i dirigenti hanno affermato che tutti e quattro gli stabilimenti sono già in grado di produrre il nuovo Model Y allo stesso ritmo del vecchio. Ciò suggerisce che il problema più profondo è che Musk non ha investito in nuove auto. Ha invece insistito sul fatto che Tesla non abbia bisogno di copiare le case automobilistiche sviluppando modelli diversi per segmenti diversi, una scelta che ha paragonato a quella di Nokia di offrire telefoni a conchiglia di diverse dimensioni.
Tesla ha invece bisogno solo di uno o due prodotti di punta che dominino il mercato: per Musk, si tratta del robotaxi Cybercab e del robot Optimus. Per sostenere la domanda in calo in Cina fino al lancio di questi due prodotti, secondo i media locali Tesla starebbe preparando una nuova versione di auto a basso costo. Altre speculazioni non confermate riguardano la possibilità che Tesla stia preparando le cosiddette versioni Mini e Maxi della Y, con quest’ultima in grado di offrire sette posti per ospitare genitori, nonni e bambini.
Bivio per la valutazione da capogiro di Tesla
In ogni caso, la valutazione di Tesla sembra trovarsi a un bivio, per usare una delle metafore preferite di Musk. Gli investitori sono attualmente disposti a pagare quasi 100 volte di più per gli utili del prossimo anno, sulla base delle stime di consenso che indicano che l’azienda è pronta per una crescita esplosiva.
Questo multiplo esorbitante si basa sulla convinzione che la scommessa ad alto rischio di Musk sull’intelligenza artificiale “nel mondo reale”, sulla robotica e sulle flotte di veicoli autonomi a noleggio darà i suoi frutti.
Che Tesla venda 410.000, 440.000 o 470.000 auto nel secondo trimestre non fa praticamente alcuna differenza dal punto di vista finanziario nel contesto di un’azienda con una capitalizzazione di mercato di 0,9 trilioni di dollari.
È anche un po’ ridicolo ossessionarsi per le vendite di auto proprio mentre stanno per essere lanciati i robotaxi. I pessimisti sostengono che i dati sulle vendite di veicoli elettrici, come quelli provenienti dalla Cina o dall’Europa, dimostrino che Musk ha trascurato in modo deplorevole il suo core business automobilistico e ha distrutto il marchio della sua azienda.
Dubitano che i suoi sforzi nel campo dell’intelligenza artificiale saranno in grado di giustificare il tipo di valutazione che le altre azioni dei Magnifici Sette possono solo sognare. I rialzisti, convinti che l’azienda valga più del suo attuale valore di mercato di 900 miliardi di dollari, prestano invece poca attenzione al business dei veicoli elettrici, ritenendo che le sue auto siano l’equivalente Tesla dell’iPod, un prodotto che alla fine è diventato obsoleto con il lancio dell’iPhone da parte di Apple. L’intelligenza artificiale e la robotica rappresentano ora il fulcro della storia azionaria di Musk.
L’articolo originale è stato pubblicato su Fortune.com