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Recovery Fund, c’è l’accordo: Italia primo beneficiario con 209 mld

Recovery

Dopo quattro giorni di intense trattative, e circa 90 ore di negoziati, i 27 capi di Stato e di governo dell’Europa riuniti a Bruxelles hanno trovato la quadra sul piano di aiuti Recovery Fund, pensato per aiutare i paesi più duramente colpiti dall’emergenza Coronavirus. Un piano di risanamento da 750 miliardi di euro, che il premier Conte ha definito “ambizioso”, e che prevede prevede quasi 209 miliardi solo per l’Italia, di cui 82 di sussidi: il nostro paese è il primo beneficiario del piano. I soldi saranno reperiti tramite Eurobond e verranno liquidati a partire dal 2021.

 

La portata dell’accordo è storica: l’intesa franco-tedesca tra Macron e Merkel è riuscita a tenere il punto rispetto alle richieste dei paesi nordici, molto più restii nell’elargire liquidità ai paesi più colpiti. È stata soprattutto la cancelliera Merkel a guidare la svolta di una Europa che sceglie lo strumento degli Eurobond per aiutare i paesi piegati dalla crisi economica innescata dall’epidemia di Coronavirus, una mossa di grande rigore etico.

 

L’accordo definitivo sul Recovery Fund comprende 360 mld di prestiti (rispetto a 250 mld iniziali), e 390 mld di trasferimenti (rispetto ai 500 iniziali). Il totale di 750 mld dunque non cambia rispetto alla prima proposta, ma sono stati diminuiti i sussidi a fondo perduto. Per l’Italia il piano prevede 208,8 miliardi: oltre 30 miliardi in più rispetto alla prima proposta (173,8 miliardi). Di questi, 81,4 miliardi sono sussidi a fondo perduto, in lieve calo rispetto a quanto previsto nella precedente bozza, mentre 127,4 miliardi sono prestiti, con un aumento di 36 miliardi rispetto alla previsione della Commissione: saranno a tassi molto bassi e a condizioni agevolate.

 

Resta in atto il cosiddetto “emergency brake” voluto dall’Olanda: a dare il via all’emissione dei fondi sarà il Consiglio europeo ma con una maggioranza qualificata, ovvero potrà esserci una specie di “veto” di un gruppo di paesi che rappresenta il 35% della popolazione, e che potrà bloccare i finanziamenti.

 

Il premier Conte su Twitter ha parlato di una “giornata storica per l’Europa, e per l’Italia”. Con i “209 mld” di euro di Next Generation Eu, il “28%” delle risorse del piano europeo contro la crisi provocata dalla pandemia di Covid-19, “avremo una grande responsabilità. – ha detto Conte – Abbiamo la possibilità di far ripartire l’Italia con forza, di cambiare volto al nostro Paese. Ora dobbiamo correre, utilizzando questi soldi per investimenti, per riforme strutturali”. Durante la conferenza stampa alla fine del vertice il premier si è detto “soddisfatto: abbiamo approvato un piano di rilancio ambizioso, che ci consentirà di affrontare questa crisi con forza ed efficacia”. Il presidente del Consiglio ha poi sottolineato che “il governo italiano è forte. E la verità è che l’approvazione di questo piano rafforza l’azione del governo italiano, perché ci permette di poter contare su ingenti risorse finanziarie per raggiungere gli obiettivi già individuati, che ora andremo a declinare in modo concreto”. Ora dovranno partire i lavori per la task force che dovrà scrivere concretamente il piano nazionale di ripresa e di resilienza che, dice Conte, “sarà una delle priorità che andremo a definire in questi giorni, perché dovrà partire al più presto”.

 

“Ce l’abbiamo fatta, l’Europa è forte e unita, abbiamo raggiunto un accordo dopo difficili negoziati in tempi molto difficili per tutti gli europei, un accordo per tutti i 27 paesi ma specialmente per la gente” è stato il commento del Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel in apertura della conferenza stampa alla fine dei negoziati. Anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha definito l’accordo “storico”, aggiungendo che “questa volta l’Europa non può essere accusata di aver fatto troppo poco e troppo tardi”. Von der Leyen ha poi ribadìto come nell’intesa ci sia “un chiaro impegno allo stato di diritto: in caso di violazioni saranno adottate sanzioni con un voto a maggioranza qualificata. Introdurremo anche strumenti per rafforzare il controllo dei fondi Ue”. La presidente si riferisce al fatto di aver mantenuto tra le condizioni per ottenere i fondi il rispetto dello stato di diritto, battaglia vinta su Ungheria e Polonia che avrebbero voluto togliere questa condizione. In merito ai Paesi frugali, invece, i rimborsi previsti per la Danimarca ammontano a 322 milioni di euro l’anno, all’Olanda 1,931 miliardi, all’Austria 565 milioni e alla Svezia 1,069.

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