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Boom pace fisco. Salvini, anche per cassette sicurezza

di Silvia Gasparetto – Corsa degli italiani a fare ‘pace’ col fisco. Mentre governo e maggioranza si apprestano a riaprire i termini per rottamazione e saldo e stralcio arrivano i dati dell’Agenzia delle Entrate per l’edizione ter della definizione agevolata delle cartelle e per la formula ancor più scontata dedicata ai contribuenti in difficoltà. Con numeri record: le richieste arrivate fino a fine aprile riguardano infatti quasi 13 milioni di cartelle per 38 miliardi di debiti. Intanto Matteo Salvini rilancia la tassa sulle cassette di sicurezza.

“Non parlo di soldi all’estero, se qualcuno ce li ha portati sono affari suoi, ma mi dicono che ci sono centinaia di miliardi in cassette di sicurezza, fermi. Potremmo metterli in circuito per gli investimenti. Si potrebbe far pagare un’imposta e ridare il diritto di utilizzarli”, annuncia parlando a Porta a Porta. E successivamente precisando il senso del suo ragionamento con una nota:”dopo Equitalia, serve una pace fiscale per far emergere il denaro contante depositato nelle cassette di sicurezza, fermo. Con una nuova pace fiscale daremmo il diritto di utilizzarli, e lo Stato incasserebbe miliardi da reinvestire per la crescita”.

Quanto sarà l’incasso finale della rottamazione dipenderà “da quanti pagheranno” fino alla fine le rate (spalmate in 5 anni) e da “quanti invece hanno fatto istanza come manovra dilatoria”, ha precisato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Antonino Maggiore, ricordando che “in passato l’incasso effettivo per il fisco è stato del 46-47% del valore complessivo” ma sottolineando allo stesso tempo che si possano raggiungere risultati “migliori” visto che questa terza edizione ha avuto il più alto numero di istanze in assoluto.

Per il solo saldo e stralcio, ha spiegato davanti alla commissione Finanze del Senato, si parte da un importo di 6,5 miliardi (gli altri 21,1 riguardano le richieste di rottamazione ter) dai quali si potrà ricavare tra circa un miliardo e poco più di 2, applicando al dovuto le percentuali tra il 16% e il 35% che si pagheranno effettivamente in base alle varie fasce di Isee. Per le casse dello Stato sta funzionando bene anche la fattura elettronica (da gennaio ne sono state inviate da 3,3 milioni di cedenti per 1.537 miliardi di cui 161 di imposta), che sta trainando anche gli incassi Iva: in 5 mesi, ha detto ancora Maggiore, “abbiamo registrato un maggior gettito per 1,8 miliardi”. Un trend positivo che si dovrebbe estendere anche a Irpef e Ires.

Intanto alla Camera procedono le votazioni sul decreto Crescita, con l’annunciato via libera delle commissioni Bilancio e Finanze alla proposta della Lega che riapre i termini per la pace fiscale: entro il 31 luglio chi non si potrà fare domanda di rottamazione optando per il pagamento in un’unica soluzione al 30 novembre prossimo, ovvero in massimo 17 rate, la prima delle quali sempre al 30 novembre. Riaperti anche i termini per il saldo e stralcio.

Tra gli emendamenti che hanno fatto discutere in commissione anche uno di quelli che ‘travasa’ la proposta di legge sulle semplificazioni fiscali, già approvata in commissione e in Aula. Oggetto del contendere l’esclusione dei sexy shop dagli esercizi commerciali che possono ricevere incentivi se riaperti nei Comuni sotto i 20mila abitanti. Il Pd è andato in pressing condannando una misura che “fa tornare allo Stato “padrone, bacchettone e paternalista” che decide “sui costumi sessuali degli italiani” ha detto Massimo Ungaro, supportato anche dal collega Roberto Giachetti, cui si è unito anche Luigi Marattin. Alla fine la maggioranza ha accettato la richiesta e ha riformulato il testo includendo tra le attività incentivabili anche i sexy shop. Restano esclusi dalle agevolazioni per l’ampliamento di esercizi commerciali già esistenti o che procedono alla riapertura di esercizi chiusi da almeno sei mesi, le attività di compro oro e le sale per scommesse.

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