Ambizione, valorizzazione dell’identità locale e aumento esponenziale delle coproduzioni internazionali. Sono questi alcuni degli auspici che i grandi broadcaster globali e rappresentanti di major, da Netflix a Sony, insieme ad alcuni dei più importanti produttori mondiali hanno rivolto alla produzione audiovisiva italiana al termine della terza edizione dell’Audio-Visual Producers Summit 2024, i tavoli di lavoro sull’audiovisivo organizzati a Reggio Calabria da Apa Service con il sostegno del MiC, Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, del MAECI/ICE e della Fondazione Calabria Film Commission.
Giunti per lo più da Stati Uniti e Regno Unito, gli addetti ai lavori internazionali si sono confrontati con i colleghi italiani cercando stimoli, punti d’incontro e sfide per il futuro. Wayne Garvie, presidente di Sony Pictures Television, parafrasando “Il Gattopardo” ha chiuso il suo intervento dicendo: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi”, sottolineando la necessità di accogliere la nuova era delle coproduzioni, in cui l’audiovisivo italiano si riappropri di storie riconducibili alla propria cultura per realizzare delle partnership efficaci e virtuose a livello internazionale. Garvie ha citato la serie “Doc – Nelle tue mani” (Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction) come esempio di un eccellente prodotto squisitamente italiano ma trasversale e capace di parlare a un pubblico globale.
Sul tema dell’Intelligenza Artificiale si sono poi confrontati John August, regista, produttore e sceneggiatore di alcuni dei film di Tim Burton e Damien Viel, Chief Digital & Marketing Officer di Banijay Group. “Dobbiamo tutelarci – hanno detto – la prima ad essere colpita dall’IA è la scrittura, e per questo siamo stati i primi a scioperare ad Hollywood e a portare avanti la nostra battaglia: occorre una legge che regolamenti come tutte le aziende intendano usare l’IA”.
Ad aprire i lavori, insieme alla presidente di CineCittà, Chiara Sbarigia e presidente di Apa Service, Marco Follini, il Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni: “Attraverso il linguaggio dell’audiovisivo l’Italia si racconta al mondo, mettendo in mostra le proprie eccellenze, dai territori unici in quanto a bellezza e straordinario patrimonio culturale. Un racconto che si fa crescita, anche economica: attraverso occasioni come queste l’industria dell’audiovisivo italiana si rafforza, consolidando rapporti con altri Paesi come ponti per la conquista di mercati e pubblico sempre più internazionali”.
L’internazionalizzazione del prodotto è stato il tema ricorrente dei panel che ha coinvolto anche l’AD di Rai Cinema Paolo Del Brocco e la Direttrice di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati. Bilancio positivo per Rai Fiction che, dal 2019 ad oggi, ha rilevato un incremento del 50% di vendite: Ammirati ha sottolineato la vocazione local dei prodotti della serialità del servizio pubblico “profondamente italiani nella cultura, nel mood, nella lingua” che hanno ricevuto un grande apprezzamento all’estero tanto da diventare glocal (come “Imma Tataranni – Sostituto procuratore”, “Il paradiso delle signore”, “Doc – Nelle tue mani”) e con il fenomeno “Mare Fuori” venduto in 40 paesi e che avrà una versione spagnola e americana. “Fondamentale dunque stringere partnership con player stranieri”: la quarta stagione de “L’amica geniale” diretta da Laura Bispuri è coprodotta con HBO e andrà in onda a novembre, mentre con la Finlandia si sta lavorando su un titolo italianissimo come “Torna a Surriento”. La vera sfida nelle coproduzioni è dunque l’individuazione di prodotti che abbiano una trasversalità pur nelle differenze culturali e di pubblico. A proposito di esportabilità, Paolo Del Brocco ricorda l’apprezzamento del cinema italiano all’estero: “se è vero che i nostri film non diventano blockbuster, d’altra parte vengono invitati a festival internazionali, raggiungono una platea molto vasta e vengono venduti in tanti paesi: “Mio Capitano” di Matteo Garrone pur non trionfando agli Oscar è stato venduto in 50 paesi nel mondo”.
La produttrice Manuela Cacciamani ha enfatizzato il valore e le opportunità offerti dalla tecnologia virtuale, invitando i colleghi produttori a intercettare una risorsa come i content creators, gli editori digitali, capaci di raggiungere un pubblico più ampio e più giovane, un’opportunità che potrebbe creare nuovi posti di lavoro.
Il summit si è concluso con un focus su Sky Studios con Emanuele Marchesi, Head of Editorial Content, che ha ribadito la linea editoriale degli studios che punta su una diversificazione del palinsesto con prodotti per audience differenti, da “Call my agent – Italia” a “Un’estate fa” al prossimo “M – Il figlio del secolo”, in uno scenario che è cambiato radicalmente con l’arrivo degli streamer.