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Alitalia pubblica non scioglie il nodo industriale

Alitalia

Corsi e ricorsi della storia, si dirà. C’era una compagnia di bandiera e potrebbe tornare ad esserci una compagnia di bandiera. L’Alitalia ha tentato per anni la strada del mercato, più o meno penalizzata da scelte sbagliate della politica, cercando una soluzione definitiva che non è mai arrivata. Ha bruciato centinaia di milioni di euro finendo, ripetutamente, a ridosso del fallimento. E ora il cerchio potrebbe chiudersi. Con un ritorno alle origini.

Si va in queste ore verso un epilogo che si è tentato di evitare più volte: il ritorno in mano pubblica di una compagnia che ha serie difficoltà industriali ma che non può essere abbandonata alla sua fine naturale. Ecco dunque che il soccorso arriva dai due soggetti che hanno risorse per intervenire: il Tesoro e le Ferrovie dello Stato. Qualcuno avrebbe voluto che si muovesse anche Cdp ma l’opposizione ferma delle fondazioni azioniste ha sempre escluso questa ipotesi.

La scadenza del 15 luglio è ormai arrivata e una nuova proroga dei termini sarebbe inutile, e forse sconveniente, secondo le valutazioni che arrivano dal Mise. Rispetto all’ipotesi finora prospettata – il 35% circa a Ferrovie dello Stato, una quota tra il 10 e il 15% all’americana Delta e una quota approssimativamente intorno al 15% al Mef – manca ancora il 40% del capitale. I maggiori indiziati sono stati il gruppo Toto, il patron della Lazio Claudio Lotito, al quale il ministro Di Maio è tornato a chiedere di presentare garanzie di solidità finanziaria, ai quali si è aggiunta Avianca. Proprio l’interesse della compagnia aerea colombiana sarebbe in contrasto con i requisiti individuati da Delta: sono partner di due alleanze concorrenti Star Alliance e Sky Team. Tutte soluzioni complicate, dunque, per ragioni diverse.

Il problema centrale, anche prescindendo dalla soluzione finale, resta industriale. Per Alitalia servirebbe un socio forte. Poteva essere Atlantia, per le sinergie evidenti con Adr. Poteva essere una compagnia aerea europea, in grado di sostenere un rilancio definitivo: l’identikit di Lufthansa. Ma in entrambi i casi sarebbero servite condizioni, politiche e sindacali, che al momento non ci sono. Se dovesse finire con il ritorno in mano pubblica, per mancanza di alternative, si aprirebbe un nuovo capitolo difficile da gestire.

 

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