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Mediobanca: in 5 anni ‘big tech’ hanno eluso 71 mld di tasse

In 5 anni le ‘big tech’ hanno eluso 71 miliardi di tasse grazie a domicili in paesi a fiscalità agevolata. Secondo l’analisi su 397 multinazionali mondiali dell’area studi di Mediobanca i giganti del web e del software dal 2013 hanno ‘risparmiato’ oltre 48 miliardi, mentre i ricavi sono cresciuti del 123% a 626 miliardi.

Apple, che però genera la maggior parte dei suo fatturato in hardware, ha ‘risparmiato’ 23 miliardi. In Italia nel 2017 il fatturato delle WebSoft è stato di 1,8 miliardi, le tasse 60 milioni.

A fine 2017, inoltre, le maggiori società per capitalizzazione di Borsa c’erano tre ‘big tech’: Apple, Alphabet (Google) e Microsoft. La ‘luna di miele’ tra Borsa e WebSoft inizia a dar segni di stanchezza. Se infatti fine 2017 le 21 società analizzare valevano 3.623 miliardi (sei volte il valore di Borsa Italiana e più del Pil tedesco) ora si intravede un ripiegamento: dopo avere toccato i 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione a settembre, Amazon è scesa a 800 miliardi a metà novembre. Alphabet dagli 800 miliardi di dollari raggiunti di agosto ha ripiegato a circa 700; Facebook, dopo aver superato i 500 miliardi a fine luglio, è scesa a 350.

Per ogni 10 milioni di fatturato che produce, secondo la ricerca di Mediobanca, Amazon impiega 38 persone contro le 56 impiegate dalle altre multinazionali della grande distribuzione. In generale le WebSoft companies, ogni 10 milioni di euro di fatturato, impiegano 26 persone contro le 30 delle multinazionali manifatturiere. Nel 2017 i giganti del web nel mondo hanno dato lavoro a oltre 1,6 milioni di persone, un dato più che raddoppiato (+112%) dal 2013. Incrementi però che dipendono in gran parte dalla massiccia strategia d’acquisizioni dei colossi WebSoft. Amazon, con 566.000 dipendenti è il primo ‘datore di lavoro’ al mondo nel settore, con un incremento della forza lavoro nel quinquennio del +382,5 per cento.

Alla fine dell’anno scorso le WebSoft companies avevano investito quasi 285 miliardi della loro liquidità, pari al 25% del totale attivo, in titoli a breve scadenza. Le grandi banche mondiali detengono in titoli circa il 21% del loro totale attivo. Le multinazionali dell’industria solo il 3,1%. Mediobanca si domanda se le WebSoft companies non siano “istituzioni finanziarie travestite”. Secondo gli analisti, data la spiccata propensione dei giganti del web e del software ad espandersi oltre il loro settore di riferimento, il pericolo che questo tipo di multinazionale entri nel mondo finanziario è “oggettivamente concreto”.

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