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Di Maio: il titolo di Atlantia crolla per colpa dell’azienda

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“Se non fai le manutenzioni i ponti crollano, e se non lavori bene i tuoi titoli crollano. Non è una questione di dichiarazioni ma di fare il proprio dovere”. Non è colpa delle dichiarazioni del Vicepremier Luigi Di Maio a Porta a Porta (Atlantia è un’azienda “decotta”) se il titolo della holding di Autostrade per l’Italia soffre in Borsa. A spiegarlo, in un video su Facebook, è lo stesso Di Maio, che difende le proprie parole dalle critiche (di Atlantia stessa, del collega Salvini, dell’opposizione, degli industriali, del presidente di Confindustria) e cerca di riportare l’attenzione su quello che ritiene essere il punto focale della vicenda: il crollo del ponte Morandi, proprio nel giorno della sua definitiva demolizione.

Il crollo del ponte “è stata una pagina tristissima della nostra storia e grazie all’abbattimento ora possiamo costruire. Ma soprattutto dobbiamo fare giustizia. Quelle persone che sono morte sono morte perché qualcuno non ha fatto manutenzione per questo ponte”. E Di Maio non ha dubbi: “quel qualcuno sono Autostrade per l’Italia della famiglia Benetton, inutile che si dica Atlantia per non capire di chi stiamo parlando. Sono la famiglia Benetton”, dice Di Maio, che utilizzando una retorica discretamente salviniana se la prende anche con i “professoroni e gli scienziati che si scandalizzano perchè abbiamo chiesto la revoca delle concessioni” ad Atlantia, il cui titolo intanto non subisce ribassi catastrofici: perde lo 0,5%, dopo l’1,3% dell’apertura.

“Non ne posso più – ha aggiunto – che le nostre autostrade siano gestite da una società, una famiglia che fa utili oltre il 7% fisso ogni anno, da contratto, da trent’anni e poi non fa manutenzione”. Anche i dipendenti per Di Maio non sono una preoccupazione. “Se Autostrade perdesse le concessioni” i dipendenti passerebbero a lavorare per il nuovo concessionario, “che sia statale o che sia un altro privato. Il tema non è il lavoro, non la buttiamo in caciara”.

“Se vogliamo fare giustizia – ed è chiaro che nelle sedi processuali ci saranno i processi e i risarcimenti danni – come Stato abbiamo il dovere di togliere le autostrade italiane a chi non ha fatto le manutenzioni. Ed è quello che porteremo avanti”. Alle commemorazioni del crollo, il prossimo 14 agosto, “ci si deve andare con la concessione di revoca almeno avviata”.

Non manca un riferimento anche ad Alitalia, che come detto a Porta a Porta secondo Di Maio sarebbe meglio tenere lontana da Atlantia (abbastanza “decotta” da danneggiarla), dopo mesi di voci e trattative che sembravano indicare la direzione opposta: “su Alitalia sto riparando ai disastri del governo Lega-Berlusconi del 2008. Con Matteo Salvini lavoriamo bene, ma mi dispiace quando perde la memoria. Stiamo lavorando per mettere a posto il disastro dei capitani coraggiosi del 2008, che vide 4 miliardi di euro dei cittadini italiani, all’interno di quell’azienda e sta ora peggio messa di prima”.

Se Salvini dopo le dichiarazioni del collega Vicepremier ha chiesto di non dare giudizi sommari e di pensare ai lavoratori, il premier Giuseppe Conte – a margine del G20 di Osaka – ha cercato di minimizzare l’impatto delle parole di Di Maio. “Gli investitori devono sapere che se la società ha fatto un errore non è che fuggono perché il Governo assume conseguentemente una determinazione per contestare gravi adempimenti, se fuggono gli investitori… questa è veramente una boutade a cui non rispondo”.

“Per poter garantire la massima trasparenza e il fatto che, trattandosi di interessi pubblici, vengano assunte le determinazioni nella massima consapevolezza”, ha aggiunto il premier, “abbiamo costituito una commissione di esperti per acquisire anche le loro valutazioni presso il ministero e questi esperti stanno completando il loro lavoro, all’esito di questo parere, il governo si assumerà le sue responsabilità, ovviamente avendo ben presente che l’obiettivo politico dichiarato, se giuridicamente e amministrativamente perseguibile, è quello di non far finta che non sia successo nulla”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte a margine del G20 di Osaka, sottolineando che “è un fatto oggettivo il grave inadempimento” sul crollo del ponte Morandi.

In mattinata, prima dello sfogo di Di Maio su Facebook, era anche arrivata la richiesta, inascoltata, del presidente degli industriali: “vorremmo evitare di alimentare polemiche” ma “in merito a società quotate e non solo servirebbe una valutazione più a freddo del linguaggio da usare”, ha affermato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. “Proprio per questo non abbiamo intenzione di elevare la polemica con il governo e speriamo che prevalga sempre di più il buon senso e la visione di futuro, ricordando che dietro queste imprese ci sono lavoratori e famiglie”.

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