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Riforma Bcc, il governo prepara nuovi interventi

Il governo interverrà attraverso un pacchetto di misure per sostenere il ruolo delle Bcc come istituti legati al territorio e per tutelarne il carattere di mutualità. Lo annunciano il vicepremier Luigi Di Maio e la Lega al termine dell’incontro a Palazzo Chigi dedicato alla riforma delle banche di credito cooperativo. “Le Bcc diano credito alle piccole e medie imprese del Paese e non si mettano a speculare in borsa”, avrebbe detto il vicepremier dei Cinque Stelle durante l’incontro, aggiungendo che c’è la volontà di “sostenere le banche del territorio attraverso un pacchetto di interventi”. “Abbiamo compiuto un’ulteriore riflessione su come tutelare il carattere di mutualità e di territorialità del credito cooperativo alla luce degli sviluppi della riforma delle Bcc”, recita invece una nota della Lega, “proseguendo sulla strada già intrapresa con l’intervento effettuato nel decreto Milleproroghe, che aveva riscontato generale apprezzamento nel settore, e tutelando la stabilità dei gruppi costituendi”.

Durante l’incontro, prosegue la nota, si è “voluto esplorare se ci fossero ulteriori margini per garantire la tutela delle due caratteristiche che hanno rappresentato il punto di forza del credito italiano”, territorialità e mutualità, peculiarità che hanno consentito “al credito cooperativo di reggere meglio l’urto della crisi e di sostenere le piccole e medie imprese, che costituiscono l’ossatura del sistema produttivo nazionale”.

Nel frattempo al Senato Lega, Fratelli d’Italia e Svp hanno già depositato emendamenti che cancellano l’obbligo di adesione alle capogruppo per le Bcc, in deroga alla riforma del Pd, consentendo di scegliere se aderire a una capogruppo oppure se dotarsi di “sistemi di garanzia istituzionale” . Nel 2016 il governo guidato da Matteo Renzi ha varato una riforma che obbliga le quasi trecento banche di credito cooperativo esistenti a confluire in tre capogruppo: Iccrea, Cassa centrale Banca e l’altoatesina Raiffeisen. Nel Milleproroghe, trasformato in legge a settembre, l’esecutivo gialloverde ha allungato da 90 a 180 giorni il periodo concesso alle Bcc per firmare il patto di coesione, l’atto con cui confluire nelle capogruppo. La moratoria è stata fortemente voluta soprattutto dalla componente leghista del governo, a partire da da Alberto Bagnai, presidente della commissione Finanze del Senato.

Sulle bcc, il Ministro per i rapporti con il parlamento, Riccardo Fraccaro, ha affermato che “si sta ragionando su varie ipotesi, vedremo la migliore. Ma al di là dell’esistenza di questi gruppi, credo sia necessario garantire che questi gruppi non diventino, come sono oggi nell’intenzione dell’ex premier, delle Spa scalabili, tra l’altro anche da banche straniere”.

ll governo ha “messo a punto una serie di interventi a tutela della natura mutualistica delle Banche di credito cooperativo, che nelle Province di Trento e Bolzano svolgono da sempre una preziosa funzione propulsiva per l’economia”, ha aggiunto il ministro, precisando che “la novità è che le Bcc non dovranno contabilizzare costantemente perdite legate all’andamento dello spread: una norma per tenere al riparo le Bcc dalle speculazioni finanziarie, evitando che le oscillazioni dei rendimenti dei titoli impattino negativamente sui bilanci”.

Tra gli interventi contenuti negli emendamenti presentati al Dl fiscale in Senato dalla maggioranza, ha proseguito Fraccaro, “si prevede per le Bcc della nostra Regione la facoltà di adottare sistemi di tutela istituzionale, in alternativa all’obbligo di costituire l’holding previsto dalla riforma delle Bcc proposta dal governo Renzi. Prevediamo inoltre che i gruppi non debbano diventare Spa, magari scalabili da banche straniere. Una scelta che, per gli istituti di credito cooperativo come quelli delle province autonome di Trento e di Bolzano, risulta coerente con le peculiarità di un territorio in cui questo sistema opera da più di 125 anni”.

Un’altra importante novità, ha concluso il ministro, è che “nella Legge di Bilancio sarà introdotta la possibilità per le banche e le società finanziarie non quotate, maggiormente radicate nel territorio, di scegliere l’applicazione di principi contabili che favoriscono la gestione dei crediti e dei titoli pubblici in bilancio, agevolandole nell’erogazione del credito e proteggendone la stabilità finanziaria. Una misura che mette le Bcc al riparo da possibili speculazioni e garantisce la solidità e l’autonomia del sistema di credito cooperativo”.

L’intervento della maggioranza al governo arriva quando buona parte delle Bcc che aderiranno al gruppo Iccrea e al gruppo di Cassa centrale banca hanno già deliberato le adesioni, o si apprestano a farlo entro il prossimo mese.

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