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Arriva il Super Bowl, ogni americano spenderà più di 80 dlr

Il registro di cassa corre più veloce della palla ovale. Mancano pochi giorni al Super Bowl numero 53, la finale del campionato americano di football, un pezzo di liturgia per gli statunitensi (e non solo), che per questa edizione mette di fronte i New England Patriots e i Los Angeles Rams, ma c’è già un dato, che non ha bisogno di attendere il risultato finale: l’evento tira, vende, tira fuori tanti dollari dalla tasca degli americani. Nonostante le polemiche, il calo degli spettatori negli stadi del football, gli artisti che hanno deciso di non esibirsi nello show musicale di metà partita (come Rihanna), in appoggio alla fronda anti Trump degli atleti che si inginocchiano durante l’esecuzione dell’inno nazionale, protestando contro la stagione di violenze della polizia sulla comunità afroamericana. Poco cambia, è pur sempre il giardino di casa del mito Tom Brady (New England), alla nona partecipazione a una finale e c’è sempre l’acquolina alla bocca a un bel filotto di multinazionali.

Secondo l’analisi di Kantar Media, è esaurita la vendita dei brevi spazi commerciali durante la partita, mentre gli atleti sfilano il caschetto e si predispone la nuova fase di gioco: cinque milioni di dollari alla Nbc – il network che trasmetterà l’evento – per uno spot da 30 secondi. Il tempo di fissare il logo, il claim di un prodotto prima di tornare all’ovale. E sempre lo studio di Kantar Media rivela che il flusso di spot ha portato nelle casse di Fox (canale che ha trasmesso il Superbowl 2018) 419 milioni di dollari nell’arco della gara. Praticamente il Pil di piccoli Paesi, tipo Anguilla. E questo perché il Superbowl resta l’evento televisivo più seguito negli Stati Uniti, sempre oltre i 100 milioni di telespettatori, con la vetta della gara di un anno fa, audience di 111 milioni, quinta trasmissione di sempre. La nazione è unita, gli inserzionisti rompono il salvadanaio. E lo fanno anche i consumatori.

Secondo il sondaggio annuale della National Retail Federation e di Prosper Insights & Analytics, gli americani spenderanno in media oltre 81 dollari (81,30) durante il Superbowl, per un totale di 14,8 miliardi di dollari. Spesa invariata rispetto al 2018, di poco inferiore agli 82,19 dollari di tre anni fa. Il sondaggio rivela che il 72% degli interpellati sarà in visione al calcio d’inizio, mentre gli spendaccioni sono quelli di età 35-44 anni, circa 123 dollari a testa, mentre per gli over 65 investono circa 40 dollari, con la maggior parte delle spese che arriva dal Nord-est (94 dollari in media), davanti a Ovest (84), Sud (79), invece tira la cinghia il Midwest, scarsi 70 dollari a testa.

Ma spendono per cosa? Cibo e bevande, soprattutto birra (il 79%), il 10% in abbigliamento e accessori della squadra del cuore tra le due finaliste, il 7% in decorazioni, il 7% in nuovi apparecchi televisivi. Ma per questa edizione del Superbowl fanno festa anche i bookmakers, stavolta non solo quelli clandestini ma anche i legalizzati, che vedono raddoppiare il giro d’affari (oltre 300 milioni, studio delle proiezioni da Vegas Stats & Information Network, con i Patriots favoriti sulla franchigia di Los Angeles) rispetto all’anno scorso, perché ora nel business sono entrati, oltre al Nevada, anche Delaware, New Jersey, Mississippi, West Virginia, New Mexico, Pennsylvania e Rhode Island.

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