Cerca
Close this search box.

Musement, la startup diventata ‘grande’

Musement è una bella storia del tech-travel italiano: scegliendo il settore di nicchia delle “esperienze”, la startup nata nel 2013 ha annunciato lo scorso 14 settembre l’acquisizione da parte del colosso tedesco TUI Group. Musement si occupa di organizzare quella parte di viaggio che non concerne spostamenti o pernottamenti, bensì le attività ricreative: attraverso l’app si possono prenotare biglietti per musei, tour, ingressi per eventi e attrazioni, cene in ristoranti particolari. Il servizio consente di pianificare attività senza il rischio di sold out o di perdere tempo mettendosi in fila. Musement sarà inglobata nell’area di TUI Destination Experiences, la divisione di TUI Group dedicata al segmento Tours & Activities, che opera in 49 paesi nel mondo. Tuttavia i fondatori e il team continueranno a lavorare in azienda, che manterrà una sua indipendenza. Il mercato delle esperienze nel settore travel vale oggi 150 miliardi di euro, con un tasso di crescita del 7%. Dal 2013 all’acquisizione di questo mese, Musement ha raccolto un totale di 15 milioni di euro grazie a finanziatori italiani ed esteri (come il fondo americano Interwest Capital) e raggiunge ogni mese un milione di utenti. “Fin dai primi passi l’azienda ha vissuto una crescita rapidissima, ampliando la propria offerta di prodotti con migliaia di tour, eventi sportivi e musicali, mostre temporanee, musei, attrazioni e attività esclusive in più di 1.100 città in 70 paesi in tutto il mondo – ha detto il Ceo e founder di Musement Alessandro Petazzi – Accanto allo sviluppo dell’offerta nelle città abbiamo dedicato molte risorse alla creazione di tecnologia all’avanguardia per contribuire alla digitalizzazione del settore, e questo asset ha avuto un ruolo decisivo nell’acquisizione da parte di TUI”.

Partiamo dall’inizio. Come nasce Musement?

L’idea è nata nel 2013 per rispondere a un’esigenza personale: io e gli altri co founder – Fabio Zecchini, Claudio Bellinzona e Paolo Giulini – siamo viaggiatori, appassionati di mostre d’arte, e ci siamo sempre resi conto di quanto fosse difficile prenotare e comprare biglietti, soprattutto viaggiando fuori dall’Italia, tra infinite ricerche sul web e fonti di informazioni o canali di vendita non sempre affidabili.

Con quali fondi siete passati dall’idea al mercato?

Inizialmente ci siamo lanciati sul progetto nel tempo libero, creando una versione beta, con un investimento di partenza di 40 mila euro. A quel punto avevamo bisogno di “numeri” per presentarci agli investitori e, per aumentare il nostro network di affiliati e utenti, abbiamo preso i primi accordi con musei e mostre d’arte: questo ci ha permesso di raggiungere la credibilità necessaria ad ottenere un primo finanziamento da 600 mila euro. A questo si sono aggiunti un round series A di 5 milioni di euro nel 2015, e uno series B di 10 milioni di dollari nel 2016. P101, 360 Capital Partners, Micheli Associati e Italian Angels for Growth sono tra i fondi che ci hanno sostenuto in questi anni, dei partner imprescindibili, senza i quali non avremmo potuto accelerare il nostro business.

Come si è inserita Musement nel settore del travel italiano?

Abbiamo sviluppato una rete di partner – hotel, agenzie, tour operator, organizzatori di eventi e attività e molto altro – che, da un lato, ci ha permesso di rendere accessibile da un unico punto online tutto il meglio di ciò che il mercato delle esperienze ha da offrire, dall’altro ha contribuito a innovare l’intero settore, grazie ad una serie di piattaforme e tecnologie che abbiamo sviluppato ad hoc per i nostri supplier. Il servizio è stato esteso a tutto il mondo, ma lanciare l’attività in Italia ci ha permesso di consolidare il business in un mercato con un’offerta enorme, di altissima qualità, ma molto frammentata. Una “palestra” iniziale fondamentale per capire su quali opportunità puntare a livello globale.

Quale è stata la chiave del successo di Musement?

Senz’altro l’aver creato un network di supplier enorme all’interno di un mercato molto frammentato e l’aver sviluppato internamente tecnologie avanzate per il mercato delle esperienze, individuando e anticipando trend che avrebbero poi dominato lo scenario del turismo e delle imprese digital in generale – dall’uso di chatbot per migliorare il servizio al cliente, fino alle applicazioni dell’AI nel suggerire itinerari ed esperienze all’utente giusto e nel momento giusto.

Cosa comporterà l’acquisizione?

Noi quattro co-founder continueremo a lavorare con l’intero team e a guidare l’azienda. Musement, dando accesso alla propria tecnologia e alle competenze avanzate del proprio team digital, avrà un ruolo importante nel rafforzare la digital transformation dell’offerta di esperienze di TUI. Dall’altra parte, entrando nel Gruppo TUI, Musement potrà accedere a 20 milioni di clienti, trarre vantaggio da grandi capacità operative e relazioni con fornitori nelle destinazioni sun & beach, attualmente non coperte dal servizio, e contare sulla reputazione di un brand molto noto ai consumatori del Nord Europa e riconosciuto a livello globale. Fare parte di un’azienda che ha costruito relazioni formidabili nel mondo B2B con altri giganti del travel potrà inoltre facilitare di molto il raggiungimento di accordi di distribuzione B2B2C tramite la nostra piattaforma.

Prossimi passi per il futuro?

Abbiamo già approvato un piano di assunzioni di oltre 50 persone e non vediamo l’ora di iniziare le selezioni. Il managing team di Musement e TUI DX guideranno insieme la crescita del gruppo sul mercato delle esperienze, puntando su digitalizzazione e personalizzazione dell’offerta. Per farlo continueremo a sviluppare in Italia nuove tecnologie all’avanguardia per semplificare il processo di vendita dei nostri partner e permettere a milioni di viaggiatori in tutto il mondo di vivere momenti indimenticabili in viaggio.

Leggi anche

Ultima ora

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.