Venerdì l’agenzia di rating Moody’s ha migliorato il punteggio dell’Argentina, menzionando le riforme economiche del nuovo presidente e il miglioramento delle finanze pubbliche. Moody’s ha anche alzato le prospettive sulla seconda economia del Sud America. Il presidente argentino Javier Milei ha ricevuto un importante voto di fiducia, grazie all’introduzione di riforme radicali per trasformare la seconda economia del Sud America.
L’agenzia di rating Moody’s vede un minor rischio di default del debito e venerdì ha migliorato il paese di un gradino, portandolo da Ca a Caa3 e alzando l’outlook da stabile a positivo.
Sebbene il nuovo punteggio dell’Argentina rimanga nel territorio dei cosiddetti ‘titoli spazzatura’, l’upgrade rappresenta il primo in cinque anni e arriva mentre Milei ha migliorato notevolmente l’economia del Paese ad appena un anno dal suo insediamento.
“I fondamentali del credito argentino sono migliorati nel corso dell’ultimo anno, come risultato degli efficaci e vigorosi aggiustamenti politici che hanno portato a una stabilizzazione del contesto macroeconomico”, ha affermato Moody’s.
L’inflazione è in netto calo, la spesa pubblica è stata ridotta e il deficit si sta riducendo. In effetti, a novembre il governo ha registrato un avanzo dello 0,1% del PIL, invertendo la tendenza rispetto al deficit del 4,4% del PIL registrato nello stesso periodo dell’anno precedente.
Ciò sta migliorando anche le prospettive del debito. Dopo che il debito ha raggiunto il 156% del suo rapporto col PIL nel 2023, Moody’s ha stimato che sia sceso al 77% lo scorso anno e ha previsto che scenderà ulteriormente al 50% entro il 2026.
La ‘shock terapy’ a base di libero mercato messa in atto da Milei per l’Argentina, storicamente afflitta da un’elevata inflazione, da una crescita anemica, da una burocrazia onerosa e da inadempienze sul debito, gli è valsa il soprannome di “el loco”, ovvero il pazzo.
Oltre ai massicci tagli alla spesa e ai licenziamenti di dipendenti governativi, dopo l’insediamento di Donald Trump, lunedì scorso, si è vantato di aver eliminato più di 900 regolamenti.
Tra questi, una norma per alcuni lavoratori statali che garantiva ai loro figli di ottenere il posto di lavoro dopo la loro morte e una norma sulla vendita di patate “normali” che consentiva ai banchi di verdure di ottenere un bonus, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal.
Milei ha persino creato un Ministero per la Deregolamentazione e la Trasformazione dello Stato, guadagnandosi fan a destra come Elon Musk, che è a capo del Dipartimento per l’Efficienza del Governo sotto l’amministrazione Trump.
Certo, le improvvise riduzioni della spesa pubblica di Milei hanno colpito l’economia. Moody’s ha stimato una contrazione del PIL del 3,5% nel 2024. Ma vede anche un rapido rimbalzo con una crescita del 3% quest’anno.
Nel frattempo, l’inflazione è ancora alta, ma ben al di sotto dei livelli precedenti. Il tasso annuo era di ben 211 punti percentuali quando Milei è entrato in carica alla fine del 2023. A novembre è sceso al 166% e Moody’s prevede che quest’anno scenderà al 40%.
Un’amnistia fiscale che ha contribuito a portare 20 miliardi di dollari in attività dall’estero e nuove misure per attrarre flussi di valuta estera hanno permesso all’Argentina di accumulare le sue riserve internazionali, ha aggiunto Moody’s.
“L’energico cambiamento delle politiche fiscali e monetarie, la stabilizzazione delle finanze esterne e l’adozione di riforme orientate al mercato hanno rafforzato la fiducia del settore privato nazionale e riacceso il dinamismo del credito e dei mercati finanziari nazionali”, ha dichiarato.
C’è ancora del lavoro da fare. Moody’s ha sottolineato che l’allentamento dei controlli sui capitali non ha scatenato un’improvvisa volatilità dei flussi in entrata o in uscita. Troppo ottimismo potrebbe anche sovrastimolare l’economia e creare altri squilibri, ha avvertito.
Tuttavia, secondo Moody’s, un nuovo accordo con il Fondo Monetario Internazionale rafforzerebbe ulteriormente il sentimento degli investitori e contribuirebbe a diversificare le fonti di finanziamento dell’Argentina, che potrebbero alimentare i settori chiave della crescita economica.
Ha dichiarato “Un’accelerazione degli flussi di investimenti esteri legati a vari progetti nel settore energetico per sfruttare le vaste risorse naturali di idrocarburi del Paese, migliorerebbe le prospettive di crescita e di esportazione dell’Argentina nel medio termine, rafforzando ulteriormente il profilo di credito sovrano”.
L’articolo originale è su Fortune.com