“Quando eravamo molto giovani Andy Warhol mi fece sapere che avrebbe voluto dipingere Valentino. Noi accettammo pensando si trattasse di un omaggio. Una volta finito il lavoro, quattro quadri in tutto, per avere i dipinti ci chiesero una cifra che non potevamo assolutamente permetterci. ‘E allora perché li avete ordinati?’ ci dissero da New York”.
A raccontarlo, mentre sorride pensando agli esordi della maison di cui è stato l’anima imprenditoriale, è Giancarlo Giammetti, cofondatore della casa di moda Valentino. Uno dei ritratti di cui parla – realizzato da Warhol nel 1974 – è parte del percorso espositivo ‘Orrizzonti/Rosso’ con cui la Fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti ha inaugurato oggi a Roma PM23, il nuovo spazio culturale al civico 23 di Piazza Mignanelli, sede storica della casa di moda a pochi passi da Piazza di Spagna.

Protagonista indiscusso della mostra – in cui arte e moda si fondono parlando la lingua della bellezza – è il colore rosso, simbolo dell’esperienza creativa di Valentino Garavani. “Nessun altro designer è stato così sistematico: Valentino è stato l’unico couturier ad avere costruito un corpus espressivo tanto riconoscibile attorno a un solo colore”, hanno spiegato i curatori. In cinquant’anni di carriera infatti, lo stilista di Voghera ha sempre incluso nelle sue collezioni almeno un abito rosso, facendone di fatto una firma.

Il percorso
Nei nuovi spazi PM23, aperti al pubblico a partire dal 25 maggio, si potranno ammirare in totale 80 elementi: 50 abiti tra i più iconici di Valentino e 30 opere d’arte moderna e contemporanea, molte delle quali esposte per la prima volta nella Capitale.
Tra gli artisti in mostra, oltre ad Andy Warhol, anche Cy Twombly, Francis Bacon, Jean-Michel Basquiat, Mark Rothko e Pablo Picasso. Ma non solo. Ci sono i maestri italiani, come Alberto Burri, Lucio Fontana e Mario Schifano. E c’è l’opera site-specific dell’artista emergente Thomas Paquet: una grande fotografia che incornicia una selezione di 24 tra i vestiti più celebri dello stilista, tra cui quello indossato nel ’93 da Naomi Campbell per un servizio fotografico.
Il percorso si articola in quattro stanze e un lungo corridoio, dedicati ognuno a quello che potrebbe definirsi un orizzonte interpretativo del rosso. E quindi: il rosso come bellezza, come identità, come paesaggio emotivo, come superficie e – nel gran finale – come orizzonte onirico. Nella prima stanza, quella dedicata alla bellezza, si potrà ammirare il famosissimo ‘Fiesta’, l’abito apparso nella collezione d’esordio del 1959, in dialogo con l’ultimo, del 2008. Entrambi sono caratterizzati da una grande idea di movimento: le donne si muovono continuamente e così Valentino voleva che facessero i suoi abiti.

La fondazione
Dopo la mostra presentata oggi – come annunciato da Giammetti a margine della visita con i giornalisti – PM23 ospiterà altre grandi esposizioni annuali che coniugheranno arte e moda, guardando però anche al tema dell’educazione.
La Fondazione si impegnerà poi nel sostegno di bambini e anziani. “Stiamo dialogando con il Bambino Gesù per realizzare la copertura del cortile esterno al Pronto Soccorso – ha annunciato Giammetti – E poi ho un altro sogno: vorrei finanziare un centro per supportare gli anziani nell’utilizzo della tecnologia”, perché anche loro sappiano rispondere alle sfide del presente.

Sabato 24 maggio è prevista una grande festa con red carpet per mostrare i nuovi spazi agli amici Vip della Fondazione. Oltre ad attori e personaggi influenti della Capitale, dovrebbero arrivare in Piazza Mignanelli anche la modella Liz Hurley e il suo nuovo compagno, Billy Ray Cyrus, musicista country e padre di Miley Cyrus.