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Ecoplasteam, italiana finalista agli ‘europei’ dell’economia circolare

Trovare delle soluzioni innovative per garantire uno smaltimento dei rifiuti sostenibile è una delle sfide del nostro tempo, e lo sarà sempre di più in futuro. Se nei paesi nordici sono già in atto strategie per sfruttare i rifiuti in un’ottica circolare e utilizzarli per trarne energia (che viene poi usata, per esempio, per il riscaldamento delle abitazioni) in Italia stiamo ancora cercando di mettere a punto dei sistemi di smaltimento che quanto meno non impattino sull’ambiente, e che riescano a smistare i rifiuti per poi poterli riciclare e riutilizzare. Uno dei primi problemi da risolvere quando di parla di rifiuti è proprio lo smistamento, e la difficile separazione dei materiali compositi. La startup Ecoplasteam si occupa proprio di questo: la sua soluzione punta a riciclare in modo intelligente i rifiuti che includono una parte plastica e una parte metallica. La startup ha sviluppato un sistema di produzione che permette di usare i rifiuti di materiali compositi per creare un nuovo materiale, l’Ecoallene, con il quale si possono realizzare dai pavimenti per la casa ai capi d’abbigliamento. La startup è l’unica italiana che è arrivata in finale ai Green Alley Award, il premio nato nel 2014 dedicato alle startup europee nell’ambito dell’economia circolare. Il vincitore sarà scelto durante la finale del 18 ottobre a Berlino e riceverà un premio di 25 mila euro. Il tema di quest’anno era l’innovazione nei rifiuti. Ecoplasteam è stata fondata nel 2017 dopo molto tempo di sperimentazione: “Ci sono voluti quasi dieci anni di studi e di sviluppi precompetitivi per mettere a punto il processo produttivo ottimale, brevettarlo ed infine produrre l’EcoAllene e da esso una serie infinita di manufatti, colorati, piacevoli al tatto, e naturalmente glitterati” dice a Fortune Italia Stefano Richaud, Ceo di Ecoplasteam.

Come è nata l’idea dell’EcoAllene?

L’idea di trovare una soluzione all’annoso problema del riciclo dei “poliaccoppiati” nasce dal tentativo di riciclare questi materiali per generare un nuovo materiale “ready to use” con le tecnologie di trasformazione tradizionali. Il multistrato “carta/polietilene/alluminio” di cui sono fatti i miliardi di contenitori di bevande ed alimentari (comunemente definiti “tetrapak”) una volta recuperata la cellulosa da parte delle cartiere per loro utilizzo, si trasforma in un sottoprodotto poli-accoppiato polietilene/alluminio. A questo punto, invece di intraprendere un percorso complesso di separazione del polietilene dall’alluminio per riciclarli separatamente, si è ipotizzato di recuperarli contemporaneamente in modo tale che diventino un unico materiale: l’EcoAllene. Il processo industriale è totalmente meccanico, che non usa né resine né solventi e dal quale scaturisce una “materia prima seconda” ulteriormente riciclabile al 100%, in perfetta ottica “circolare”.

Chi vi ha sostenuto finanziariamente?

La prima sfida di questa nuova startup e del suo management si è concretizzata raccogliendo il primo milione di euro di equity ed ottenendo, da Banco BPM e con il sostegno del fornitore dell’impianto, la Amut SpA di Novara, un finanziamento di circa quattro milioni di euro. Ciò anche grazie alla normativa sulle startup innovative, alle agevolazioni fiscali per gli investitori e alle garanzie pubbliche sui finanziamenti. Abbiamo dovuto superare molte difficoltà, soprattutto riuscire a convincere investitori e banche della bontà del progetto e della sostenibilità dei numeri nel lungo termine: un grande aiuto è arrivato dalla Swiss Merchant Corporation di Lugano, cui fu affidato un primo incarico di consulenza, e poi divenuta socia, che si è adoperata – con successo – nella predisposizione di tutta la documentazione da presentare a potenziali finanziatori.

Che cosa è l’EcoAllene e come può essere utilizzato?

EcoAllene è un materiale plastico a tutti gli effetti. È colorabile, è costante e ripetibile nelle sue caratteristiche ed è a sua volta riciclabile al 100% grazie ad una fonte di materia prima costante e dai quantitativi impressionanti. Se solo si potessero recuperare tutti gli imballi immessi sul mercato di uno dei maggiori produttori la disponibilità di poliaccoppiato sarebbe largamente superiore al milione di tonnellate. Ogni impianto Ecoplasteam ne può riciclare 7.000 tonnellate. L’ EcoAllene – oggi – viene presentato in tre formulazioni utilizzabili come un materiale plastico tradizionale, con le principali tecnologie esistenti sul mercato (iniezione, estrusione, rotazionale, ecc.). L’esperienza fatta con le prime tonnellate, prodotte con un impianto prototipo, ha visto la diffusione di EcoAllene nei settori casalingo, gadget, oggetti per scrittura e ufficio, edilizia e componenti d’arredamento. Ulteriori sviluppi, già in fase di pianificazione, porteranno ad un ampliamento della famiglia di formulazioni e di tipi di EcoAllene per un’offerta in settori più performanti tecnicamente (automotive, elettrico, ecc.).

Come si compone il processo produttivo?

Dopo una primissima ed eventuale (a seconda del tipo di materia prima in ingresso) fase di selezione, inizia la fase di lavaggio per una completa pulizia ed eliminazione delle ultime tracce di cellulosa residua ancora attaccata al polimero. Una fase di asciugatura indirizza il materiale ad una macchina che taglia il tutto in modo uniforme. Quindi la massa, che ha ancora una consistenza troppo leggera viene densificata per garantire una costanza nel processo di caricamento alla fase di estrusione. In quest’ultima parte di processo nascono i vari tipi di EcoAllene che, una volta certificati dal sistema di qualità, sono pronti per essere venduti.

Quale può essere l’impatto ambientale dell’adozione di soluzioni come l’EcoAllene?

Riciclare bottiglie in plastica o lattine in alluminio è immediato potendo fruire di una fonte di materia prima univoca. I poliaccoppiati sono un insieme di materiali plastica-plastica o plastica-metallo (ed in molti casi a questi due si aggiunge anche la cellulosa), intimamente uniti, che al momento del riciclo generano inevitabilmente un problema su come operare…che il più delle volte viene risolto con l’incenerimento o la discarica. La proposta Ecoplasteam è mirata a dare una risposta diversa a questo problema e, questo è il punto nodale, senza generarne un altro. Il processo di produzione dell’EcoAllene non prevede inquinamento perché non brucia, non usa solventi o sostanze chimiche pericolose; l’acqua utilizzata nel lavaggio è ripulita e riutilizzata nel processo in anello chiuso ed è già in valutazione la possibilità di generare energia per il processo utilizzando la cellulosa e di riscaldare il capannone utilizzando il vapore generato dall’impianto.

Quali sono i prossimi passi per il futuro?

Far decollare e consolidare il mercato per saturare il primo impianto di Spinetta Marengo, quindi riprendere e proseguire i colloqui con l’Austria per l’installazione del secondo impianto. Avremmo spazio per un altro impianto a Spinetta Marengo, tuttavia stiamo ancora valutando se raddoppiare in Italia, visti i problemi sull’”End of Waste”. Sono poi in programma nuovi impianti in Francia e Germania da posizionare vicino alla fonte di materia prima.

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