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ETÀ

38

PROFESSIONE

Head Sommelier

AZIENDA

Casadonna Reale

L’inflessione dialettale di Gianni Sinesi tradisce le origini pugliesi, di Barletta precisamente, ma dalla fine degli anni Novanta la sua casa professionale è in Abruzzo. Riservato e determinato, è cresciuto tra i tavoli del ristorante paterno e a soli 14 anni si ritrova a scegliere il proprio futuro: da un lato c’era il conservatorio, dall’altro l’istituto alberghiero per educare la sua naturale vocazione, la sala. Opta per la ristorazione che lo porta lontano dalla famiglia, fino a Roccaraso, in provincia dell’Aquila, dove frequenta quella che allora era considerata una delle migliori scuole di settore in Italia. Spende i fine settimana come lavapiatti e cameriere mentre in estate si fa le ossa in Riviera Romagnola, esperienza che lo forgia in precisione e velocità. Per dribblare il servizio militare, nel 2004 approda nella località abruzzese di Castel di Sangro con l’obiettivo di entrare nella brigata del Reale: “Niko (Romito, ndr) mi disse che era tosta, io risposi ‘Vedremo’. Quei due anni si sono trasformati in venti”. Ai tempi Niko e Cristiana Romito stavano sviluppando l’identità gastronomica con cui oggi conosciamo il ristorante, la stessa che nel giro di tre anni gli valse la prima stella Michelin. Qui ricopre il ruolo di head sommelier, affiancando lo chef lungo tutto il suo percorso di crescita internazionale, fino alla consacrazione come destinazione che ‘vale il viaggio’. Nel mezzo ha alternato studio e lavoro: nel 2008 consegue il diploma Ais, riceve il titolo di ‘Miglior Sommelier Abruzzo e Molise’ (molti altri premi seguiranno, tra cui il ‘Best Sommelier under 35’ ai Food&Wine Italia Awards 2020) e fa uno stage al bistellato Da Caino, in Toscana, dove conosce il patron Maurizio Menichetti che definisce “un maestro di vino e di vita”. Con una discrezione e un mestiere proporzionali alla grande stima di cui gode tra i colleghi, nel corso del tempo acquisisce sempre maggiori competenze consolidando il rapporto di fiducia con i fratelli Romito, i quali gli hanno dato piena libertà sulla costruzione della cantina. “Se dovessi rifarla sarebbe esattamente così. Inizialmente non mi affidavo solo al mio palato, la consapevolezza è arrivata dopo. Il vino è un investimento e se fai acquisti sbagliati rischi di non venderlo mai. Noi abbiamo circa 9mila bottiglie e i complimenti più frequenti sono sui ricarichi contenuti”. Una carta curata con attenzione e profondità senza badare alle mode, attitudine che rispecchia il manifesto culinario di Casadonna: eleganza, concretezza e territorialità. Professionista in sala e fuori, oggi Sinesi comunica la sua visione del vino attraverso ‘Impressioni’, progetto di etichette selezionate e firmate da lui.
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