Sull’Ops su Banco Bpm “ci sono alcuni elementi nel golden power che, a nostro avviso, non sono chiari. Stiamo cercando di chiarirli. Dobbiamo esaminarli prima di prendere una decisione definitiva”. Andrea Orcel, amministratore delegato di Unicredit, dice agli analisti di non avere fretta sulla doppia partita, italiana e tedesca, giocata in questi mesi dal colosso bancario. Ma in entrambi i casi accelera sulla necessità di un dialogo con i governi coinvolti.
Su Banco Bpm, ad esempio, “Unicredit sta per avviare colloqui con funzionari del governo italiano per chiarire una serie di aspetti legati alle condizioni imposte alla sua offerta pubblica di acquisto su Banco Bpm”, ha detto Orcel in un’intervista a Bloomberg news. Mentre in un’altra intervista il manager dice che su Commerzbank la banca può “aspettare fino al 2027”.
Niente fretta, quindi, nonostante sia stato riportato che nel Cda che ha preceduto la pubblicazione dei risultati del primo trimestre qualche consigliere che avrebbe chiesto maggior chiarezza all’Ad sulle acquisizioni. Orcel dice che il consiglio di amministrazione ha parlato solo di risultati, e che sul tema gira molta “speculazione”.
Unicredit, conti da record
Prima di scendere nel dettaglio sia sull’operazione Banco Bpm sia su quella tedesca su Commerzbank, una premessa: Unicredit affronta entrambe con i conti migliori di sempre.
Orcel racconta come nel primo trimestre dell’anno “siano state superate le attese in tutte le metriche finanziarie e ampliando il divario positivo rispetto ai concorrenti”. “Abbiamo conseguito i migliori risultati della storia di Unicredit e il diciassettesimo trimestre consecutivo di crescita redditizia”.
Tra i dati sottolineati da Orcel: un utile netto a 2,8 mld di euro (+8,3%) e il RoTe (il rapporto tra utili e capitale proprio tangibile, che indica la redditività della banca) “aumentato al 22%, tra i migliori del settore, con il capitale in eccesso che ha raggiunto 10 miliardi”, dice Orcel. Aumentano anche i ricavi netti (+3,2% a 6,5 miliardi) e si registra un Eps di 1,79 euro in rialzo del 18,2 per cento rispetto all’anno precedente.
A Orcel piace in particolare la situazione liquidità di Unicredit, che permette sia gli investimenti che la virata sul riacquisto di azioni.
Unicredit-Banco Bpm, il dialogo sul golden power
Sull’operazione italiana su Banco Bpm il nodo è il golden power, ha ricordato Orcel.
Ma anche in questo caso il manager è calmo: quando ci saranno abbastanza elementi per decidere “prenderemo una decisione, ma per il momento non abbiamo pressioni e abbiamo pazienza”.
In generale, sulle operazioni di M&A “sono molto paziente e calmo e il consiglio di amministrazione è completamente allineato. Se troviamo la transazione giusta, la faremo più velocemente di quanto possiate immaginare. Se non le troviamo, eseguiremo il nostro piano”, ha spiegato Orcel agli analisti.
Su Banco Bpm “rispetto al valore iniziale da cui eravamo partiti — che già prevedeva un premio del 15-20% — oggi stimiamo che il premio complessivo sia salito tra il 40% e il 50%”, ha detto il manager a Class Cnbc. “Riteniamo che vi sia ancora margine per creare valore, ma stiamo anche affrontando le richieste legate al regime di Golden Power, su cui siamo in dialogo con il governo”.
Unicredit-Commerzbank
Su Commerzbank “siamo esattamente dove abbiamo detto che saremmo stati”, ha detto ancora a Class Cnbc. Dopo aver annunciato una partecipazione di quasi il 10% nell’istituto tedesco, la banca di Orcel ha anche avvisato sull’intenzione di salire al 30% – una mossa che ha già incassato “quasi tutte” le autorizzazioni necessarie.
“Da lì siamo stati molto chiari che abbiamo pazienza. Possiamo aspettare fino al 2027 e valuteremo tre cose”, dice Orcel: il dialogo con il nuovo governo tedesco (“con cui non abbiamo ancora avuto l’opportunità di parlare”) quello con Commerzbank (per valutare se voglia “degli scambi di vedute costruttivi e bilaterali anziché chiederci di fare un’offerta al buio”) e i risultati stessi di Commerzbank.
Le altre partite: Generali e la Russia
Orcel ha anche spiegato che l’investimento in Generali degli scorsi mesi non è propedeutico a una scalata: non c’è nessun interesse di Unicredit a scalare Generali.
Intanto Unicredit prosegue “nell’attuazione di una strategia chiara e disciplinata” di uscita ordinata dal mercato russo. “Il segmento retail è stato ridotto di circa il 60%, con il completamento dell’uscita” dalla Russia “previsto entro il primo semestre del 2026”, si legge nelle slide di presentazione agli analisti della banca di Piazza Gae Aulenti.