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La Clarice

#ortosinergico
Fino al maggio 2021, i fratelli umbri Davide e Diego Narcisi (rispettivamente classe 1991 e 1993) avevano tutt’altro per la testa. Laureato in Agraria il primo, studi in Lingue il secondo, sono entrambi musicisti e suonavano in una band di rock elettronico. Complice la pandemia, sentono il richiamo della terra e decidono di portare a nuova vita il terreno del nonno alle porte di Cannara, che giaceva ormai abbandonato da vent’anni. Ma invece di coltivare le rinomate cipolle locali, dolci e saporite, come molti fanno qui, decidono di puntare su specie botaniche rare e sorprendenti, pensando alla ristorazione fine dining che sempre di più vede nelle piante selvatiche ingredienti capaci di aggiungere ai piatti sfumature di sapore, tocchi acidi e amari e aromi inediti. Nasce così La Clarice Orto Sinergico – il nome rimanda alla protagonista del film Il Silenzio degli Innocenti ma, per un equivoco linguistico, si pronuncia all’italiana, mentre il logo riprende in maniera stilizzata il cognome ‘floreale’ – con cui propongono forniture sartoriali ed espresse, consegnate in un curato packaging ideato ad hoc per garantire la freschezza. Tra viaggi all’estero, scambi di semi con ‘archivi’ internazionali e sperimentazioni, oggi sul mezzo ettaro di terra umbra coltivano in permacultura oltre 400 piante provenienti da tutto il mondo, tra cui foglie che sanno di ostrica o cetriolo, ‘spinaci fragola’, fiori dal sapore di cioccolato e micro pomodori al sentore di formaggio. E dopo le prime collaborazioni ‘territoriali’ – tra cui lo chef Lorenzo Cantoni de Il Frantoio ad Assisi e Giulio Gigli di Une a Foligno, ma pure Nikita Sergeev de L’Arcade nelle Marche – si fanno conoscere e apprezzare in tutta Italia, da Lele Usai de Il Tino a Fiumicino a Karime Lopez e Takahiko Kondo da Gucci Osteria a Firenze. Di recente sono apparsi anche in televisione in occasione della puntata delle semifinali di Masterchef, in cui hanno portato ai concorrenti alcune insolite piante grasse da utilizzare per il pressure test.