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Savona: intervento Carige? Colpa lacune Unione bancaria

L’intervento da parte del governo su Banca Carige si è reso obbligato a causa di un’Unione monetaria – dunque bancaria – insufficiente e lacunosa. Così il ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, in audizione in commissione politiche Ue della Camera sottolinea che la necessità di intervenire per fronteggiare la situazione di liquidità di Carige “è il risultato dell’incompletezza dell’architettura istituzionale dell’Unione bancaria, che discende anche dalle lacune dell’Unione monetaria“.

In particolare, dice Savona, “l’aver accentrato l’organo di vigilanza in sede europea senza una corrispondente attivazione della funzione di ‘lender of last resort’ e senza creare un fondo di tutela dei depositi, secondo una linea maturata nel tempo sul piano teorico e affermatasi sul piano pratico, crea danni alla stabilità monetaria e finanziaria, alla crescita reale e all’occupazione e alla tenuta socio-politica dell’Unione”, ha aggiunto Savona sottolineando che i poteri di intervento disgiunti dalle relative responsabilità “hanno sempre causato danni e comportano necessariamente l’intervento da parte degli Stati membri“.

Le misure previste dal dl Carige “sono state considerate appropriate, necessarie e proporzionate a evitare la grave perturbazione dell’economia nazionale, con particolare ripercussione su quella ligure, che sarebbe derivata da una più grave crisi di Banca Carige”, afferma Savona. E aggiunge “le misure sono state notificate ai competenti servizi della Commissione europea, “che le ha approvate il 18 gennaio scorso”. La Commissione europea – continua Savona – “ha ritenuto le misure compatibili con il mercato interno e in linea con la Comunicazione sul settore bancario del 2013, nonché con la normativa introdotta dalla direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche, che istituisce un quadro più ampio rispetto al regolamento sul meccanismo di risoluzione unico”, conclude.

La situazione attuale di Banca Carige “è legata anche alla crisi dello sviluppo industriale”, aggiunge, spiegando che la Liguria “non è più quella da cui partivano impulsi per lo sviluppo”. Il problema di Carige “che ha un passato e spero anche un futuro illustre – ha continuato Savona – non può essere avulso dal quadro istituzionale europeo e dalle condizioni interne. In questo caso, il mio riferimento temporale è all’epoca d’oro di quando esisteva il triangolo industriale Piemonte, Lombardia e Liguria che oggi è cambiato. Oggi il triangolo è Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna”.

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