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Giulia Genuardi (Enel Foundation), diffondere ricerca e conoscenza sull’energia

Giulia Genuardi (Enel Foundation)
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La mission di Enel Foundation raccontata dalla Managing director Giulia Genuardi 

I think tank, condensando nella loro ragione di essere ricerca, visione strategica e relazioni istituzionali, contribuiscono sempre più in modo decisivo a stimolare il dibattito e a ispirare le scelte su temi complessi come energia, clima e innovazione. Ne abbiamo parlato con Giulia Genuardi, Managing director di Enel Foundation.

Qual è la mission di Enel Foundation?

Enel Foundation nasce nel 2012 per promuovere l’istruzione, la ricerca e la diffusione della conoscenza su energia, sviluppo sostenibile e innovazione. Vuole essere quindi una piattaforma indipendente sul settore energetico, sempre più strategico per la competitività dell’economia e per le dinamiche geopolitiche.

La Fondazione opera in tutti i ventotto Paesi in cui è presente il Gruppo Enel incoraggiando il dialogo tra i vari stakeholder, quali accademie, istituzioni, rappresentanti della società civile e industria. Un approccio concreto e pragmatico e un confronto proficuo per analizzare i diversi temi e le loro interconnessioni lungo l’intera catena del valore dell’energia, prestando particolare attenzione agli aspetti di competitività e regolatori.

In questi tredici anni il mondo dell’energia è profondamente cambiato. Quali sono le grandi sfide che state affrontando?

Il contesto globale è decisamente mutato con una concatenazione di eventi che hanno riverberato turbolenze a tutti i livelli. Sfide che non conoscono confini. Gli scenari geopolitici sono in evoluzione, l’intelligenza artificiale sta pervadendo gran parte delle attività con implicazioni rilevanti sui processi e sui profili professionali.

Per intercettare questi cambiamenti avete da poco rinnovato il vostro comitato scientifico?

Il rinnovamento del comitato scientifico segna un’evoluzione significativa nel nostro modello operativo. Con l’ingresso di figure di grande esperienza e di riconosciuto prestigio accademico, industriale e culturale.

Oltre alla presidente Laura Cozzi – direttrice per la sostenibilità, la tecnologia e le prospettive, e Chief Energy Modeller dell’Agenzia Internazionale per l’Energia – sono presenti un Premio Nobel, quattro rettori di primarie università italiane (Bocconi, Luiss, Politecnico di Milano e Politecnico di Torino) e docenti di prestigiose istituzioni internazionali (Mit, Harvard), la vice direttrice generale di Irena e la direttrice di Student Energy, l’organizzazione globale che intende formare giovani leader sulla transizione energetica.

Questa pluralità di approcci e di background ci consente di mantenere alta l’attenzione sull’interconnessione tra le diverse tematiche della transizione energetica, dando al comitato una funzione non solo di indirizzo tematico ma di vero e proprio laboratorio di confronto scientifico.

Quali sono le aree su cui si concentra la vostra attività di ricerca?

Le principali aree sono la transizione energetica, la digitalizzazione della catena dell’energia, con uno sguardo attento al cambiamento climatico, l’intelligenza artificiale, le nuove competenze.

Accanto alla ricerca, è fondamentale anche la capacità di attivare dialoghi continui con gli stakeholder. Lo facciamo attraverso position paper, incontri di approfondimento tecnico, attività di capacity building e il rafforzamento del nostro network scientifico. Oggi più che mai, il consenso sulle priorità nasce dalla condivisione delle conoscenze e dalla legittimazione delle fonti.

Sulla transizione energetica, che deve essere equa e responsabile, il ruolo delle reti di distribuzione è determinante per soddisfare una domanda sempre crescente di elettricità e per accogliere una nuova capacità rinnovabile.

Nel passaggio dalle fonti fossili a quelle green anche i sistemi di accumulo di energia sono fondamentali per garantire una fornitura stabile e affidabile. Promuoveremo iniziative volte a sensibilizzare i giovani sulla transizione energetica e a valorizzare i giovani talenti nel mondo energetico.

In un contesto in continua evoluzione della politica industriale a livello nazionale ed europeo, quali sono le leve più efficaci per orientare il dialogo istituzionale sui temi della transizione e dell’innovazione?

La transizione energetica è un processo di riconfigurazione profonda, che tocca l’apparato produttivo, il lavoro, le infrastrutture e le abitudini dei cittadini.

In questo scenario in evoluzione, una delle leve più efficaci è rappresentata dalla produzione di evidenze analitiche indipendenti, capaci di supportare il processo decisionale con strumenti oggettivi, scalabili e orientati all’impatto. La nostra attività mira proprio a questo: costruire ponti tra il sapere tecnico e le istituzioni, favorendo una lettura integrata delle sfide e delle opportunità.

La sfida oggi non è solo produrre conoscenza, ma produrre conoscenza utile alle decisioni, e per farlo serve una visione ampia, multidisciplinare e internazionalmente connessa.

Il passaggio da un’economia globalizzata a una fase segnata da tensioni internazionali pone sfide rilevanti per iniziative come quelle del Piano Mattei, che vi vede coinvolti direttamente.

Il Piano Mattei è un progetto di interesse nazionale che punta a mettere insieme le eccellenze del Sistema Italia per creare partnership con il continente africano.

In questa cornice nel 2024 Enel Foundation ha lanciato un primo corso di formazione in Marocco, insieme alla Fondazione RES4Africa e all’Università marocchina Mohammed VI Polytechnic, che ha coinvolto 47 partecipanti (di cui 15 donne) di alto profilo provenienti da 23 organizzazioni.

Una platea scelta tra più di 500 candidature arrivate da enti pubblici, aziende energetiche e istituti di ricerca di 14 Paesi africani, inclusi quelli focus del Piano Mattei. Il corso ha visto il contributo di 37 docenti provenienti dal mondo accademico marocchino (Università Politecnica Mohammed VI) e italiano (Università Bocconi e Politecnico di Milano), dal settore delle organizzazioni internazionali e dell’industria. Questo corso è solo il primo tassello di un vero e proprio centro panafricano per le energie rinnovabili che a regime formerà centinaia di persone ogni anno, con l’obiettivo di supportare anche startup di giovani imprenditori africani.

Siamo presenti in Africa, inoltre, con attività di formazione manageriale e tecnico professionale, oltre alla predisposizione di policy paper, con una particolare attenzione all’empowerment femminile.

Curiamo, infine, due programmi: l’Open Africa Power, rivolto a giovani laureati africani, e l’African School of Regulation, che mira a diventare un centro di eccellenza per la discussione indipendente e l’istruzione di alto livello e che ha ricevuto un sostegno ufficiale dall’Unione Africana tramite la “Dichiarazione di Zanzibar”. Tutte attività e progetti che puntano a costruire competenze locali, a valorizzare il capitale umano e a supportare lo sviluppo.

L’articolo originale è stato pubblicato sul numero di Fortune Italia del maggio 2025 (numero 4, anno 8)

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