Relazioni umane e networking professionale: asset irrinunciabili nel mondo del lavoro di oggi. Conn@ctions, l’evento ospitato a Roma dalla John Cabot University, ha approfondito la centralità di questi aspetti per lo sviluppo della business community nazionale, grazie al contributo di 24 speaker, tra imprenditori, innovatori, manager e accademici che si sono alternati sul palco.
“Conn@ctions è importante perché rappresenta un punto di partenza per parlare in maniera strutturata, critica e multiforme del capitale sociale”, ha spiegato a Fortune Italia Benedetto Buono, founding partner di Buono & Partners, promotrice dell’iniziativa. “Il capitale sociale deve essere considerato al pari del capitale finanziario, economico e tecnologico. Il mondo del lavoro di oggi è uno scenario in continuo divenire: per navigarlo al meglio e avere successo non si può che puntare sulle relazioni umane”.
Visibilmente soddisfatta Antonella Salvatore, direttrice dell’Alta Formazione della John Cabot University. “Siamo molto contenti di aver ospitato questo evento dedicato a networking e relazioni umane. La John Cabot è una realtà abituata al continuo confronto con varie istituzioni, organizzazioni e imprese. La relazione umana è alla base del successo di ciascuna istituzione”.
“Cresciamo ponendoci sempre la domanda del ‘come’, davanti alle nuove sfide, ai problemi. La domanda chiave, in realtà, dovrebbe essere quella del ‘chi’: chi ha le competenze adeguate per aiutarci a risolvere quel determinato problema. Chi sa scegliere le persone giuste, ha un rendimento di gran lunga superiore rispetto a chi fa tutto da sé. Con tre vantaggi: risparmia energia mentale, evita la procrastinazione, accede in modo istantaneo a competenze, conoscenze e intuizioni della persona che lo aiuta”. L’intervento di Pasquale Natella, head hunter e Ceo di Exs Italia, mette in risalto quello che lui definisce il Fattore ‘C’. “Ci vuole un ‘chi’ per ogni aspetto della vostra vita: non è un costo, ma un investimento. La collaborazione batte la concorrenza”.
Parlare oggi di relazioni umane all’interno delle aziende, significa parlare di sostenibilità nelle HR. “La people sustainability è un’unità nuova e risponde all’esigenza di porre sempre più l’accento sul fattore umano”, spiega Olga Sbutega, responsabile della people sustainability di Enel. “Sostenibilità nelle risorse umane è un concetto olistico, molto ampio. Riguarda la formazione continua, l’upskilling e il reskilling. Ma riguarda anche il benessere dei dipendenti, un tema su cui ci sono state grande evoluzioni a partire dalla pandemia. Oggi c’è maggiore ascolto ai bisogni e alle esigenze dei lavoratori”.
La pandemia ha accelerato il cambiamento anche del mondo universitario. “Fino a qualche anno fa, la didattica a distanza era considerata appannaggio delle università telematiche”, analizza Massimo Rubechi, docente di diritto costituzionale all’Università di Urbino. “Oggi si possono integrare, sia all’università che nella pubblica amministrazione, canali in presenza e da remoto, incrementando l’efficienza. Un nuovo approccio che rappresenta una sfida affascinante di cui dovremo seguire i prossimi sviluppi”.
“La nostra università cerca di creare quel contesto giusto in cui, per mezzo di attività extracurricolari, gli studenti possano comprendere l’importanza delle relazioni umane e di come queste possano rappresentare un motore di innovazione”, chiarisce Andrea Rossi, Ad e direttore generale dell’Università Campus Bio-Medico di Roma. “Il confronto, specialmente tra persone che la pensano in maniera diversa, porta a creare quello spirito critico che permette ai ragazzi di maturare e di crescere e di affrontare il contesto professionale con gli strumenti giusti per avere successo nella professione e nella vita”.
