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La scommessa controtendenza di Xtribe

Utilizzare la tecnologia per aiutare in modo concreto gli esercizi commerciali presenti sul territorio, che hanno subito forti perdite con la crescita imponente del commercio elettronico e (ri)scoprire i punti vendita fisici. Obiettivi fuori dal coro quelli di Xtribe (https://xtribeapp.com/it/), l’applicazione ideata da Mattia Sistigu (COO e co-fondatore), che ora si avvia alla sua quotazione in Borsa al New York Stock Exchange (NYSE). L’applicazione, disponibile per iOS e Android, rappresenta un Geomarketplace che avvicina acquirenti e venditori di una stessa città. Xtribe, nello specifico, permette agli utenti di vedere i prodotti in vendita nelle vicinanze e, una volta individuato ciò che si desidera comprare ed il negozio che lo possiede, potersi recare fisicamente sul posto per effettuare l’acquisto. La piattaforma ospita, inoltre, anche la possibilità di ricercare servizi di professionisti (es. elettricisti, idraulici ma anche avvocati e commercialisti) e abbraccia anche forme di acquisto e scambio tra privati.

Il progetto della startup viene avviato nel 2012 in seguito alla raccolta di 200.000 euro da parte di Enrico Dal Monte (co-fondatore e CEO di Xtribe), che a Fortune Italia spiega come aver trovato oggi dei partner fidati abbia “permesso di raccogliere il capitale necessario per ampliare il nostro bacino di utenti e la nostra influenza sul mercato”.

“Siamo consapevoli di essere in controtendenza, basando il nostro business sulla vendita ‘offline’. Eppure, non bisogna dimenticare che il 90% degli acquisti retail vengono ancora effettuati al di fuori del Web” dice il COO Mattia Sistigu. Un aspetto che ha catturato l’interesse degli investitori e che ha portato alla procedura per la quotazione in Borsa, per poter crescere in maniera esponenziale. Ad oggi l’app conta oltre 700.000 download e 5.000 store attivi per la compravendita di prodotti. Il processo per la quotazione in Borsa è in stato avanzato ed entro la fine dell’estate dovrebbe essere definito: XTribe ha ricevuto il consenso dall’agenzia statunitense, il cosiddetto S1, e ha preso parte al processo di selezione dei broker. “Quotarsi al New York Stock Exchange è la risposta concreta alla nostra volontà di metterci in gioco all’interno del cuore del mondo tech ed è proprio a New York che abbiamo scelto di effettuare la nostra IPO – precisa Pierpaolo Marziali, CFO di Xtribe -. Il processo per arrivare fino a questo punto ha richiesto numerosi passaggi, primo su tutti la validazione della SEC, il corrispettivo Americano della Consob”.

Per operare in un contesto internazionale di questo tipo, inoltre, “si è deciso di rinforzare la squadra che deve fare la quotazione – dice a Fortune Italia Marziali – andando ad inserire in organico figure professionali in grado di gestire operativamente tutto il processo di quotazione e le fasi successive. Ad esempio, si è inserito un CFO/IR con track record importante nella raccolta di capitali sia in forma azionaria che di debito”. “Il passaggio successivo – continua Pierpaolo Marziali – è stato quello di ricercare una banca di investimento in grado di fare la quotazione vera e propria con cui sono stati definiti i passaggi fondamentali e la modalità di raccolta dei capitali”.

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