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Pensioni: stop adeguamento aspettativa vita in l.bilancio

Tra gli interventi del Governo sulle pensioni, oltre alla famosa quota 100, c’è anche il congelamento degli adeguamenti alla speranza di vita. La proposta di “sterilizzazione”, annunciata oggi dal Vicepremier Luigi Di Maio e che dovrebbe essere contenuta nella legge di bilancio, consiste nel lasciare lo scalino per la pensione anticipata a 42 anni e 10 mesi di contributi, per gli uomini, e 41 e 10 per le donne. L’annuncio è arrivato dopo l’incontro con i “quota 41”, ovvero i lavoratori che hanno 41 anni di contributi ma che non possono andare in pensione perché non hanno raggiunto l’età di vecchiaia; lavoratori “lasciati senza tutele dalla riforma Fornero”, si legge nella nota ministeriale diffusa dopo l’incontro, che in questi anni hanno visto crescere i contributi necessari per uscire indipendentemente dall’età.

La misura era già stata inserita dall’Inps di Tito Boeri nelle sue stime – presentate alla Commissione Lavoro della Camera – sui costi delle proposte del Governo in materia di pensioni: i cambiamenti rispetto alle regole attuali costerebbero solo l’anno prossimo sette miliardi (in più rispetto alla spesa per le pensioni prevista attualmente) per poi crescere rapidamente e pesare nel complesso in 10 anni per 140 miliardi aggiuntivi. La spesa crescerebbe fino al 2046 per poi scendere dato che a quel punto si pagherebbero pensioni più basse (a fronte di uscite anticipate) rispetto a quelle che si sarebbero pagate con le regole attuali che prevedono età e contributi in crescita con l’aumento dell’aspettativa di vita.

Nei calcoli sui costi sono compresi la quota 100, il blocco dell’aspettativa di vita (dopo lo scalino della vecchiaia a 67 anni), la proroga dell’ape sociale e dell’opzione donna mentre non si tiene conto dei risparmi che potrebbero arrivare dall’intervento sulle cosiddette pensioni d’oro. Ma su questo intervento non è ancora chiara la direzione dato che – spiega il sottosegretario Claudio Durigon- si dovrebbe studiare un intervento che tenga conto dei contributi effettivi versati. Potrebbe quindi essere comunque studiata una misura che non faccia tagli legati solo all’importo (come il contributo di solidarietà e il taglio al recupero dell’inflazione) ma che guardi a come la pensione si è costituita. Quanto alla quota 100 il Governo tira dritto. “E’ fondamentale – ha detto Durigon – per il ricambio generazionale. Renderà le aziende più competitive”.

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