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L’alleanza di Enea e Eni sulla fusione nucleare

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L’energia da fusione nucleare forse non potrà aiutare nell’immediato ad arginare l’emergenza del cambiamento climatico, visto che il tempo a disposizione per tenere l’aumento delle temperature sotto la sua soglia critica, 1,5 gradi, è molto breve. Meno di dieci anni, secondo l’Ipcc delle Nazione Unite. I tempi di sviluppo e concreta applicazione della fusione saranno probabilmente più lunghi. Ma questo non vuol dire che non rappresenti una risorsa preziosa per il futuro, se si cerca un’energia sostenibile, sicura e inesauribile. La pensano così Enea e Eni, tra le altre, e a dimostrarlo c’è un polo scientifico-tecnologico sulla fusione nucleare da 600 mln di euro. Si chiama Dtt – Divertor Tokamak Test e verrà realizzato nel Centro Ricerche Enea di Frascati (alle porte di Roma), dalla società Dtt Scarl, di cui Eni avrà il 25%, Enea il 74% e il Consorzio Create l’1%.

La neonata società Dtt Scarl è stata presentata questa mattina da Enea e Eni e l’intesa è stata firmata presso il Centro Ricerche dal presidente di Enea Federico Testa e dall’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, alla presenza del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, del ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, del ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Molto alte le ricadute del progetto sul Pil nazionale che sono stimate in circa due miliardi di euro, con la creazione di 1.500 nuovi posti di lavoro, dei quali 500 diretti, tra scienziati e tecnici. Il Dtt – Divertor Tokamak Test verrà realizzato in 7 anni.

A partecipare alla realizzazione del Dtt saranno anche l’Unione europea, il Consorzio Create, la Bei – con un finanziamento record di 250 milioni di euro garantiti dal Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici Feis, pilastro del Piano Juncker – ed il Consorzio europeo Eurofusion con 60 milioni a valere sui fondi Horizon2020. Nel progetto sono attori anche il Ministero dello Sviluppo Economico e il Miur, con 80 milioni di euro circa, e la Regione Lazio, con 25 milioni più le spese per la connessione alla rete elettrica nazionale. Altri 30 milioni per il progetto arriveranno da partner internazionali.

Il progetto Dtt, al quale Enea contribuisce con 30 milioni di euro, nasce per fornire risposte scientifiche e tecnologiche ad alcuni aspetti del processo di fusione, come ad esempio la gestione di temperature elevatissime e i materiali da utilizzare, e si propone come supporto e infrastruttura di test per le più avanzate soluzioni tecnologiche che verranno messe in atto nei grandi progetti internazionali sulla fusione. I costi operativi della neonata società Dtt Scarl sono stimati in circa 130 milioni di euro in sette anni.

”Con questa alleanza fra ricerca e industria, l’Italia rilancia il suo ruolo di leadership in un settore strategico per la competitività del nostro Paese, quello della fusione, dove le aziende italiane hanno già vinto oltre 1,2 miliardi di euro di contratti e sono considerate fra le migliori al mondo”, ha detto il presidente dell’Enea.

”Questa collaborazione si inquadra nella visione strategica di Eni per la trasformazione del mondo dell’energia, nel quale la fusione a confinamento magnetico potrà giocare un ruolo essenziale”, ha detto Descalzi. ”Il nostro know how industriale, le competenze di gestione e sviluppo di grandi progetti, combinate con l’eccellenza della ricerca scientifica di Enea, saranno la chiave di successo -ha evidenziato Descalzi- per la realizzazione di questa importantissima iniziativa e infrastruttura, basata primariamente su competenze e tecnologie italiane”. L’energia da fusione nucleare ”sarà uno dei possibili” orizzonti ”del futuro” nel settore energetico ed è una forma di energia ”assolutamente pulita e che occupa pochissimo spazio”.

Il progetto Dtt per la fusione nucleare “pone ancora una volta l’Italia all’avanguardia internazionale nel campo della ricerca per ottenere energia pulita, sostenibile e sicura” per Patuanelli, che ha evidenziato che ”lo sviluppo e l’applicazione di tecnologie innovative rivestono, infatti, un ruolo decisivo nella transizione energetica che punta in direzione della decarbonizzazione e della sostenibilità ambientale”.

”Un’alleanza fondamentale per il futuro energetico del nostro Paese” l’ha chiamata il ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi. ”Il passo di oggi getta le basi per una collaborazione strategica tra mondo della ricerca ed industria, che rilancia nel panorama internazionale le grandi competenze scientifiche e tecnologiche che l’Italia è in grado di esprimere, proprio in una delle più promettenti frontiere della ricerca scientifica”.

 

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