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Organismi di certificazione, la qualità passa dall’accreditamento

Negli ultimi anni in Italia si è parlato sempre di più dei cosiddetti organismi di certificazione, ovvero delle organizzazioni che verificano la conformità di beni e servizi alle prescrizioni stabilite dalle norme. Pur trattandosi di soggetti spesso indipendenti e specializzati in svariati settori, anche questi organismi nello svolgere le loro attività necessitano però di un’attestazione, o meglio, di un accreditamento, che ne certifichi le necessarie competenze.
In tal senso, l’Ente designato dal Governo italiano ad attestarne l’idoneità è Accredia, un’associazione che opera senza scopo di lucro sotto la vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico. La sua attività, articolata in tre dipartimenti e svolta da oltre 540 esperti, consiste in una costante azione di sorveglianza sul comportamento degli organismi e dei laboratori accreditati, che ad oggi risultano essere oltre 2.000. Nel tempo Accredia si è affermata come punto di riferimento anche per le Istituzioni e ad oggi svolge un ruolo fondamentale nel garantire la massima qualità al sistema delle certificazioni nazionali. Ne parla il presidente dell’associazione, Giuseppe Rossi.

Cosa rappresenta Accredia nel panorama economico italiano? E che ruolo svolge nella cosiddetta “infrastruttura della qualità”?

Accredia è l’Ente unico nazionale designato dal Governo italiano, sulla base del Regolamento comunitario n.765/2008, incaricata di attestare la competenza, l’imparzialità e l’indipendenza di Organismi di certificazione e Laboratori di prova e taratura, che verificano la conformità di prodotti, servizi e professionisti agli standard di riferimento. Agiamo senza scopo di lucro e sotto la vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico che è nostro socio, insieme ad altri 8 Ministeri.Per questo, oggi Accredia rappresenta uno dei tre pilastri dell’“Infrastruttura della Qualità” – che si compone anche della normazione tecnica volontaria e della riferibilità metrologica, che garantisce la qualità delle misurazioni – dal momento che, tutelando la salute, l’ambiente e la sicurezza, svolge un servizio di pubblico interesse, con l’obiettivo di dare maggiori garanzie ai cittadini sulla qualità e la sicurezza di prodotti e servizi, e incrementare la competitività delle imprese.

Quali sono le attività specifiche svolte dall’Ente?

Con l’attività dei 3 Dipartimenti di Accredia (Certificazione e ispezione, Laboratori di prova, Laboratori di taratura) e il lavoro dei nostri circa 500 ispettori verifichiamo che gli Organismi e i Laboratori che chiedono di essere accreditati abbiano i requisiti previsti, applicando i più rigorosi standard di verifica e monitorando nel tempo le prestazioni.
L’accreditamento infatti non vale per tutta la vita, ma dura 4 anni, rinnovabili, durante i quali i soggetti accreditati vengono controllati annualmente, proprio al fine di verificarne il mantenimento dei requisiti. Per questo, si tratta di uno strumento valido, in grado di dare garanzie al mercato, ai consumatori e alle istituzioni.

In quali settori operate? Possiamo dare dei numeri?

In realtà, l’accreditamento riguarda tutti i settori coi quali i cittadini vengono in contatto quotidianamente: dall’ambiente all’energia, dai controlli sul cibo a quelli sull’ambiente, la conformità delle merci, la sicurezza sul lavoro, i trasporti, la tutela della privacy, la cybersecurity, gli appalti pubblici. In questo settore, stiamo da tempo collaborando con Uni (l’Ente italiano di normazione) ed Itaca (l’Istituto per l’innovazione e la trasparenza negli appalti e la compatibilità ambientale) per organizzare attività di formazione per le stazioni appaltanti, sulla normazione tecnica e le valutazioni di conformità accreditate, che dopo l’entrata in vigore del Codice dei contratti pubblici, hanno assunto un ruolo centrale. L’obiettivo è fare in modo che i bandi pubblici, laddove facciano riferimento a queste attività, siano precisi, così da agevolare le imprese e ridurre le possibilità di contenzioso.
Per citare qualche numero dell’accreditamento in Italia, a fine 2018 si contavano più di 2000 accreditamenti rilasciati ad Organismi di certificazione ed ispezione e Laboratori di taratura e di prova che, nello stesso anno, hanno generato un valore di oltre 1 miliardo di euro.

Negli anni la vostra attività è diventata un supporto importante per le istituzioni. Come si è sviluppato questo rapporto?

Esattamente, il nostro lavoro è stato sempre più apprezzato dalle istituzioni, e Accredia ha aumentato il suo raggio di azione. Nel corso degli anni sono diventate sempre più numerose le convenzioni che abbiamo siglato con Ministeri e Pubbliche Amministrazioni, attraverso le quali sono stati affidati ad Accredia compiti in diversi settori, come l’ambiente, la salute, l’energia, la privacy e la marcatura Ce. In questo modo, la Pa non solo ripone fiducia nel sistema dell’accreditamento, riconoscendone affidabilità ed efficacia, ma può snellire la sua attività amministrativa, che viene supportata dall’opera di Organismi e Laboratori, accreditati e verificati da Accredia.

In quali settori le procedure di accreditamento sono maggiormente richieste? Quali sono i segmenti in espansione?

Sicuramente in testa c’è il settore dei Laboratori di prova, con quasi 1.200 accreditamenti rilasciati, seguito da quello per la certificazione dei prodotti e dei servizi, con circa 200 accreditamenti, e da quello dei Laboratori per la taratura degli strumenti di misura, con circa 180. Nell’ultimo periodo abbiamo registrato, inoltre, un aumento delle attività relative all’ispezione ed alla certificazione dei professionisti. Nonostante il continuo sviluppo di nuove certificazioni e l’allargamento delle competenze che in questi anni ha caratterizzato le attività di accreditamento, la certificazione accreditata dei sistemi di gestione resta tuttavia uno strumento ampiamente utilizzato dalle imprese. Sono infatti poco meno di 140 mila quelle che, a fine 2018, erano in possesso di una certificazione. I settori che tradizionalmente utilizzano di più la certificazione accreditata del proprio sistema di gestione sono quello delle costruzioni (oltre 24mila certificazioni), seguito da quello dei metalli (circa 14mila) e dai servizi (circa 13mila).

Guardando anche al panorama internazionale, qual è il vostro ruolo e in che rapporti siete con gli Enti di accreditamento esteri?

Accredia è membro dei network comunitari e internazionali di accreditamento, Ea, European cooperation for accreditation, IAF, International Accreditation Forum – dove abbiamo l’onore di esprimere la vice-Presidenza con Emanuele Riva, nostro vice-Direttore generale – e Ilac, International Laboratory Accreditation Cooperation.
È inoltre firmataria degli accordi di mutuo riconoscimento, grazie ai quali le tarature, le prove di laboratorio e le certificazioni rilasciate dagli Organismi accreditati sono riconosciute e accettate in Europa e in tutto il mondo. In questo modo, tali certificazioni rappresentano un “passaporto” valido dappertutto, che facilita la libera circolazione di beni e servizi. In più, Accredia esercita un ruolo attivo a livello comunitario e internazionale. Partecipiamo alle politiche di sviluppo della Commissione europea, come i bandi Taiex e Twinning, per il sostegno e il rafforzamento degli Enti di accreditamento di altri Paesi, come la Moldavia e l’Azerbaijan, e aderiamo al progetto di Unido per supportare i paesi africani nell’implementazione delle proprie infrastrutture per la qualità. La nostra vocazione internazionale è espressa anche nello sviluppo di nuovi schemi di accreditamento, che rappresentano delle vere opportunità commerciali per le imprese. Cito ad esempio il fatto che Accredia è stata tra i primi Enti europei ad avviare la collaborazione con Esma, l’Autorità degli Emirati Arabi Uniti per la normazione, per la realizzazione dello schema internazionale di certificazione Halal: tutte le imprese italiane interessate ad esportare prodotti in quel Paese possono chiedere ad Organismi accreditati da Accredia quel tipo di certificazione, senza la quale ne è precluso l’accesso.

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