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Una vetrina per la moda emergente

Brand indipendenti, giovani stilisti emergenti e studenti delle Accademie di moda: sono queste le parole chiave di Altaroma, la manifestazione arrivata alla quindicesima edizione, presieduta da Silvia Venturini Fendi, che si è svolta dal 4 al 7 luglio presso il PratiBus District e che rappresenta l’appuntamento estivo della moda romana. Chiariamo subito: la moda con la “M” maiuscola resta a Milano. Ma la capitale già da diversi anni con Altaroma sta facendo lo sforzo – osteggiato dai fondi che sono stati decurtati di anno in anno – di creare un incubatore di talenti da far crescere offrendo una vetrina a tutti quei giovanissimi che puntano a diventare astri nascenti del fashion system.

Il fulcro di Altaroma, infatti, è il concorso Who’s On The Next, promosso da Vogue Italia, che storicamente fa scouting dei talenti migliori (riuscendoci bene: sono tanti gli stilisti individuati dalle ultime edizioni del concorso che sono diventati nomi nella moda italiana. Stella Jean, Brognano, Aquilano.Rimondi, Marco de Vincenzo, Albino, Paula Cademartori, Gabriele Colangelo, Giancarlo Petriglia, solo per citarne alcuni).

In questa edizione, a vincere è stato il romagnolo Federico Cina, 25 anni, che ha sfilato sulle note di Luigi Tenco “Mi sono innamorato di te” con una collezione che mischiava lino e lana, con giacche “bordate da pezzi di vere tovaglie da pranzo romagnole” e caratterizzata da enormi cappelli in rafia che sembravano vasi rovesciati sulle teste. Il brand di Federico Cina nasce a Cesena nel 2016 quando, ancora studente, si fa conoscere grazie a sfilate organizzate da accademie internazionali e il primo premio al Fashion Clash Festival a Maastricht nel 2017. Per quanto riguarda gli accessori, invece, ha vinto il premio ‘Pitti Tutoring & Consulting Prize’, la collezione di scarpe di Matteo Maiorano. Entrambi gli stilisti avranno accesso a un programma di sostegno per l’ingresso nel mercato della moda di sei mesi. Non solo: per Federico Cina si apriranno le porte delle passerelle milanesi della Camera della Moda che ospiterà il giovane stilista a Milano Moda Donna nell’edizione di settembre 2020, oltre a un premio in denaro.

La seconda caratteristica degna di nota di Altaroma è Showcase, l’esposizione di brand e giovani stilisti organizzata negli interni del Pratibus District che ogni giorno ha permesso a buyer e stampa di toccare con mano le collezioni di abbigliamento e accessori Made in Italy: circa 70 designer si sono avvicendati nei giorni della manifestazione ed alcuni hanno avuto anche l’opportunità di sfilare negli eventi di “Rome is my runway”, sfilate collettive dedicate ai giovani stilisti provenienti dalla regione Lazio. Il titolo delle sfilate è anche l’hashtag scelto dall’intera manifestazione di Altaroma, che tiene a sottolineare il ruolo della città eterna come fonte di ispirazione dei creativi emergenti.

In effetti, proprio Roma ha fatto da maestra a tanti stilisti che hanno studiato e che si sono formati nella capitale per poi spiccare il volo nell’alta moda internazionale: come Alessandro Michele, direttore creativo che ha cambiato il volto di Gucci negli ultimi anni, ma anche Pier Paolo Piccioli designer di Valentino, Maria Grazia Chiuri di Dior, o le stesse sorelle Fendi. Peccato, però, che Roma non riesca a diventare un vero hub della moda, nonostante le opportunità che Altaroma offre anche alle varie Accademie (che hanno presentato i lavori degli studenti durante la prima giornata della manifestazione). Pur essendo palpabile lo sforzo di organizzare una settimana ricca di attrattive, si percepisce una certa indifferenza da parte degli addetti ai lavori rispetto alla centralità dell’evento, che resta, quindi, di secondo piano; i nomi maggiormente “di peso” della giuria di Who’s On The Next – Suzy Menkes (Vogue International), Emanuele Farneti (Vogue Italia), e Silvia Venturini Fendi – non erano nemmeno presenti alla sfilata finale prima della premiazione (e d’altronde quasi contemporaneamente si stava svolgendo la sfilata Haute Couture di Dolce e Gabbana nella Valle dei Templi di Agrigento), senza contare la mancanza anche di quei “big” (Balestra, Gattinoni) che nelle altre edizioni hanno sempre omaggiato Altaroma con una loro sfilata.

Ad ogni modo la manifestazione resta una bella finestra dalla quale sbirciare le tendenze che saranno: le stampe giapponesi sui blazer di Roi du Lac, i cerchietti di Bianca Gervasio, gli stivali animalier colorati di Alberto Audenino, le linee minimali di Programma, il trench destrutturato di Apnoea. Brand di cui sentiremo parlare, e che hanno avuto qui la propria rampa di lancio.

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