Andrea Battista racconta il suo percorso in Net Insurance e spiega perché dell’espressione ‘black swan’ si fa un uso improprio.
“Il risultato degli investimenti dello scorso esercizio è nel complesso pari a 20,3 milioni di euro e ricomprende il ricavo sul titolo Augusto (pari a 7,5 milioni di euro), frutto dell’attività di recupero legata alla vicenda del cosiddetto cigno nero”.
Per Net Insurance l’espressione coniata da Nassim Nicholas Taleb per indicare gli eventi più rari, in grado di cambiare il corso delle cose, non è solo una figura retorica. È una linea di bilancio precisa, come si legge nei risultati al 31 dicembre 2024 della compagnia assicurativa guidata da Andrea Battista. Una linea di bilancio che ricorda quanto un singolo evento, un vero ‘cigno nero’, possa cambiare la storia di un’azienda.
Affrontare il cigno nero
La vicenda è tanto nota quanto intricata, e risale a 7 anni fa: poco dopo il closing dell’acquisizione di Net Insurance tramite la Spac quotata in Borsa Archimede, da lui fondata, Battista scopre che dalle casse della stessa Net Insurance sono spariti 26,6 milioni di euro di Btp.
Battista ha raccontato tutto in un libro, ‘Exit Strategy‘, edito da Luiss: “Svolgere accurata e faticosa due diligence, definire e poi trattare quasi sino all’ultimo il prezzo, calibrare ogni micro aspetto contrattuale dell’acquisizione per poi trovarsi senza 26 milioni e più di euro (su poco oltre 40 di patrimonio netto) nell’attivo di una società che in teoria adottava controlli rafforzati in quanto assoggettata alla vigilanza. Senza dubbio è per chiunque un tremendo shock, appena si realizza che non è un romanzo né uno stress test”.
A quell’evento (talmente eccezionale che la stessa Net Insurance lo chiama ‘cigno nero’ nei suoi documenti finanziari) è legata una frode finanziaria dai contorni internazionali e la figura di Gianluigi Torzi, broker molisano coinvolto anche in altre vicende e condannato in primo grado dalla giustizia della Santa Sede per un’altra inchiesta legata ai fondi della Segreteria di Stato del Vaticano e alla compravendita di un palazzo a Londra.
Aiutare la giustizia e ‘ripulire il mercato’
Contrariamente a quanto avviene solitamente in queste situazioni, dove il recupero delle somme è spesso minimo o nullo, Net Insurance è riuscita a riavere quasi tutto (“circa 22 mln su 26, di cui l’ultima tranche dalla Augusto Spa, coinvolta nell’emissione dei titoli”, racconta Battista a Fortune Italia) grazie a un mix di strategia legale e pragmatismo commerciale. “Abbiamo usato tutti gli strumenti a disposizione, inclusi provvedimenti straordinari come il Worldwide Freezing Order ottenuto dall’Alta Corte di Londra” per bloccare il patrimonio di Torzi e spingerlo alla restituzione.
Dopo aver portato Net Insurance in Borsa tramite la Spac Archimede e negli anni in cui dava inizio alla caccia al ‘cigno nero’, il manager ha portato a casa l’Opa di Poste, che oggi ha quasi il 60% del capitale della compagnia.
Per Battista la vicenda del cigno nero riassume i compiti di una compagnia assicurativa, il suo posto nel mondo: “Quando si scoprono vicende del genere un soggetto come Net Insurance deve aiutare la giustizia a compiere il suo corso, altrimenti il mercato non si ripulisce mai. Infatti abbiamo transato, per riavere la cifra perduta, ma non abbiamo mai rinunciato ad azioni penali”.
Le ragioni del successo di Net Insurance
Intanto Net Insurance cresce: i conti 2024 recitano 277,4 milioni di euro di raccolta, con un +15% trainato dalle garanzie del comparto Vita (+21%), e un risultato dei servizi assicurativi da 50,5 milioni di euro contro i 28,6 milioni di euro del 2023. “Crescita e redditività, spesso considerate inconciliabili, sono per noi due facce della stessa medaglia,” sottolinea Battista.
Le ragioni di questo successo risiedono in diversi fattori, secondo Battista: non solo il Vita, ma anche il posizionamento di mercato nel settore della cessione del quinto (“una leadership indiscussa che ci consente di crescere alle nostre condizioni, non a quelle del mercato”) e gli accordi strategici nella bancassicurazione.
L’uso maldestro dell’espressione cigno nero
A proposito di cigni neri, Battista ritiene che l’espressione ormai venga utilizzata con una certa approssimazione. Quando descrive gli scorsi anni per il mondo delle assicurazioni usa con cautela la parola “crisi”, che almeno per il comparto Vita è stata effettivamente consistente. “Complessivamente è stata una crisi ben gestita. La raccolta vita è tornata positiva ovunque, anche quando è andata fortemente in deficit”.
Anche Net Insurance nell’ultimo anno ha beneficiato di un contesto favorevole (e “il 2025 sarà ancora più favorevole”, secondo Battista), con la ripresa graduale dei mutui e dei prestiti personali, che ha trainato la domanda di polizze di protezione del credito.
Ma Battista è ottimista soprattutto per un altro motivo: “Nel Paese sta emergendo finalmente una cultura della protezione”. Un trend strutturale spinto dalle carenze della protezione pubblica, come dimostrato dall’aumento della domanda di polizze sanitarie private anche nelle Regioni storicamente ben servite dal Sistema sanitario nazionale.
Per il Ceo di Net Insurance il 2025 è caratterizzato da condizioni favorevoli per l’assicurazione danni, specialmente in un contesto di tassi di interesse stabili o leggermente in calo: “Si tratta del famigerato ciclo invertito delle assicurazioni, che consiste nel prendere i soldi prima di pagare i sinistri. I tassi troppo alti sono un disincentivo a fare bene”.
Per quanto riguarda la tecnologia, Battista si è mostrato scettico sull’applicabilità estesa della blockchain (“non è detto che una tecnologia che sta prendendo piede in tutti i settori abbia successo anche nel settore assicurativo”), mentre considera l’intelligenza artificiale come uno strumento estremamente utile, specialmente nella gestione dati e nel miglioramento della customer experience.
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Il vero cigno nero
Battista ripete che secondo la definizione di Taleb, quello del ‘cigno nero’ è “un evento tecnico preciso. Per quanto riguarda il nostro, all’appello mancano ancora circa 4 milioni di euro che Net Insurance ha chiesto alla società di revisione Bdo, coinvolta nella vicenda”, dice Battista, che potrebbe riuscire nell’impresa di recuperare tutta la cifra sottratta, in linea con l’ultima delle 13 regole per la gestione delle crisi contenute nel suo libro: “Non demordete mai”.
L’articolo originale è stato pubblicato sul numero di Fortune dell’aprile 2025 (numero 3, anno 8)