Buoni e cattivi, giornalisti e aziende (a seconda dei punti di vista): scardinare questa polarizzazione è uno degli obiettivi del Brand journalism Festival, dedicato a un mondo in crisi ma ancora pieno di opportunità. In Campidoglio a Roma è stato presentato il festival del 12 novembre, che si terrà nella Capitale nella sede di Talent Garden.
Sono stati illustrati il programma completo dell’iniziativa e i temi che verranno dibattuti nel corso dell’evento: dalla sostenibilità all’AI, per una comunicazione etica e responsabile.
Nel corso dell’evento un think tank composto da esperti del mondo dell’editoria, del giornalismo, della corporate communication e del mondo accademico si riunirà ad un unico tavolo per dibattere su come il giornalismo e la comunicazione aziendale stanno cambiando.
Durante la conferenza di presentazione, moderata dalla giornalista Lavinia Spingardi, Ilario Vallifuoco, Ceo Social Reporters e organizzatore del Brand Journalism Festival, dice che “questo è un evento di missione, perché oltre a esplorare i vari tipi di comunicazione, da quella tradizionale alle inchieste moderne addirittura targate Netflix o Patagonia, bisogna scardinare quel concetto per cui i giornalisti sono buoni e le aziende cattive. Una polarizzazione da smontare anche con le persone più avvedute del panorama in Italia. Bisogna inserire diverse sensibilità per capire come i protagonisti di questa discussione siano le persone che ricevono contenuti: il giornalismo ha a che fare con la tenuta della società stessa”.
Secondo Francesco Carpano, consigliere dell’Assemblea capitolina, “il brand journalism può rappresentare, con caratteri di indipendenza e autorevolezza, linfa vitale per il settore”. Per Fabio Insenga, Vice Direttore Adnkronos, il festival è “uno spazio dove confrontarsi tra posizioni diverse con un approccio ‘laico’. Una grande opportunità per testate e giornalisti. L’errore dell’editoria è stato quello di sottovalutare la valorizzazione del proprio prodotto. Spero che in questo festival si possa mettere sul tavolo quel valore”.
Fernando Vacarini, responsabile Media Relations, Corporate Reputation & Digital PR di Unipol, dice che “non esistono coperte di Linus che ti proteggano. Se non sei trasparente e non fai contenuti di qualità non vai da nessuna parte. Se vuoi raccontarti la cosa migliore è farlo senza parlare di te. E più importante affrontare le tematiche in maniera corretta e trasparente”. Inoltre “poter far parlare persone con posizioni diverse è un valore soprattutto oggi che tutto è urlato”. Il manager racconta l’esperienza di Changes, targato Unipol. “Il paradosso è che nel mondo dei blog si cerca di avvicinare i giovani che non si avvicinano alla stampa tradizionale. Con Changes eravamo partiti con un blog, dopo due anni ci siamo detti di voler raggiungere anche gli over 50 con numeri cartacei. Sei anni dopo il numero cartaceo fa faville”.
“Tema fondamentale del festival sarà la CSR, le buone pratiche delle aziende su cui le imprese investono. Ma se non si dice realmente la verità, se non si è trasparenti, la prima a perderci e l’azienda stessa”, sottolinea Vallifuoco.
Il programma completo dell’evento è disponibile qui.