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Made in Italy, la minaccia dei dazi Usa. Trump: si approfittano di noi

“La Ue si è approfittata degli Usa sul commercio per molti anni. Questo finirà presto!”. Il tweet di Donald Trump è eloquente, e conferma la determinazione degli Stati Uniti, pronti a imporre dazi su beni europei per 11 miliardi di dollari. Tra i prodotti colpiti naturalmente anche quelli italiani: a rischio, secondo la documentazione rilasciata dagli Usa, anche Pecorino e Prosecco. Il pretesto per la rappresaglia commerciale del Presidente statunitense sono state le osservazioni del Wto, che “ha trovato che gli aiuti della Ue ad Airbus hanno avuto un impatto negativo sugli Usa”, ha scritto Trump. La questione Airbus-Boeing fa parte da anni delle dispute commerciali regolate dal Wto, che secondo l’Unione europea – pronta, commercialmente, a reagire- rimane l’unico organismo il cui arbitrato può determinare le misure necessarie.

 

Il volume dei dazi che gli Usa vogliono imporre sui prodotti europei in rappresaglia agli aiuti Ue ad Airbus è “esagerato” secondo Bruxelles, ma in ogni caso l’Ue si prepara a prendere a breve le stesse misure contro gli Usa per gli aiuti americani a Boeing. Fonti Ue sottolineano che Bruxelles ha già avviato i preparativi di base alle regole Wto pur restando “aperta a discutere” con gli Usa ma senza precondizioni. Il caso riguarda la disputa Boeing-Airbus e non le altre discussioni commerciali Ue-Usa. La Commissione Ue ha “preso nota” della lista preliminare di dazi di rappresaglia legati al caso Airbus, presentata dagli Usa per consultazione pubblica. Le misure, quindi, dovranno ancora aspettare la conclusione delle procedure legislative interne americane prima di entrare in vigore. Gli 11 miliardi menzionati dal rappresentante Usa al commercio sono “basati su stime interne che non sono state stabilite dal Wto”, insistono le fonti Ue. La Commissione, però, in modo speculare è pronta reagire con dazi Ue sui prodotti Usa per i danni subiti a causa degli aiuti americani a Boeing. “La determinazione dei diritti Ue di rappresaglia si sta ugualmente avvicinando e l’Ue richiederà all’arbitrato del Wto di definire” l’ammontare dei suoi dazi, spiegano a Bruxelles, per cui “la Commissione sta cominciando i preparativi in modo che l’Ue possa rapidamente agire basandosi sulla decisione dell’arbitrato”.

La strategia europea, quindi, punta a trovarsi in una situazione di dazi contro dazi e, in questo braccio di ferro, potere avviare dei negoziati in una posizione di parità. “L’Ue resta aperta per discussioni con gli Usa, purché – avvertono le fonti – queste siano senza precondizioni e puntino a un esito equo”. La disputa Ue-Usa sugli aiuti ai rispettivi costruttori aerei Airbus e Boeing va avanti da anni e non rientra – almeno per Bruxelles – nella questione dazi su acciaio e alluminio e le altre tensioni commerciali tra le due sponde dell’Atlantico su cui sono in corso, anche se a rilento, altri negoziati e impegni nel quadro della dichiarazione congiunta Juncker-Trump dello scorso luglio.

Le conseguenze sull’Italia

Ci sono il Pecorino – il cui export è statunitense per due terzi – e altri formaggi come Emmental, cheddar, ma anche yogurt, burro, vini frizzanti e non, agrumi, olio d’oliva, marmellata nella lista preliminare dei prodotti europei ed italiani a cui l’amministrazione Trump potrebbe applicare i dazi. Gli Stati Uniti minacciano innanzi tutto di attivare dazi su elicotteri e aerei e loro componenti (fusoliere, carrelli d’atterraggio) provenienti da Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. Ma nella lista ci sono anche prodotti alimentari e dell’industria tessile, della plastica e della carta provenienti da tutta Europa.

“Sarebbe un durissimo colpo sui nostri formaggi l’introduzione di dazi Usa, un mercato che vale 270 milioni di euro, con effetti difficilmente prevedibili ma anche destabilizzanti per il mercato interno”, ha detto il presidente di Assolatte, Giuseppe Ambrosi, in merito ai dazi. “Le nostre imprese esportano in Usa più di 30 mila tonnellate di formaggi, circa un terzo dell’export nazionale extra Ue”, ricorda il presidente. È allarme anche per il vino italiano, che negli Usa vale 1,5 miliardi, ha ricordato la Coldiretti, sottolineando il continuo incremento delle esportazioni di spumanti italiani che, trainate dal Prosecco, nel 2018 sono ammontate a un valore di 333 milioni con un balzo del 13%. “Gli Usa – ha ricordato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – si collocano al terzo posto tra i principali italian food buyer dopo Germania e Francia, ma prima della Gran Bretagna”.

“Mettere i dazi non serve a niente, perché dazio chiama dazio. Se Trump mette i dazi sull’Italia, noi li metteremo sugli Stati Uniti e di nuovo Trump li metterà su vari prodotti. Così ci saranno problemi per tutti coloro che importano ed esportano”, ha detto il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Gian Marco Centinaio, a margine di un incontro a Vinitaly. “È stupido – secondo il ministro Centinaio – mettere i dazi, non ha senso, non si tutela l’economia e si fa uno sgarro all’Italia che non è fatta di stupidi, di conseguenza, se qualcuno mette i dazi sui nostri prodotti vorrà dire che andremo a cercare altri mercati, poi però non si lamentino” ha concluso.

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