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Confindustria Moda, fatturato aziende sfiora i 100 mld

L’acronimo è Tma, che sta per tessile, moda e accessorio italiano. Tma riunisce una galassia di imprese, il sistema moda allargato dalle matrie prime ai prodotti finiti, che dà grandi soddisfazioni all’Italia, una testa di serie indiscussa nel mondo: vale quasi 100 miliardi di euro ed è il secondo settore per numero di occupati del Paese, 600mila, dopo metallurgia e prodotti in metallo e il quarto per valore aggiunto. Su 1004 prodotti del Tma, l’Italia si colloca ai vertici mondiali per saldo commerciale con l’estero per ben 372 prodotti: siamo al primo posto per borsette a tracolla in pelle, occhiali da sole, scarpe in pelle con suola in cuoio, portafogli e cinture in pelle e tessuti pettinati in lana. E’ questo “il medagliere internazionale” di cui andare fieri, come evidenzia il contributo di analisi che l’economista Marco Fortis (direttore e vice presidente della Fondazione Edison) ha fornito allo studio “Lo Stato della moda” preparato da Confindustria Moda, la federazione che comprende tutte associazioni del settore, guidata da Claudio Marenzi, che ha curato la prefazione del volume.

Lo studio è arrivato insieme ai dati di pre-consuntivo dell’anno 2018, sempre a cura di Confindustria Moda. Il fatturato delle aziende rappresentate ha raggiunto i 95,7 miliardi di euro, in aumento dello 0,9% rispetto ai 94,8 miliardi di euro del consuntivo 2017. Dopo la crescita sostenuta del 2017 l’export del settore ha raggiunto i 63,4 miliardi di euro, con una crescita del 2,6% sui 61,8 miliardi dell’anno precedente. In salita anche l’import, a quota 35,1 miliardi nel 2018 (+3,1%). Migliora ancora il saldo della bilancia commerciale, in positivo per 28,3 miliardi di euro, in aumento di 592 milioni rispetto al 2017 (+2,1%).

Esaminando nel dettaglio i numeri dell’export, nei primi dieci mesi del 2018 l’area Ue ha registrato una sostanziale stabilità, mentre ai primi posti, quali partner d’elezione per le aziende del settore, si sono confermate Francia (+2,4%), Germania (+0,9%), Regno Unito (+6,5%) e Spagna (-1,9%). Più consistente la dinamica dei flussi extra Ue che ha segnato un +4,3%: in particolare emerge la Svizzera, in aumento del 14,2%, divenuta per molte categorie di prodotti la principale piattaforma logistica per la riesportazione in altri mercati.

Con l’8,6% del totale gli Stati Uniti sono il terzo mercato per valore assoluto e hanno avuto un incremento moderato, +1,3%; in flessione Hong Kong (-3,5%) mentre si mantiene vivace la Cina che migliora a doppia cifra, +13,6%, in crescita Corea del Sud (+11,3%) e Giappone. Sempre la Cina si conferma main supplier delle imprese italiane con il 19,6% del totale.

Per il presidente di Confindustria Moda Claudio Marenzi “i dati preconsuntivi del 2018 mostrano un settore ancora in crescita ma in rallentamento percentuale. Restiamo uno dei settori più importanti per la bilancia commerciale italiana e uno dei fiori all’occhiello della capacità di coniugare industria e artigianalità nel mondo. E’ merito di una filiera integrata, a monte e a valle, che rappresenta un unicum a livello globale”.

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