Intesa Sanpaolo nel segno della continuità, con l’integrazione di Ubi Banca appena chiusa. Unicredit cambia tutto, con nuova guida e cda appena insediati. Due amministratori delegati, Carlo Messina e Andrea Orcel, e la loro idea di banca, a confronto. La versione completa di questo articolo, a firma di Fabio Insenga, è disponibile sul numero di Fortune Italia di maggio 2021.
LA PRIMA E LA SECONDA banca italiana. Due banche profondamente diverse. La competizione tra Intesa Sanpaolo e Unicredit è sempre stata un argomento giornalistico e la tentazione di confrontare continuamente numeri e risultati ha impegnato a lungo gli stessi management.
Oggi, più che la competizione diretta nel derby d’Italia fra colossi bancari, è interessante capire quale approccio hanno di fronte a una rapidissima trasformazione del settore del credito e dei rispettivi modelli di business. Il modo migliore per farlo è ‘pesare’ le parole dei due Ceo.
Carlo Messina è al suo posto dal settembre 2013 e ha appena chiuso l’integrazione di Ubi Banca. Andrea Orcel è in sella dal 15 aprile, scelto e pagato a peso d’oro per rilanciare il gruppo di Piazza Gae Aulenti dopo l’uscita non proprio concordata di Jean Pierre Mustier.
UNICREDIT, L’ARRIVO DI ORCEL
Proprio dall’eredità lasciata dal banchiere francese deve ripartire Orcel. Le cessioni degli ultimi anni hanno aumentato la solidità patrimoniale ma hanno anche causato una contrazione dei ricavi. Così come la proiezione internazionale del Gruppo ha costruito una presenza globale ma ha progressivamente indebolito il peso delle attività italiane. Ora, nelle attese degli azionisti e del mercato, il nuovo Ad è chiamato a fare scelte diverse.
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